“Poi venne il periodo delle grandi scoperte, quando gli italiani si volsero alla matematica per studiare le leggi della prospettiva e all’anatomia per studiare la struttura del corpo umano, scoperte che valsero ad ampliare l’orizzonte dell’artista, ormai non più un artigiano fra altri artigiani, pronti a ricevere l’ordinazione di un paio di scarpe o di un armadio o di un quadro, a seconda dei casi. Egli fu di diritto un maestro, che non poteva raggiungere la fama e la gloria senza esplorare i misteri della natura e ricercare le leggi segrete dell’universo”.
(“La storia dell’arte”, E. H. Gombrich, Phaidon.)
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