di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro
Tutti contenti alla fine dell’incontro tra governo e sindacati per affrontare il devastante (e impunito) fenomeno delle morti sul lavoro. Chiacchiere e promesse molte, grande cordialità tra le parti, fatti zero.
La presidente Meloni si è rivenduta per l’ennesima volta lo stanziamento di 1,2 miliardi da destinare a iniziative per aumentare la sicurezza dei lavoratori. Iniziative tutte da discutere con le parti, perciò lontane e avvolte nella nebbia.
L’unica certezza è che quei 1200 milioni non li metterà il governo: sono soldi presi all’Inail, quindi ai lavoratori, da girare alle aziende.
Peccato che questo balletto milionario vada in scena proprio mentre accadono fatti scandalosi, che vedono coinvolta proprio l’Inail.
È di oggi la notizia che alla famiglia di Alessandro D’Andrea (nella foto), una delle 7 vittime della strage di Suviana del 9 aprile 2024, l’Inail ha offerto un risarcimento complessivo di 11.000 (undicimila) euro, da dividere tra i genitori, le sorelle e la compagna del tecnico 37enne di Forcoli (Pisa), residente a Milano.
“Quasi offensiva”, l’ha definita Gabriele Bordoni, legale dei D’Andrea. Che a Bologna Today ha spiegato le motivazioni vere della proposta.
“La legge è del 1965 e meriterebbe di essere rivista perché i nuclei familiari sono modificati – ha detto l’avvocato – ma ancora oggi i genitori sono indennizzabili soltanto se erano mantenuti dalla persona deceduta. Sorelle e fratelli sono indennizzabili soltanto se conviventi con la persona deceduta, mentre la compagna convivente non ha diritto a nulla perché vale soltanto il rapporto formale di cognome, quindi di matrimonio”.
La famiglia D’Andrea promette ricorsi anche in Cassazione. Governo, Inail, Parlamento hanno qualcosa da dire?
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