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Primo Maggio, la classe operaia è andata all’inferno.

Le cifre che accompagnano questo Primo Maggio parlano chiaro: in Italia il lavoro non conta più niente. Ci sono state 1280 morti sul lavoro nel 2006, quasi settemila nei primi cinque masi del 2007. Una su quatto è una donna, uno tre è un lavoratore straniero. Centinaia di migliaia di feriti, altrettanti di invalidi permanenti. […]

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Le cifre che accompagnano questo Primo Maggio parlano chiaro: in Italia il lavoro non conta più niente. Ci sono state 1280 morti sul lavoro nel 2006, quasi settemila nei primi cinque masi del 2007. Una su quatto è una donna, uno tre è un lavoratore straniero.

Centinaia di migliaia di feriti, altrettanti di invalidi permanenti. Sono dati ufficiali, dati dall’Inps, che subisce l’evasione dei contributi previdenziali e previdenziali. Ma ci sono dati altrettanto allarmanti, che allarme non creano: quanti sono i lavoratori in nero? Quanti sono i precari?

Questo Primo Maggio ci dice che il lavoro non è un diritto, che il lavoro non è un valore fondante la Repubblica Italiana, come recita infatti l’art.1 della Costituzione. Questo Primo Maggio ci dice che il lavoro è solo e soltanto un “costo” per le aziende, un costo da tagliare, da ridimensionare, una voce sulla quale fare “saving”, come dicono in Usa: assumere di meno, a costi sempre più bassi, con condizioni a termine: il lavoro è una voce sulla quale fare risparmi. A cominciare dai “costi” della sicurezza sui posti di lavoro.

Il lavoro è diventato flessibile. Anche gli occupati stabili hanno salari bassi, faticano a acquistare, a risparmiare, e investire nel futuro. Ecco il quadro sociale che si ricava dalle politiche neoliberiste.

Il Capitale ha preso il suo vantaggio competitivo sul Lavoro, ne ha ridimensionato la sua importanza sociale, ne ha quasi azzerato le radici culturali. Il Lavoro, i lavoratori sono diventati una variabile indipendente dalla politica. I partiti della sinistra hanno via via accantonato le problematiche della classe lavoratrice, si sono rivolte ai ceti medi e medio-alti. La condizione delle classi lavoratrici non è al centro del nascente Partito democratico. La sinistra politica, quella che si definiva radicale è troppo occupata a ricostruire le proprio alchimie, le proprie riaggregazioni, non ha tempo né voglia di stare nei luoghi di lavoro.

In questi ultimi anni anche il Sindacato si è più rivolto alla politica che alla società. E’ impressionante il numero dei sindacalisti che hanno scelto carriere politiche. Cofferati, Bertinotti, Marini, D’Antoni, Benvenuto, Del Turco, tanto per citare solo alcuni tra i più famosi sindacalisti che hanno lasciato il sindacato per entrare nelle istituzioni, sono la dimostrazione pratica del crescente disinteresse verso la condizione del lavoratori in Italia.

La stragrande maggioranza delle amministrazioni locali sono governate in tutto il Paese da governi di centro-sinistra. Eppure, i problemi del lavoro non sono affatto migliorati: si danni appalti, ma non ci si cura di come si assume, a quali condizioni salariali e di sicurezza vengono aggiudicate le gare per le opere pubbliche e private nei comuni italiani.

E’ un fatto assodato che la stragrande maggioranza dei morti avvengono nei cantieri dell’edilizia, di opere edificate su licenza rilasciata dal Comune.

Il Presidente Napoletano ha più volte posto il problema delle morti sui luoghi di lavoro: i suoi appelli cadono nel vuoto, con la stessa noncuranza con cui si assiste alle cadute dalle impalcature.

I partiti delle sinistra erano nati dalla tradizione del movimento operaio. La classe operaia doveva andare in Paradiso. Oggi che è all’Inferno, la domanda è: chi ce l’ha mandata? E’ una risposta che qualcuno dovrebbe dare proprio il Primo Maggio. Beh, buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

5 risposte su “Primo Maggio, la classe operaia è andata all’inferno.”

COMUNICATO STAMPA

Questa mattina alle ore 5,45 all’ingresso del turno di lavoro, davanti ai cancelli, la direzione aziendale della Honda di Atessa ha notificato il licenziamento senza preavviso al lavoratore Massimiliano Travaglini primo eletto della lista FIM-CISL alle elezioni della RSU svoltasi il giorno 24 aprile c.a.

– Il grave provvedimento, anche per il metodo scelto, e’ stato motivato dalla Honda perche’ il lavoratore nei giorni 19 e 20 aprile, quando gia’ era candidato nell’ambito della campagna elettorale per l’elezione delle RSU/RLS, ha distribuito a tutti i lavoratori, davanti ai cancelli dell’azienda un volantino sindacale in cui prendeva posizione sui problemi delle condizioni dei lavoratori, motivando la sua candidatura.
– Secondo la Honda il contenuto del volantino, che alleghiamo, sarebbe tanto offensivo e diffamatorio della societa’ e dei suoi dirigenti al punto tale da essere sanzionato con il licenziamento senza preavviso.
– Le organizzazioni sindacali FIM-FIOM-UILM giudicano immotivato, grave e strumentale tale licenziamento perche’ lesivo dei diritti propri, di tutto il sindacato e di tutti i lavoratori, perche’ con evidenza punta a condizionare, reprimere e impedire la libera espressione dell’azione sindacale, in tutte le sue forme, cosi’ come garantita dalla costituzione italiana.
– Per avviare le azioni di risposta e per valutare insieme ai lavoratori, viene indetta l’assemblea generale dei lavoratori per il giorno 9 maggio 2007.

Lanciano, 3 maggio 2007

LE SEGRETERIE PROV.LI
FIM-CISL FIOM-CGIL UILM-UIL

Comunicato stampa

Sciopero di due ore per ogni turno lavorativo, oggi, alla Honda di Atessa (CHIETI) per manifestare solidarietà a sindacalista licenziato

Assemblea e sciopero di due ore per ogni turno, oggi, alla Honda Italia di Atessa dove i lavoratori hanno incrociato le braccia, bloccando la produzione, per manifestare la propria solidarietà al collega Massimiliano Travaglini, primo eletto nella Fim-Cisl alle ultime elezioni della Rsu e licenziato senza preavviso nei giorni scorsi dall’azienda perché ha distribuito ai lavoratori, fuori dai cancelli dello stabilimento, un volantino sindacale in cui prendeva posizione sui problemi e la condizione dei lavoratori in fabbrica. La Honda, che ha ritenuto il contenuto del volantino offensivo e diffamatorio, ha buttato immediatamente fuori il sindacalista.
“Non si può licenziare un lavoratore per queste ragioni e in questo modo – attacca Domenico Bologna, segreterio provinciale generale Fim-Cisl -. Egli ha soltanto detto la propria su problemi realmente esistenti all’interno della Honda riguardo ai ritmi e ai carichi di lavoro, a sicurezza ed ambiente. E poi, in questo Paese, esiste ancora la libertà d’espressione. Affronteremo la questione in un incontro con Confindustria, anche se va ricordato che il direttore della Honda, Silvio Di Lorenzo, è anche presidente di Confindustria Chieti”.
“E’ un licenziamento – incalza Marco Di Rocco, segretario provinciale generale Fiom-Cgil – che non trova precedenti nella storia democratico-sindacale delle fabbriche. Soltanto negli anni ’70 l’operaio comunista Guido Rossa fu ucciso dalle Br perché denunciava fatti simbolo della legalità. Travaglini ha denunciato a suo modo ciò che nella Honda non va. E’ un gravissimo che sia stato punito col licenziamento. Il lavoratore va immediatamente reintegrato”.
“Esprimiamo solidarietà al lavoratore – afferma Nicola Manzi, segretario generale provinciale Uilm – per il quale aspettiamo giustizia da parte della magistratura dato che non sussistono i presupposti per il licenziamento. Dal punto di vista politico chiediamo immediatamente un incontro a Confindustria per valutare e analizzare questo caso e altri “fenomeni” del genere che si stanno verificando in Val di Sangro, dove, ricordiamo, anche alla Isringhausen un lavoratore di 52 anni, padre e nonno, è stato messo alla porta solo perché ha avuto un diverbio con un capo e un collega. L’obiettivo è l’unità dei lavoratori, per risolvere questo caso specifico e dare un segnale forte alle aziende sulla gestione e sui comportamenti relativi ai provvedimenti disciplinari”. Sostegno a Travaglini arriva anche dalla Cisal e dal suo segretario generale provinciale Remo Casalanguida e dalla Ugl, tramite il segretario generale provinciale, Leonardo De Gregorio, e Mario Nicolai, della Rsu. “Quando si mettono in discussione i principi di libertà e di espressione – dichiara Nicolai – sono sempre momenti che preoccupano. Esprimiamo, pertanto, solidarietà nei confronti del lavoratore/delegato Rsu per il grave e penalizzante provvedimento che lo ha raggiunto in barba alle leggi vigenti e alle garanzie contenute nel Contratto nazionale. Ci auguriamo al più presto che si possa giungere ad un chiarimento”.

Lanciano, 9 maggio 2007

Comunicato stampa

Nuovo sciopero, oggi, alla Honda Italia di Atessa
per manifestare solidarietà a sindacalista licenziato

Nuovo sciopero, oggi, 11 maggio, alla Honda Italia di Atessa (CHIETI) dove gli operai, per la seconda volta, si sono astenuti dal lavoro per manifestare la propria solidarietà al collega Massimiliano Travaglini, primo eletto nella Fim-Cisl alle ultime elezioni della Rsu e licenziato senza preavviso nei giorni scorsi dall’azienda perché ha distribuito ai lavoratori, fuori dai cancelli dello stabilimento, un volantino sindacale in cui prendeva posizione sui problemi e la condizione dei lavoratori in fabbrica. La Honda, che ha ritenuto il contenuto del volantino offensivo e diffamatorio, ha immediatamente licenziato il sindacalista.
I lavoratori, oggi, hanno incrociato le braccia per due ore alla fine di ogni turno. E sicuramente nei prossimi giorni ci saranno nuove iniziative di lotta.
A sostenere Travaglini, che si è rivolto alla magistratura per far valere i propri diritti, ci sono tutte le organizzazioni sindacali, Fiom, Fim e Uilm e Ugl e Cisal.

Cari amici operai Honda, gentili Segretari, RSU e componenti tutti dei direttivi FIOM-UIL-UGL-CISAL anzitutto grazie a voi che siete intervenuti in questa assemblea, del 9 maggio c.a., retribuita convocata dalla RSU, in modo unitario, per il mio caso specifico, il caso Travaglini-HONDA ITALIA di cui tanto si è parlato anche sui giornali e televisioni in questi giorni. Grazie alla FIM-CISL tutta, nella persona del Segretario prov.le Sig. Domenico Bologna che ufficialmente ed oggettivamente ha preso una posizione netta ed inequivocabile, insieme a tutta la categoria, di fronte al mio caso. Io purtroppo non posso parlarVi di persona per cui mi sono affidato a lui, al quale ho richiesto personalmente di leggervi questo comunicato. Non sto a spiegare cosa significhi e cosa si provi nell’essere licenziato…. senza che ce ne fosse una motivazione valida ed oggettiva, ma di certo sto a spiegarVi che il mio caso di oggi, se si continua in un clima di omertà e di paura, potrebbe diventare il caso di qualcun altro domani e, di qualcun altro ancora dopodomani e così via. Ciò premesso, in una società onesta, giusta, sincera, dire qualcosa a mezzo di un volantino sindacale, che riguarda centinaia e centinaia di lavoratori, da componente di direttivo provinciale FIM e candidato a RSU/RLS non deve e non può significare essere licenziati. Da quando ho scelto di stare nel e con il sindacato mi sforzo di portare avanti le mie idee e proposte sui problemi presenti in fabbrica, ma anche di fare l’unità con le componenti sindacali tutte come rsu, segreterie e direttivi. Non si possono avere pregiudizi e pre-concetti sulle altre persone, anche se di diverse sigle e segreterie. Le persone bisogna valutarle sulla base della loro coerenza e del loro comportamento. Io vi dico che nella mia segreteria ho trovato tante persone disponibili, oneste e coerenti. Sono certo e non ho dubbi, che anche in questa assemblea prevalgono gli onesti e sinceri, che mi sono stati molto vicino. Penso a tanti, moltissimi di voi, che mi hanno telefonato o indirettamente hanno espresso la loro spontanea e sentita solidarietà in questi ultimi giorni. La honda e la sua spett.le direzione, non mi ha licenziato perché ho dato il volantino a quasi tutti gli operai, ma per quello che c’era scritto. Valutate e giudicate voi se ciò che è scritto non corrisponde ai problemi realmente presenti in fabbrica e dei quali da sempre se ne è parlato e discusso in tutte le occasioni (assemblee, direttivi, sciopero, ecc). Però per dovere di cronaca e di verità, vi informo che la Honda, pur considerandosi offesa, all’incontro del 2 maggio presso l’Ass.ne Ind.le di Piazzano (stabilimento honda logistica) si è mostrata disponibile ad una proposta-accordo purchè io lasciassi lo stabilimento. Ognuno di voi rifletta e si faccia la propria opinione. Io ho rifiutato tale possibilità! Io mi reputo un uomo libero, leale ed onesto con le mani pulite! Ho rifiutato tale possibilità perché sono stato eletto RSU e RLS di diritto grazie ai miei onesti e puliti 37 voti che mi legittimano a rappresentarVi. Io potrei avere mille difetti, ma certamente non quello di vendermi o rivendermi la pelle degli operai. Ripeto, non sono presente a questa assemblea, che avrei voluto fosse la prima della nuova RSU e non per un mio licenziamento.Io vi dico di stare sereni e tranquilli, di non avere paura, ma soprattutto non arrendervi! Sarebbe una sconfitta per tutti. Voi avete una vostra dignità di uomini e donne operai, di padri e madri che nessuno mai vi potrà togliere. Voi lavorate umilmente ed onestamente. Voi siete operai un po’ sporchi di grasso, di colla, di sudore fra qualche settimana, ma puliti nelle vostre coscienze, nei vostri pensieri, nelle vostre azioni. Vi abbraccio affettuosamente con l’impegno di rivederci presto. Appena uscite fuori dalla palazzina mi potrete rivedere; io vi sto aspettando fuori dal cancello.

UN FRATERNO ABBRACCIO A TUTTI VOI ONESTI MIEI AMICI E CONOSCENTI OPERAI E NON.

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