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Attualità

In Italia, il lavoro è un serial killer.

Persino i media si sono sentiti in dovere di dedicare spazio a Vincenzo Valente, 46 anni, morto dopo essersi arrampicato a 10 metri di altezza per le operazioni di manutenzione del nastro trasportatore numero 6, allo zuccherificio Srb di Brindisi.

Non tanto per la fine atroce – un braccio strappato via dal nastro, la morte per dissanguamento -, quanto perché nel 2015 anche il padre di Vincenzo, Cosimo, aveva perso la vita lavorando, caduto da un ulivo durante la potatura.

È accaduto alle 0,30 di sabato 4 maggio e sarebbe interessante sapere perché le operazioni di manutenzione, su un impianto che il sito dell’azienda descrive come avveniristico, vengono fatte di notte.

Di sicuro non per esigenze di produzione, dal momento che la stessa Srb (di proprietà dell’American Sugar Refining e della francese Cristal Union) specifica di operare 330 giorni l’anno, e nemmeno perché il nastro trasportatore lavora H24, se è vero che serve a trasportare nello stabilimento lo zucchero grezzo di canna che viene scaricato dalle navi nel porto di Brindisi.

Perché, dunque, Vincenzo Valente – peraltro dipendente di una ditta esterna – lavorava di notte alla manutenzione dell’impianto?

Si muore di notte anche negli stabilimenti Stellantis, ma viene da chiedersi ingenuamente perché si facciano i turni di notte in un’azienda che ogni due per tre ferma gli impianti italiani con le più svariate motivazioni.

Venerdì 3 maggio, alle 23,30, nello stabilimento Stellantis di Atessa (Chieti) è morto Massimo Di Florio, 56 anni.

Era da poco entrato al lavoro, per il turno notturno, quando è stato colpito da un infarto ed è spirato nel giro di pochi minuti.

I funerali lunedì 6 maggio a Lanciano, dove l’operaio viveva con la moglie e i due figli.

Aveva soltanto 26 anni John Sebastian Floriani, ma era un rocciatore e uno sciatore provetto.

Il 24 aprile era impegnato con alcuni colleghi nelle operazioni di messa in sicurezza di una parete rocciosa del monte Calisio, commissionate dal Comune di Trento.

In gergo, il disgaggio, la rimozione rapida di massi a rischio crollo. Mentre concludeva la giornata, recuperando l’attrezzatura, John Floriani è precipitato per una sessantina di metri.

È stato subito soccorso e ricoverato al Santa Chiara di Trento, dove ha subito diverse operazioni e lottato per la vita fino alla mattina di sabato 4 maggio, quando la sua fortissima fibra ha ceduto. Lascia i genitori e un fratello.

#vincenzovalente#massimodiflorio#johnfloriani#mortidilavoro

(Courtesy by Piero Santonastaso/Morti di lavoro)

Maggio 2024: 9 morti (sul lavoro 9; in itinere 0; media giorno 1.8 )

Anno 2024: 374 morti (sul lavoro 293; in itinere 81; media giorno 2,9)

52 Lombardia (34 sul lavoro – 18 in itinere)

42 Campania (31-11)

37 Emilia Romagna (29-8)

32 Veneto (23-9)

26 Toscana (24-2)

24 Puglia (20-4), Sicilia (16-8)

22 Lazio (16-6)

19 Piemonte (15-4)

16 Abruzzo (13-3)

12 Calabria (10-2)

10 Liguria (8-2), Marche (8-2)

9 Estero (8-1)

8 Trentino (6-2), Sardegna (7-1)

7 Alto Adige (7-0)

5 Friuli V.G. (5-0), Umbria (5-0)

4 Valle d’Aosta (4-0)

3 Basilicata (3-0)

1 Molise (1-0).

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 95 morti (sul lavoro 75; in itinere 20; media giorno 3,2)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6)

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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