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Media e tecnologia Pubblicità e mass media

Le belle balle ballano coi manager della pubblicità italiana.

Che la pubblicità italiana non faccia più tendenza è un fatto certo, assodato e certificato. Certo, visto il panorama della creatività pubblicitaria made in Italy. Assodato dall’assenza di dibattito culturale, all’interno, ma soprattutto all’esterno del perimetro del mercato. Certificato dai dati ufficiali: la Nielsen sancisce un calo strutturale e sostanzioso dei volumi su tutti i media italiani.

Epperò, ecco che tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010 abbiamo assistito a un lunga teoria di dichiarazioni ‘ufficiali’ di importanti manager delle agenzie di pubblicità italiane. Tutti hanno dichiarato lusinghieri risultati, non senza premettere, con una sospetta sintonia, una frase che è sembrata diventare un rito propiziatorio: ‘in controtendenza con l’andamento del mercato’.

Insomma, il mercato è crollato, ma tutti vanno in controtendenza. Deve essere una nuova e rivoluzionaria scoperta scientifica, di cui neppure Piero e Alberto Angela hanno ancora parlato: in ‘controtendenza’ i fiumi non scendono a mare, risalgono le cascate; ‘in controtendenza’ la mela che colpì sulla zucca Isacco Newton è tornata da sola sul picciolo che la teneva stretta al ramo dell’albero; ‘in controtendenza’ i terremoti non fanno crollare le case, le tirano su più belle di prima.

C’è della creatività nell’accezione ‘in controtendenza con l’andamento del mercato’. Magari presentiamo i bilanci al prossimo Festival di Cannes. Hai visto mai che rifacciamo tendenza? Beh, buona giornata.

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Media e tecnologia Pubblicità e mass media

“Non c’è più neanche il popolo dei creativi, mi disse tra i baffi”. Fa bene pensare ogni tanto a Emanuele Pirella.

Il Naso Fuori. Ma siamo proprio sicuri che Emanuele non ci sia più? -di Marco Ferri-advexpress.it

C’è stato sgomento, c’è stata retorica, ci sono state le celebrazioni. E’ interessante notare come le cose più significative siano state scritte dal giornale per cui Pirella ha lavorato, con Tullio Pericoli, per molti anni. E’ un poco triste notare che le cose più risibili siano state dette dalle persone della pubblicità italiana.

Emanuele inventò la figura retorica del “popolo dei creativi”. Lo fece allorquando divenne presidente dell’Art Directors Club italiano. Negli anni successivi, quando ci conoscemmo, e per lui lavorai, e poi con lui lavorai, e insieme lavorammo, ridemmo, litigammo, e di nuovo lavorammo e ancora ridemmo, l’idea che ci fosse una collettività di persone dedite alla creazione di messaggi pubblicitari era come un punto di riferimento: di cui tener conto, a cui riferirsi, con cui ingaggiare una competizione per fare meglio. L’ultima volta che ci siamo incontrati, davanti a due tazzine di caffè, c’era un terribile frastuono di lavori di ristrutturazione di un palazzo milanese:- Non c’è più neanche il popolo dei creativi, mi disse tra i baffi.

Già, quel frastuono. Allegoria di un impedimento alla parola detta e ascoltata, quanto della parola data, che è quello che è oggi la pubblicità italiana. Quel frastuono di biglietti da visita alti sonanti, di carriere fatte di riunioni, trucchi, tranelli, ritornelli, e parole dette per sentito dire. E dunque autorizzate a essere smentite, travisate, tradite.

Mentre per noi, che per lui abbiamo lavorato, che con lui abbiamo inventato annunci e campagne pubblicitarie, le parole avevano un peso, perché nascevano nella testa, attraversavano il braccio, scaturivano dalla mano, fiottavano dalla penna e riempivano un foglietto di carta bianca. Pronto a essere appallottolato e buttato, poi ripescato e riaperto, poi riletto e magari riscritto, poi ragionato e negato, assolto e condannato, e magari approvato, e poi consegnato all’annuncio. E alla fine visto, stampato, guardato con la diffidenza di chi poteva, magari aver fatto meglio. O al limite, aver scritto una cazzata.

Si amava il lavoro. Quello del copywriter. In Italia senza Pirella saremmo ancora alle frasette d’ effetto, magari scritte senza che finissero col punto.

Già, ‘il punto Pirella’. Bene. Emanuele, andandosene, ha messo il punto. E allora, forza! ci sono tanti titoli, testi e idee che devono ancora saper onorare quel punto. Lui lo ha messo per sempre, a noi inventare ancora qualcosa che abbia la dignità di meritarsi ‘il punto Pirella’. Punto. Beh, buona giornata.

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Attualità Media e tecnologia

Chiapas su la bufala.

Ma quale subcomandante Marcos. L’uomo a volto scoperto ritratto nella fotografia pubblicata nei giorni scorsi dal quotidiano messicano Reforma e indicato come il il leader degli zapatisti del Chiapas altri non è che un cooperante italiano, Leuccio Rizzo, che si trova in Messico da due anni con il comitato Chiapas ‘Maribel’ di Bergamo. A smentire quello che sembrava uno scoop del quotidiano (nessuno ha mai visto il vero volto di Marcos) è stato lo stesso Rizzo in una lettera inviata al direttore del giornale e pubblicata sul sito di Maribel.
Beh, buona giornata.

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Media e tecnologia Società e costume

Ciao e grazie di tutto.

E’ morto in un ospedale della Georgia per polmonite a 68 anni. H. Edward Roberts, considerato da molti – innanzitutto da Bill Gates – il vero inventore del personal computer. Aveva creato a metà degli anni 70 l’Altair 8800, il primo modello di pc che, in un’epoca in cui gli elaboratori elettronici erano ancora grandi come armadi, occupava solo parte di una scrivania. Beh, buona giornata.

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Attualità Media e tecnologia Società e costume

Velardi, corvo rosso, te lo devi ancora quadagnare il mio scalpo.

di Marco Ferri- 3Dnews, inserto di Terra, quotidiano ecologista.

Immaginate che dott.Jekill si metta in testa di curare mister Hyde. Avrete il novello spin-doctor della politica italiana. Claudio Velardi. Quello che per poco, solo 1,1% non fa perdere le elezioni a Renata “frangetta nera” Polverini, che era partita con un più 20 per cento sulla Bonino.

Quello che, contemporaneamente, fa la campagna elettorale in Campania per il Pd, e riesce nel miracolo di far perdere alla grande De Luca: Caldoro se lo è ciucciato con ben 15 punti di vantaggio. Una botta al cerchio e una alla botte?

Ma và. Il nostro è un professionista: mo’ pare pure che potrebbe prendere in appalto la comunicazione degli assessorati della Regione Lazio. Una bazzecola da 25 milioni di euro, secondo quanto riporta Dagospia.. Un vero professionista della mediocrità della politica italiana. Imperversa su giornali e tv, come un vero parvenu.

Dice di se di essere stato fascista, poi comunista, poi dalemiano, tanto dalemiano da entrare nel suo staff, poi bassoliniano. E finalmente il reuccio del lobbismo. Lobby? Una volta si chiamavano voltagabbana (prima di Dolce&Gabbana, s’intende!). Poi, poi assessore al turismo della Regione Campania. E lì che deve aver imparato a fare il turista cinico delle anomalie della politica italiana, nell’era del berlusconismo. Un po’ mi butto a destra, un po’ mi tengo a sinistra. Meno brillane del Totò di “poi dice che uno si butta a destra”, ma forse più redditizio. Tutto sommato, bisogna riconoscere che Claudio Velardi è l’animale geneticamente modificato di questo nuovo zoo che è il ceto politico italiano.

Non così bravo da far mangiare la polvere agli altri, ma abbastanza per fargli respirare la Polverini. Non ha inventato il doppio binario, ha solo divelto le traversine. Non ha inventato le convergenze parallele: ha sperimentato le divergenze incrociate. Insomma, Velardi è una nuova specie di comunicatore politico: ha innalzato il “fuoco amico” da tragica evenienza a comica strategia di comunicazione. Più che spin-doctor, si dovrebbe definire uno spin-killer. Non costruisce, distrugge. E fattura. La Reti Spa,la sua società di consulenza vanta un fatturato di 5 milioni di euro. Ma lui mira a ben altre mete.

Dice di sé di essere narciso. Chi lo avrebbe mai creduto? Vabbè. Negli USA lo stratega della campagna elettorale di Obama ha fatto eleggere il primo nero alla Casa Bianca. Lui, Claudio Velardi ha fatto molto di più: ha fatto eleggere una nera alla Regione Lazio. Mica bruscolini. Siamo alla farsa della professione del lobbista? Ma no. Per un ex fascista, un ex comunista, un ex questo, ex quello e ex quell’altro, alla fine basta un “ex voto”.

Tanto lo sanno tutti che la comunicazione è tutt’altra cosa. Come diceva Emanuele Pirella, che purtroppo, andandosene, ci ha lasciato un incolmabile vuoto: “La pubblicità deve dire la verità, solo la verità, tutt’altro che la verità”. Ecco allora il riscatto del Velardi, fattucchiere del “tutt’altro”. Beh, buona giornata.

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Attualità democrazia Media e tecnologia Popoli e politiche

Berlusconi bacia le mani a Gheddafi. Voscienza sa benedica?

Il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi si ferma per baciare la mano del dittatore libico Muammar Gheddafi. La scena, alla quale hanno assistito i partecipanti al vertice della Lega Araba a Sirte, è al centro di ironie e polemiche sulla stampa internazionale: inchinarsi a un leader controverso come Gheddafi stona con il tentativo del premier italiano di accreditarsi come il miglior amico di Israele in Europa.

Dell’episodio del baciamano ha parlato, tra gli altri, il quotidiano inglese The Guardian. La televisione iraniana Press Tv ha pubblicato il video e un fermo immagine del bacio sul suo sito internet.

Non è l’unica gaffe nella quale è incorso il premer durante il vertice libico: ieri gli obiettivi dei fotografi lo avevano colto mentre si assopiva durante i discorsi ufficiali. E il ministro degli Esteri Frattini? Beh, buona giornata.

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democrazia Media e tecnologia

E adesso vogliono licenziare Santoro.

“Alla luce delle ultime evenienze”, scrive Mauro Masi riferendosi alla serata di “Rai per una notte”. Il direttore generale ha mandato ieri mattina una lettera formale al presidente del Cda Paolo Garimberti e ai consiglieri per chiedere una riunione ad hoc e straordinaria sulla situazione complessiva “legata al signor Michele Santoro”. Viale Mazzini dovrebbe cioè valutare se i comportamenti del conduttore danneggiano o meno “la credibilità dell’azienda” e se il suo contratto “al di là di ogni giudizio di merito, travalica i limiti della gestione ordinaria e dei poteri del direttore generale”. In parole povere, significa che è partito l’attacco finale a Santoro. Obiettivo: la risoluzione del contratto. Ovvero, la cacciata dalla Rai.
(Beh, buona giornata).

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Attualità democrazia Media e tecnologia

Raiperunanotte: “Come se tutto quello che non si è potuto mai dire avesse trovato all’improvviso una finestra, uno sfogo impensato e impensabile.”

Un’altra Italia in tivù-l’espressonline.it
Raiperunanotte è stato un grande rito di liberazione collettiva. Lontano dalle censure e dal linguaggio ovattato di Rai e Mediaset. E ha messo a nudo la claustrofobia e il torpore in cui viviamo da troppi anni E’ stato un grande rito di liberazione collettiva. E’ stata una notte in cui in televisione si è potuto dire, per una volta, tutto quello a cui di solito non si può nemmeno accennare, tutto quello che è frenato dalle mille cautele dell’autocensura o dalle censure dirette dei grandi broadcaster.

E’ stata un’anomala puntata di “Annozero” che ha visto riapparire volti scomparsi dal monoscopio da tempo, come Daniele Luttazzi, con la sua comicità estrema. Che ha visto le argomentazioni lucide e pacate, seppur amareggiate, di Giovanni Floris e di Gad Lerner. Che ha visto la comicità surreale di Cornacchione giocare al rovescio sul partito dell’amore. E che ha trasmesso, recitate da voci di attori, le spaventose pressioni del premier all’Authority per le comunicazioni perché censurasse Santoro: quelle che le televisioni di Stato o direttamente in mano al premier si sono ben guardate dal rendere note, tanto meno in campagna elettorale.

Ma Raiperunanotte, la manifestazione-trasmissione per la libertà di stampa che è arrivata attraverso Internet o altri canali in centinaia di piazze e teatri e in centinaia di migliaia di case, è stato anche il battesimo di una nuova televisione: quella che non ha paura, quella che è forse normale in tutti i paesi dell’occidente, ma che da noi è diventato impossibile fare.

Non si sa ancora se è una televisione possibile, o se rimarrà l’esperienza di una sera: ma guardando e ascoltando gli ospiti di Santoro parlare, veniva da chiedersi che cosa sarebbe oggi l’Italia se per quindici anni non fosse stata anestetizzata da una comunicazione omologata, paludata, autocensurata anche nelle trasmissioni meno controllabili dal governo, come quelle di Floris e Santoro. Veniva da chiedersi che cosa sarebbe oggi l’Italia se i telegiornali non fossero – sempre, anche nei periodi in cui Berlusconi non è stato al governo – dei grandi silenziatori e degli inesorabili frenatori.

E’ stato, appunto, un grande rito di liberazione collettiva. Come se tutto quello che non si è potuto mai dire avesse trovato all’improvviso una finestra, uno sfogo impensato e impensabile.

A chi non è più un ragazzo, Raiperunanotte ha ricordato una storica trasmissione di Dario Fo, andata in onda a metà degli anni Settanta. Quando, dopo vent’anni di lontananza dalla Rai, lo scrittore e comico milanese ebbe la possibilità di portare il suo teatro sulla neonata Raidue. Allora il futuro premio Nobel recitava nella palazzina Liberty di Milano, in zona Vittoria; questa volta l’esplosione di libertà è arrivata dal Paladozza di Bologna, attrezzato a studio televisivo. Ma uguale era l’emozione e uguale la sensazione di violare un territorio abitualmente chiuso, quello appunto della tivù di Stato.

Questa volta, però, la Rai non c’era. Mentre Marco Travaglio raccontava l’odissea fantozziana della presentazione delle liste del Pdl del Lazio, il canale in cui avrebbe dovuto stare Santoro era impegnato nella trasmissione di una gara di pattinaggio: come nella vecchia Unione Sovietica, quando si riempivano i palinsesti di sport mentre i segretari del Pcus erano agonizzanti “per un raffreddore”.

E l’impressione che è emersa dalla nottata di ieri è stata proprio quella di un regime fatiscente e moribondo, claustrofobicamente chiuso in se stesso per quanto ancora furioso e capace di lunghi colpi di coda. Fuori, però, sta crescendo un’altra Italia che ha voglia di parlare, di ascoltare, di esistere. (Beh, buona giornata).

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Attualità democrazia Media e tecnologia

Raiperunanotte: è stato un successo.

(fornte: corriere.it)
Un filmato montato con un parallelo tra un comizio di Mussolini e l’intervento di Berlusconi alla manifestazione del Pdl di Piazza San Giovanni e le loro domande «retoriche» rivolte al popolo. Così al Paladozza di Bologna è iniziata «Raiperunanotte», la trasmissione nata dall’iniziativa ideata da Michele Santoro contro la decisione della Rai di sospendere tutti i talk show politici per rispettare la par condicio. Niente Rai, niente “Annozero”, ma “Raiperunanotte”. Un evento reale e visibile, al Paladozza di Bologna e sui maxischermi nella piazza fuori, per miglia di persone che hanno voluto partecipare direttamente all’insolito talk show. Un evento mediatico trasmesso da altre tv, in particolare da Sky Tg 24, ma anche da emittanti locali. E che ha soprattutto giocato la carta del web. Dirette sono state effettuate dal sito “Raiperunanotte”, creato per l’occasione, dai siti di Corriere, Repubblica, Stampa, da YouDem e altri ancora.

NAPOLITANO – Prende poi la parola Santoro che, dal palasport emiliano, si rivolge al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Noi non siamo al fascismo – dice il giornalista – ma certe assonanze sono comunque preoccupanti… Noi siamo qui per il nostro lavoro di giornalisti. «Noi non solo abbiamo il diritto di parlare ma anche il diritto di farci sentire, e il dovere di parlare e farci sentire. Noi dobbiamo essere ascoltati e per questo stasera noi accendiamo le nostre luci perché ricominci Annozero». Santoro ha ricordato poi il caso delle intercettazioni di Trani: «Vorrei ricordarle signor presidente – ha aggiunto – che per una telefonata Nixon dovette dimettersi: aveva ordinato di spiare i suoi avversari del partito democratico e una commissione del Senato, quando scoprì che le telefonate erano state registrate, disse di pubblicarle per sapere cosa è successo. Qui si è compiuto un delitto di grande gravità: interferenza politica sulla libertà di espressione». E ha ricordato che il 25 marzo di 40 anni fa «la radio libera di Danilo Dolci fu chiusa per un intervento della polizia era la prima radio libera italiana. Aveva violato al legge perché aveva violato il monopolio». «Io – ha aggiunto, rivolgendosi sempre a Napolitano – non voglio tirarla per la giacchetta, non voglio nè che firmi nè che non firmi, ma voglio ribadire che se i partiti non si allontano dalla Rai, sarà sempre prigioniera del conflitto d’interesse. Noi abbiamo il diritto, ma anche il dovere di parlare e di farci sentire, noi dobbiamo essere ascoltati. Per questo – ha concluso – noi accendiamo le nostre luci perchè ricominci Annozero». Alla fine del discorso Nicola Piovani ha eseguito in diretta la sigla di Annozero.

CORNACCHIONE – Poi irrompe un esilarante Antonio Cornacchione: «Con questa iniziativa – dice Cornacchione – si può dimostrare che in Italia non c’è la censura e quindi anche questa manifestazione andrà a favore di Berlusconi. Sento un afflato di amore che arriva dagli spalti. Quanto amore arriva da voi amici! Siamo 2, 3, 4… 6 milioni. Le cifre me le ha date Verdini”. Nel suo intervento di dieci minuti circa, il comico spiega che la “censura ha colpito due paladini della libertà, due giornalisti che non guardano in faccia a nessuno: Feltri e Minzolini». «Silvio – continua – non ha mai censurato nessuno, ci tiene a rimanere incensurato».

TRAVAGLIO – Come fa di solito durante le puntate di Annozero, Marco Travaglio a «Raiperunanotte» ha ricostruito i passaggi della vicenda delle intercettazioni della procura di Trani sul caso Rai e Agcom, che avevano al centro proprio «Annozero», definendolo uno «scandalo peggiore del Watergate», che sarebbe stato eccessivamente minimizzato. Il suo intervento è stato accolto da un applauso scrosciante, è stato forse il più applaudito fra tutti i protagonisti dell’iniziativa. «Masi – ha detto Travaglio – ha sollecitato esposti contro la propria azienda. È come se Moratti prima del derby chiamasse l’arbitro per chiedergli di inventarsi un fallo per espellere il proprio centravanti, magari su richiesta del presidente del Milan. Berlusconi dice che si è sempre espresso anche pubblicamente contro Annozero: ma è come se uno dicesse per tutta la vita che vuole ammazzare la moglie, poi assolda un killer e al processo si scusasse dicendo… “va beh, ma io l’ho sempre detto…”».
Successivamente il giornalista è intervenuto anche sul pasticcio delle liste del Pdl a Roma, ironizzando sul decreto interpretativo del governo.

FLORIS -LERNER – Poi è intervenuto il conduttore di «Ballarò», Giovanni Floris che si è detto «non d’accordo sul parallelo con il fascismo ma non è questo il punto – ha aggiunto -. Io penso che il bello di questo periodo sia che a una ingiustizia come la chiusura delle trasmissioni sia seguito un periodo in cui le persone hanno reagito. Questo ha portato a più aria. Dopo tutta l’aria che è stata sottratta in questo Paese, penso che sia il momento di ricominciare a respirare». Le intercettazioni saranno valutate dalla magistratura, ma da quelle telefonate emerge che c’è un politico che vede una cosa che non gli piace e ne chiede la chiusura. L’idea che quello che non ti soddisfa possa essere chiuso è un’idea asfittica». A seguire Gad Lerner: «Di fronte all’evidenza della Rai trattata come una tv privata di proprietà privata dei partiti, perché questo è stato il meccanismo che ha bloccato le tramissioni, forse bisogna che anche noi ripensiamo il modo di stare in tv dei politici. Questa compagnia di giro bisogna che cambi, gli ospiti sembrano sempre gli stessi di qualsiasi cosa si parli. Sembrano essere competenti di tutto».

RECORD WEB – Poi Santoro segnala che la diretta di «Rai per una notte» è il più grande evento in diretta del web italiano con 100.000 contatti unici in contemporanea. Poi diventati 120.000. Santoro successivamente ha mostrato Piazza Azzarita e ha parlato di Roma, Milano, Torino, commentando: «Dall’Italia è venuta una risposta straordinaria».

LUTTAZZI – Successivamente è cominciato lo show di Daniele Luttazzi, tutto concentrato su Silvio Berlusconi. Ma anche sul direttore del Tg1 Minzolini e il direttore generale della Rai Masi accusati insieme al premier nel monologo del comico di «fare un uso criminoso della tv». «Erano otto anni che aspettavo di dirlo…» ha detto Luttazzi facendo riferimento all’«editto bulgaro» del 2002, che sancì il suo allontanamento dalla Rai insieme a Enzo Biagi e Michele Santoro. Aprendo il suo intervento, pieno di battute al vetriolo sul premier Luttazzi spiega: «Berlusconi ogni tanto ha dei rimorsi, poi pensa a quanto è ricco e tutto passa…»). Luttazzi ha fatto un monologo di una ventina di minuti, forte, esplicito, pieno di allusioni sessuali, ma soprattutto molto critico contro il governo ed in particolare contro «Silvio Lolito Berlusconi» come lo ha definito, «lui è un fuoriclasse, la costituzione gli va stretta, sarebbe come far giocare Tiger Woods a golf in uno sgabuzzino». Quindi, Luttazzi ha dettagliatamente spiegato la sua teoria sui motivi per cui Berlusconi avrebbe il 60% del consenso, con una metafora sul sesso anale. Nel suo monologo non ha risparmiato battute nei confronti dell’ex vicepresidente della Regione Puglia Frisullo e del direttore del Tg1 Minzolini. «C’è una differenza – ha detto Luttazzi – fra una prostituta e certi giornalisti: ci sono certe cose che una prostituta non fa». Dagli spalti applausi scroscianti, anche quando Luttazzi ha criticato l’eccessiva timidezza dell’opposizione. Alla fine Luttazzi conclude contro il partito dell’amore berlusconiano, ricordando con Quintiliano che «Odiare i mascalzoni è cosa nobile».

LA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA ANNOZERO – Arriva anche il momento più strettamente giornalistico con una ricostruzione delle intercettazioni telefoniche sul caso Santoro, con le telefonate del premier al mebro dell’Agcom Innocenzi e di quelle tra quest’ultimo e Masi.

BENIGNI – Poi è il momento dello show di Roberto Benigni che invita tutti ad andare in «Zimbabwe il paese della libertà dove però non ci sono i masai, ma i Masi». «Siamo il paese della libertà – scherza Benigni – dove si può chiudere una trasmissione e si può fare una manifestazione contro i magistrati». Benigni poi sciorina battute sui radicali «che si sdraiano dappertutto», e sulle cifre fornite da Denis Verdini sulla manifestazione di sabato del Pdl, infine saluta Enzo Biagi («Peccato che non possa partecipare a questa iniziativa»). «Sant’Agostino diceva che anche quando se ne fa un cattivo uso, come Santoro, la libertà è un bene – conclude l’attore -. Si riferiva proprio a Santoro…».

INTERVISTA A FEDE- La trasmissione si conclude con un’intervista al direttore del Tg4 Emilio Fede, che minimizza la porta delle intercettazioni e sottolinea: «Hanno forse chiuso Annozero?». Fede poi chiede «maggiore rispetto per il capo del governo». E conclude: «Berlusconi non ha mai chiesto la chiusura di Annozero».

CROZZA E VAURO – C’è spazio per un ultimo sipario comico con Crozza che imita il ministro Brunetta e per le tradizionali vignette di Vauro.

LA DENUNCIA DELLA FNSI – Poco prima che si accendessero le telecamere di «Raiperunanotte» il presidente dell’Fnsi Roberto Natale intervenendo al microfono svela: «Abbiamo notizie di telefonate al gruppo di lavoro di Santoro da parte di dirigenti Rai che vogliono sapere cosa stanno facendo i collaboratori ricordando l’obbligo di esclusiva». «Ricordi bene la Rai, la vergognosa Rai di questi giorni che questa è un’iniziativa sindacale – prosegue Natale – e non si azzardino a pensare a provvedimenti, pensino piuttosto alle scandalose telefonate del direttore generale». Il riferimento è alle intercettazioni relative all’inchiesta sul caso Rai- Agcom.
(Beh, buona giornata).

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Pubblicità in crisi: anche Havas di Bollorè perde.

E’ stato approvato il 23 marzo, il bilancio 2009 di Havas Group. Le revenue del Gruppo guidato da Vincent Bolloré si sono attestate a 1,441 miliardi di euro, in calo dell’8,1% sul 2008. La crescita organica annuale ha segnato un -7,9%.

Nel quarto trimestre dell’anno le revenue sono state di 415 milioni di euro, con crescita organica a -4,4%, con un significativo miglioramento rispetto al precedente trimestre. I ricavi netti di Gruppo ammontano a 92 milioni, la posizione finanziaria netta al 31 dicembre 2009 era di 48 milioni, dopo un debito netto di 79 milioni a fine 2008. Beh, buona giornata.

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Finanza - Economia - Lavoro Media e tecnologia Pubblicità e mass media

La quarta crisi: Mondadori chiude il 2009 nel segno del disastro. L’Italia ha resistito alla crisi meglio degli altri?

Mondadori: la concessionaria chiude il 2009 a -24,4%, bene il web
L’andamento degli investimenti pubblicitari sui periodici (-27,1%) ha determinato per il Gruppo una significativa riduzione dei ricavi, nonostante sia in Italia che in Francia le performance di raccolta siano state superiori al mercato. Il fatturato consolidato 2009 è stato di 1.540,1 mln (-15,3%). Mondadori Pubblicità ha registrato ricavi pari a 250,4 mln. Positiva la raccolta di Radio R101 negli ultimi mesi dell’esercizio.
Il Consiglio di Amministrazione di Arnoldo Mondadori Editore, riunitosi il 23 marzo, sotto la presidenza di Marina Berlusconi ha esaminato e approvato il progetto di bilancio e il bilancio consolidato al 31 dicembre 2009 presentati dal vice presidente e amministratore delegato Maurizio Costa.

Nel 2009 hanno avuto piena manifestazione gli effetti della crisi finanziaria internazionale, anticipatrice della recessione che ha colpito duramente i settori dell’economia reale, con i noti impatti sulla produzione, sui consumi e sull’occupazione. Nei settori di attività di Mondadori il vero elemento di criticità è stato l’andamento degli investimenti pubblicitari sui periodici, che ha determinato per il Gruppo una significativa riduzione dei ricavi, nonostante sia in Italia che in Francia le performance di raccolta siano state superiori al mercato di riferimento.

Sempre nel settore periodici Mondadori ha ottenuto in Italia, grazie alla qualità delle proprie testate, una buona tenuta delle diffusioni, mentre il mercato dei collaterali ha proseguito nel previsto trend di forte riduzione; in Francia, dove è stata completata la rivisitazione del portafoglio prodotti, si sono confermati buoni risultati di diffusione, anche grazie al contributo degli abbonamenti; a fine agosto è stato lanciato il settimanale Grazia, con risultati superiori alle attese, sia in termini di copie vendute sia di raccolta pubblicitaria.

In un mercato dei libri che in Italia ha mostrato valori in lieve controtendenza rispetto all’andamento generale negativo dei consumi, Mondadori ha ottenuto risultati sia di fatturato che reddituali in linea con l’esercizio 2008, anno record per la presenza di bestseller, grazie alla pubblicazione di numerosi nuovi titoli di successo.

Sempre maggiore è stata l’attenzione e l’attività sugli altri business: Radio R101 ha ottenuto negli ultimi mesi dell’esercizio risultati di raccolta pubblicitaria superiori all’anno precedente, anticipando quello che si auspica essere un trend di ripresa per il 2010; particolarmente intenso è stato lo sviluppo della rete di negozi nel settore retail grazie al franchising; ulteriore impulso ha avuto l’attività digitale, sia nella commercializzazione dei libri sia nei periodici, dedicata ai siti delle maggiori testate in Italia e Francia, e alla raccolta pubblicitaria anche attraverso nuove joint venture.

La reazione di Mondadori a una situazione di mercato di straordinaria complessità e negatività è consistita, oltre che nella forte focalizzazione sulle attività di business sopra indicate, in alcune specifiche operazioni:
• la cessione dell’80% dell’attività industriale di stampa, avvenuta a fine 2008, anno in cui è stato ottenuto un significativo miglioramento della posizione finanziaria e realizzata un’importante plusvalenza; la partnership ha inoltre prodotto nel 2009 i positivi effetti attesi sia in termini di mantenimento della qualità di stampa e flessibilità della fornitura, sia di riduzione delle tariffe;
• la prosecuzione, con ulteriore impegno, del piano quadriennale di riduzione dei costi operativi iniziato nel 2008, attraverso interventi sulla struttura dei costi stessi – senza penalizzare la qualità dei prodotti – e una profonda ristrutturazione organizzativa sia in Italia che in Francia.
Il piano, che ha già consentito di ottenere nell’esercizio 2009 saving per circa 110 milioni di euro, si pone come obiettivo di raggiungere a fine 2011 un ammontare di risparmi, a perimetro costante, di 170 milioni di euro;
• la ristrutturazione del debito, iniziata e conclusa nel corso del 2009, ha consentito già negli ultimi mesi dell’esercizio di aumentare la flessibilità finanziaria a favore dei business, con l’allargamento dei covenant e l’allungamento delle scadenze delle linee di finanziamento bancario.

Il fatturato consolidato 2009 è stato di 1.540,1 milioni di euro, in diminuzione del 15,3% rispetto ai 1.819,2 milioni di euro del 2008. A perimetro costante, senza l’attività di stampa ceduta nello scorso esercizio, il fatturato (1.695,3 milioni di euro nel 2008) è risultato in calo del 9,2% (solo -2,6% nell’ultimo trimestre dell’anno).

Il margine operativo lordo consolidato del 2009 è risultato di 106,2 milioni di euro, in diminuzione del 57,4% rispetto ai 249,2 milioni di euro dell’esercizio precedente. Escludendo i risultati dell’attività di stampa (a perimetro costante), le plusvalenze e gli oneri di ristrutturazione organizzativa, il margine operativo lordo consolidato normalizzato è risultato di 133,1 milioni di euro, in diminuzione del 34,3% rispetto ai 202,7 milioni di euro del 2008; un calo riconducibile sostanzialmente alla flessione del fatturato pubblicitario e agli investimenti per il lancio di Grazia in Francia; gli impatti di questi due fattori sono stati mitigati dai crescenti risultati dell’attività di riduzione dei costi operativi.

A questo proposito è opportuno sottolineare come nell’ultimo trimestre 2009 la diminuzione sia stata dell’8,5% (-4,8 milioni di euro) rispetto al pari periodo dell’esercizio precedente, il che evidenzia un significativo rallentamento del trend di flessione.

Il risultato operativo consolidato è stato pari a 71,8 milioni di euro, in diminuzione del 64,7% rispetto ai 203,5 milioni di euro del 2008, con ammortamenti e svalutazioni di attività materiali per 13,4 milioni di euro (31,1 milioni di euro nel 2008) e immateriali per 20,9 milioni di euro (14,6 milioni di euro nel 2008).

La posizione finanziaria netta consolidata è passata da -490,3 milioni di euro di fine 2008 a -372,9 milioni di euro al 31 dicembre 2009, con un miglioramento di 117,4 milioni di euro; rispetto al 30 settembre 2008 (data antecedente alla cessione dell’80% di Mondadori Printing) il miglioramento è stato di 271,6 milioni di euro.

Al 31 dicembre 2009 il personale dipendente, a tempo indeterminato e determinato, in forza alle società del Gruppo risulta composto da 3.750 unità (3.925 al 31 dicembre 2008). Il dato consolidato mostra una riduzione di 175 unità (-4,5%), ottenuta attraverso blocco del turn over e politiche di efficienza legate all’avvio del piano di ristrutturazione. Come già comunicato, il Gruppo proseguirà, sia in Italia che in Francia, il piano di riorganizzazione iniziato nel 2008, con l’obiettivo di conseguire ulteriori importanti efficienze entro il 2011.

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• Libri
La Divisione Libri Mondadori ha registrato nel 2009 ricavi complessivi per 425,7 milioni di euro rispetto ai 434,3 milioni dell’esercizio precedente (-2%); al netto delle vendite congiunte il calo è ridotto all’1%. Nel 2009 la produzione libraria è stata di 2.449 novità (rispetto alle 2.695 del 2008) e di 5.137 ristampe (5.225 nel 2008), per un totale di 51,6 milioni di copie contro i 53,4 milioni dell’anno precedente.

Edizioni Mondadori ha registrato ricavi per 142 milioni di euro, in leggero calo rispetto all’anno precedente (-1,4%). Nel periodo di riferimento i ricavi di Einaudi sono stati di 50,2 milioni di euro (-2,9%): la flessione registrata è imputabile essenzialmente alla riduzione di fatturato per cessione di diritti per vendite congiunte. I ricavi di Sperling & Kupfer sono cresciuti dell’11,5% rispetto ai 12 mesi precedenti, raggiungendo 23,2 milioni di euro. Nel 2009 Piemme ha segnato un fatturato netto di 44,4 milioni di euro (-8,8%). Mondadori Education infine ha realizzato ricavi netti di vendita di 81,7 milioni di euro (-5,1%), mantenendo una posizione di rilievo nel mercato scolastico, con una quota del 13,3%, e confermandosi leader nella scuola primaria.

• Periodici Italia
L’esercizio 2009 è stato fortemente caratterizzato dagli effetti della crisi manifestatasi nella seconda parte del 2008 e che ha influenzato anche l’anno appena concluso. Il calo dei consumi ha interessato tutti i comparti della carta stampata incidendo sia sulla propensione all’acquisto dei lettori sia, e in modo ben più evidente, sul livello degli investimenti pubblicitari destinati ai mezzi tradizionali. Per quanto riguarda l’andamento delle vendite, il calo non si è verificato tanto per una diminuzione del numero degli acquirenti, quanto per una rarefazione della frequenza di acquisto.

La flessione dei ricavi pubblicitari a sua volta è stata determinata sia dalla contrazione dei volumi sia dalla inevitabile riduzione dei prezzi di vendita praticati agli inserzionisti. Va sottolineato che le testate Mondadori hanno performato meglio del mercato, in particolare nel segmento più rilevante, quello dei settimanali. In questo difficile contesto, che ha comunque visto da parte di Mondadori una forte reazione sul piano delle iniziative e della gestione, il fatturato della Divisione realizzato in Italia si è attestato a 494,3 milioni di euro, in calo del 14,1% rispetto ai 575,7 milioni di euro dell’esercizio 2008.

Tale andamento è spiegato dai seguenti fenomeni:
• la diminuzione dei ricavi diffusionali (-3,6%) è essenzialmente determinata da una contrazione dei volumi, solo in parte compensata dall’aumento dei prezzi di copertina;
• il sensibile arretramento delle vendite di prodotti collaterali (-18,4%) che, pur sorrette da un significativo aumento del numero di iniziative, ha dovuto registrare la prevista diminuzione dei volumi medi di vendita per singola operazione;
• il forte ridimensionamento dei ricavi pubblicitari (-27,1%) suddiviso, seppure con diversa intensità, su tutti i settori merceologici e su quasi tutti i giornali.
Le azioni poste in essere per reagire alla sfavorevole situazione di mercato hanno riguardato il sostegno e lo sviluppo delle testate e, in modo prioritario, interventi volti all’efficienza e alla riduzione dei costi operativi e di struttura.

Sul fronte delle diffusioni, in un contesto di mercato che ha visto un calo a copie di circa il 7%, Mondadori ha confermato la propria leadership con una quota di circa il 35%. Nel segmento dei femminili Donna Moderna ha mantenuto i propri ricavi diffusionali grazie anche all’aumento di prezzo praticato all’inizio dell’anno, mentre nell’area dell’up market Grazia ha più che confermato il livello di copie del 2008. Di assoluto rilievo i risultati di Tu Style, completamente rinnovato nella formula tanto da dover essere catalogato come un vero e proprio ‘lancio’, che ha portato la propria diffusione a 190.000 copie (+45%), incrementando i ricavi diffusionali di oltre il 30%.

Nel segmento dei newsmagazine Panorama ha ribadito la propria posizione di preminenza aumentando ulteriormente la distanza dalla concorrenza. Il comparto dei televisivi, che soffre da parecchi anni di un calo tendenziale delle diffusioni, ha visto la buona tenuta dei diversi giornali in portafoglio e in particolare di TV Sorrisi e Canzoni che, grazie all’aumento di prezzo apportato nell’anno e al costante lavoro di rinnovamento della testata, ha registrato un calo dei ricavi diffusionali molto contenuto (-3%).

Nell’ambito dei mensili più problematico è risultato l’andamento del settore delle testate di arredamento e di design (-5% i ricavi diffusionali), mentre quello dei giornali dedicati alla cucina ha evidenziato buone performance con diffusioni e ricavi in crescita. Promettenti, infine, le prospettive di Flair che, rilanciato a luglio, ha visto un buon incremento in edicola.

• Digital
Mondadori è presente nell’online con 47 siti internet che coprono tutte le attività del Gruppo, con ricavi che nel 2009 hanno registrato un incremento del 13%, a fronte di un mercato cresciuto del 5,1% (fonte Nielsen).
Particolarmente positiva la performance dei siti femminili del Gruppo, tra cui Donnamoderna.com, Starbene.it, Grazia.blog.it e Cosmopolitan.it. La leadership nel segmento si rafforzerà ulteriormente nel 2010 con il sito GraziaMagazine.it, lanciato lo scorso febbraio.

Attività internazionali
Nel 2009 le attività internazionali dei periodici Mondadori hanno generato un volume di affari complessivo di 118,5 milioni di euro. Grazie al buon andamento delle diverse testate e in particolare alle eccellenti performance di Grazia UK, i ricavi da licensing sono cresciuti del 15,4%; in forte progressione anche i ricavi derivanti dalla raccolta pubblicitaria per le testate del network (+34,4%), che compensano in parte il calo dei ricavi da syndication.

Nel 2009 è proseguita l’intensa attività di lancio di nuove edizioni internazionali: Grazia è arrivato in Cina, Francia, Thailandia e Indonesia; Flair in Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Ungheria, Casaviva in India. Nonostante la crisi economico-finanziaria complessiva e le difficoltà specifiche dei media, le primissime evidenze di queste nuove iniziative sono molto positive e superiori alle attese.Nel febbraio 2010 il ‘Grazia International Network’ si è inoltre arricchito dell’edizione tedesca.

La consociata Attica ha risentito in Grecia e nei Paesi balcanici dei ridimensionamenti dei budget pubblicitari delle aziende, ma con un’attenta politica di contenimento dei costi è riuscita a contrastare la flessione dei ricavi (-16,2%). Tra le edizioni internazionali realizzate dalle joint-venture del Gruppo si sono distinte Grazia Russia e Grazia Cina, lanciata nel febbraio 2009, che ha raggiunto diffusioni superiori alle aspettative, a fronte di una raccolta pubblicitaria influenzata dalla congiuntura economica internazionale.

• Periodici Francia
La Divisione Periodici Francia ha conseguito nel 2009 un fatturato di 343,5 milioni di euro, in calo dell’8,2% rispetto ai 374,1 milioni di euro dell’esercizio precedente. A perimetro costante, ovvero al netto delle testate cedute e dei nuovi lanci, il calo è del 6,6%. I ricavi diffusionali di Mondadori France, che comprendono sia le vendite in edicola che gli abbonamenti (circa 70% del totale), sono risultati in calo del 6% (-4,9% a perimetro costante).

In Francia nel 2009, un anno particolarmente difficile per il mercato pubblicitario, gli investimenti sono calati del 13% (a volume, fonte TNS). Mondadori ha conseguito una performance migliore del mercato con un -10,3% (a volume), grazie al già citato lancio di Grazia e al buon andamento di Biba nei mensili di alta gamma, registrando un fatturato di 81,6 milioni di euro (-13,8% rispetto ai 12 mesi del 2008).

• Pubblicità
Mondadori Pubblicità ha chiuso il 2009 con ricavi di 250,4 milioni di euro rispetto ai 331 milioni di euro del 2008 (-24,4%), riuscendo a contenere, almeno parzialmente, la forte contrazione rilevata già dopo i primi mesi dell’esercizio, grazie a una seconda parte dell’anno decisamente più performante del contesto di riferimento; la quota di mercato nei periodici raggiunta dalla concessionaria nel 2009 è di circa il 26,6% (fonte Nielsen).

Il risultato 2009 è stato anche caratterizzato da due elementi di disomogeneità:
– la raccolta complessiva ha risentito della perdita, negli ultimi due mesi dell’anno, delle testate edite dalla Società Europea di Edizioni (Il Giornale e i suoi periodici);
– l’ingresso della raccolta di Radio Kiss Kiss a partire dal mese di marzo 2009.

Il portafoglio dei magazine, sostanzialmente omogeneo a quello del 2008, ha registrato una performance che, pur essendo pesantemente negativa (-27,6%), è stata migliore del mercato di riferimento nonostante il calo di alcuni settori chiave per la concessionaria, tra cui moda, arredamento, cosmesi, ma anche auto, telecomunicazioni, finanza e largo consumo. Questo risultato è stato possibile grazie alle testate settimanali, mentre i mensili sono risultati in linea con il segmento di riferimento.

Superiore al trend di mercato è risultato nel 2009 l’andamento del mezzo radiofonico, che con R101 ha chiuso l’anno in calo del 6,4%, cui va aggiunto il fatturato di Radio Kiss Kiss, in portafoglio da marzo 2009, che ha portato i ricavi della concessionaria nel comparto a complessivi 25,5 milioni di euro.

Sul fronte Internet, in forte recupero durante l’estate, il sito Donnamoderna.com ha registrato un incremento dei ricavi del 13,8%.
Mediamond, la joint-venture di Mondadori Pubblicità e Publitalia ‘80 S.p.A. nell’advertising on-line, è operativa dal gennaio 2010 e conta attualmente su un portafoglio prodotti che raggiunge ogni mese circa 8 milioni di utenti unici con 600 milioni di page views.

• Retail
Il fatturato complessivo della Divisione Retail nel 2009 è stato di 194 milioni di euro, sostanzialmente in linea (-0,3%) rispetto ai 194,5 milioni di euro del 2008, con un andamento differente nei due semestri: i primi sei mesi dell’anno hanno chiuso con un calo del 3,6%, mentre il secondo semestre ha segnato un +2,4%.

• Radio
Gli investimenti pubblicitari nel mercato radiofonico hanno registrato nel 2009 una contrazione del 7,7% rispetto allo scorso anno (fonte Nielsen). L’ottimo andamento dell’ultimo trimestre ha molto ridimensionato la forte contrazione subita nei primi mesi dell’anno e fa sperare in un positivo 2010, a conferma del valore e della credibilità del mezzo radiofonico nel sistema della comunicazione.

Nel 2009 R101 ha registrato ricavi netti di 13,8 milioni di euro (-6,8%) rispetto ai 14,8 milioni di euro del 2008, corrispondenti a una raccolta pubblicitaria di 16,9 milioni di euro (-6,4% rispetto ai 18,1 milioni di euro del 2008).

Sul fronte degli ascolti, R101 si conferma al 5° posto tra le emittenti commerciali italiane che hanno aderito alla nuova indagine panel diari Audiradio, con circa 2 milioni di ascoltatori nel giorno medio e circa 6,2 milioni nei 7 giorni, fino a raggiungere un bacino di circa 9 milioni nei 28 giorni.

Il bilancio della Capogruppo Arnoldo Mondadori Editore al 31 dicembre 2009 ha presentato un utile netto pari a 53,2 milioni di euro (66,2 milioni al 31 dicembre 2008), mentre il margine operativo lordo si è attestato a 43,6 milioni di euro (97,9 milioni nel 2008). Quest’ultimo indicatore economico ha risentito in maniera particolare dell’andamento negativo del fatturato della divisione periodici, in difficoltà sul fronte delle diffusioni, per l’ulteriore flessione del mercato delle vendite congiunte e per il forte calo della raccolta pubblicitaria.

Evoluzione prevedibile della gestione
Nel primo bimestre dell’anno in corso non si è assistito a inversioni di tendenza dei mercati rispetto all’esercizio precedente in termini di consumi e, soprattutto, di investimenti pubblicitari: si può dunque ragionevolmente ritenere che il percorso da affrontare prima di una solida ripresa passerà ancora attraverso una fase di incertezza. Per quanto sopra assume significativa importanza l’impegno del Gruppo Mondadori nel processo di riduzione dei costi operativi, con la prosecuzione con nuovo impulso nelle azioni che hanno consentito già nel quarto trimestre dell’esercizio 2009 di conseguire un livello di redditività non lontano rispetto al pari periodo dell’anno precedente.

Le priorità strategiche sulle quali si concentrerà l’impegno aziendale saranno da una parte l’ulteriore focalizzazione sulla qualità dei prodotti e sulla gestione del core business e dall’altra l’investimento nelle aree di crescita, prima tra tutte il digitale. Mentre l’evoluzione a breve dei mercati di riferimento di Mondadori resta di difficile previsione, si può stimare che, a fronte di trend non ulteriormente peggiorativi degli investimenti pubblicitari, la Società sarà in grado di migliorare il livello di redditività operativa rispetto allo scorso esercizio. (beh, buona giornata).

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Finanza - Economia - Lavoro Media e tecnologia Pubblicità e mass media

Mediaset: ricavi pubblicitari -8,6%. La crisi punisce anche la tv commerciale. No, l’Italia non è il Paese che ha resistito meglio degli altri alla crisi.

Approvato il bilancio 2009 del Gruppo di Cologno Monzese. I Ricavi netti da bilancio consolidato sono pari a 3.882,9 mln. L’Utile netto è di 272,4 mln. Sul mercato italiano i ricavi netti segnano un +0,3% e i ricavi di Mediaset Premium crescono del 56,5% arrivando a quota 560,6 mln. Ricavi pubblicitari nel 2009 pari a 2.633,7 mln, in flessione dell’8,6% .

Il Consiglio di Amministrazione di Mediaset, riunitosi il 23 marzo sotto la presidenza di Fedele Confalonieri, ha approvato il progetto di bilancio di esercizio di Mediaset S.p.A. e ha esaminato il bilancio consolidato del Gruppo Mediaset al 31 dicembre 2009. I risultati dell’esercizio 2009 hanno risentito, soprattutto in Spagna, della profonda fase recessiva che ha investito l’economia mondiale. Un fenomeno che ha determinato una sensibile contrazione degli investimenti pubblicitari nei due mercati geografici di riferimento.

In tale contesto, il Gruppo in Italia ha comunque contenuto la flessione della raccolta pubblicitaria rispetto ai concorrenti, aumentando le proprie quote di mercato. Quanto agli ascolti televisivi, si conferma la leadership d’ascolto delle tre reti Mediaset in tutte le fasce orarie tra il pubblico 15-64 anni. Canale 5 è prima rete italiana nel target commerciale su tutte le fasce orarie. Inoltre, il controllo dei costi tv e l’ottimo andamento di Mediaset Premium hanno consentito di migliorare, soprattutto in Italia, i margini economici ridotti a causa dei minori ricavi pubblicitari.

I ricavi netti consolidati del Gruppo Mediaset ammontano a 3.882,9 milioni di euro in flessione del 7,5% rispetto ai 4.199,5 milioni di euro del 2008. La riduzione è da attribuire alla forte contrazione dei ricavi generati in Spagna dalla controllata Telecinco, mentre quelli complessivamente generati dalle attività in Italia sono risultati lievemente superiori (+0,3%) a quelli del 2008.
• l’Ebit è pari a 601,5 milioni di euro rispetto ai 983,6 milioni di euro dell’esercizio precedente (-38,9%). Tuttavia, nel corso dell’ultimo trimestre, la flessione dell’Ebit è stata, sia in Italia che in Spagna, decisamente inferiore a quella dei nove mesi precedenti.
• la redditività operativa si attesta al 15,5% rispetto al 23,4% del 2008 ma si colloca ancora una volta tra le migliori performance nel settore dei broadcaster europei.
• l’utile netto di competenza del Gruppo, al netto delle imposte, è pari a 272,4 milioni di euro (459,0 milioni di euro del 2008). Su questo risultato ha inciso per 40,1 milioni di euro la svalutazione del goodwill operata da Edam (holding di controllo Endemol).
• la posizione finanziaria netta di Gruppo passa da -1.371,7 milioni di euro del 31 dicembre 2008 a -1.552,0 milioni di euro al 31 dicembre 2009.

Italia
• I ricavi netti consolidati hanno raggiunto nell’esercizio 2009 i 3.228,8 milioni di euro in crescita dello 0,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (3.218,8 milioni di uro). Tale risultato, in totale controtendenza rispetto al settore, è stato ottenuto grazie ll’ottimo andamento delle attività di Mediaset Premium e dall’insieme delle altre attività on televisive (tra cui Mediashopping e la distribuzione cinematografica).
• Ricavi pubblicitari televisivi lordi: raggiungono i 2.633,7 milioni di euro, con una flessione pari all’8,6% rispetto ai 2.881,1 dell’esercizio 2008. Un risultato superiore all’andamento del mercato di riferimento che nel 2009 ha registrato una flessione del 3,4% (se si esclude il contributo di Publitalia il calo del mercato pubblicitario arriva al 5,6%). Nel corso dell’ultimo trimestre, che si confrontava con il periodo di maggiore difficoltà del 2008, i ricavi hanno registrato una flessione ridotta al 3,2%.
• Ricavi Mediaset Premium: i ricavi totali Premium hanno raggiunto i 560,6 milioni di euro rispetto ai 403,7 milioni di euro del 2008 (+38,9%). I ricavi dell’attività caratteristica. (vendita di carte, ricariche ed Easy Pay) hanno registrato una crescita ancora migliore: +56,5%. Le carte attive al 31 dicembre 2009 sono pari a circa 3,7 milioni rispetto ai circa 2,9 milioni dello stesso periodo dell’anno precedente. Un dato più che brillante, tenendo conto che al 30 giugno 2009 erano scadute oltre 2 milioni di tessere Premium.
• I costi televisivi totali segnano una riduzione pari al -1,8% rispetto all’anno precedente. Questo risultato conferma la scrupolosa politica di efficienza che riduce i costi senza generare effetti negativi sulla ricchezza del palinsesto e sugli ascolti delle reti Mediaset.
• L’Ebit si è attestato a 478,7 milioni di euro rispetto ai 596,8 milioni di euro dell’esercizio precedente (-19,8%).
• L’utile netto è pari a 269,0 milioni di euro rispetto ai 378,1 milioni di euro dell’esercizio precedente (-28,9%).

Ascolti televisivi. Nel 2009 le reti Mediaset confermano la leadership nazionale in tutte le fasce orarie tra i telespettatori tra i 15 e i 64 anni (target commerciale): Mediaset registra il 41,0% in prima serata e il 41,2% nelle 24 ore. Canale 5 è la rete italiana più vista nel target commerciale sia in prima serata (23,3%) sia nelle 24 ore (22,3%).

Spagna
• Nell’esercizio 2009 i ricavi netti consolidati generati dal Gruppo Telecinco sono stati pari a 656,3 milioni di euro rispetto ai 981,9 milioni di euro del 2008 (-33,2%). Tale risultato ha ovviamente risentito della congiuntura economica e finanziaria negativa a livello internazionale, congiuntura che in Spagna ha avuto effetti particolarmente severi.
• I costi totali registrano tuttavia una riduzione del 10,3% rispetto all’anno precedente. Su tale andamento ha influito anche l’utilizzo di fondi rischi contabilizzato nel primo semestre. Al netto di tale componente la riduzione è stata del 4,3%, risultato ottenuto grazie alle rigorose azioni di efficienza sul palinsesto e sulla gestione.
• L’Ebit si è attestato a 122,8 milioni di euro rispetto ai 386,9 milioni di euro del 2008, con una riduzione del 68,3%.
• Il risultato pre-imposte si attesta a 2,8 milioni di euro rispetto ai 207,6 milioni di euro dell’esercizio precedente.
• L’utile netto è stato pari a 48,4 milioni di euro rispetto ai 211,3 milioni di euro del 2008.
• Ascolti televisivi: Telecinco consolida il proprio ruolo di prima rete assoluta spagnola sul target commerciale con il 15,5% di share nel totale giornata.

La capogruppo Mediaset S.p.A. chiude l’esercizio 2009 con un utile netto di 329,7 milioni di euro rispetto ai 342,5 milioni di euro del 2008.

Evoluzione prevedibile della gestione.
La situazione economica internazionale, in particolar modo in Spagna, appare debole e incerta, con tempi di recupero che si profilano ancora lunghi. Tuttavia in questo inizio del 2010 gli investimenti pubblicitari, in particolare quelli televisivi, mostrano segnali di maggiore dinamismo. Nei primi due mesi dell’esercizio la raccolta pubblicitaria ha infatti registrato risultati decisamente positivi sia in Italia che in Spagna.Tale andamento, che si confronta comunque con il periodo più critico dell’anno precedente, pone solide basi per il perseguimento su base annua, nelle due aree geografiche di riferimento, di obiettivi di crescita dei ricavi e di ulteriore consolidamento delle quote di mercato del Gruppo.

In particolare in Spagna, Telecinco che nel 2009 ha risentito del marcato rallentamento economico e di una dinamica competitiva estremamente impegnativa, nel corso del 2010 potrà operare in condizioni più favorevoli. Da un lato la nuova normativa di settore, varata nel corso del 2009, non consente infatti dal 2010 alla televisione pubblica RTVE di operare sul mercato della raccolta pubblicitaria. Dall’altro lo scenario competitivo si presenterà più concentrato per effetto dell’integrazione tra Telecinco e Cuatro che sarà effettiva una volta perfezionate le operazioni societarie previste nell’accordo con Prisa raggiunto nello scorso dicembre.

Prevediamo quindi una crescita dei ricavi pubblicitari di Gruppo che sarà resa ancora più efficace dal mantenimento, anche nel corso del 2010, di una rigorosa politica di controllo dei costi televisivi. Infine, il fatto che in Italia si preveda il raggiungimento del break even operativo dell’attività Mediaset Premium e ulteriori miglioramenti delle performance delle attività diversificate, dovrebbe consentire di conseguire nel 2010 un risultato netto consolidato superiore a quello del 2009. (Beh, buona giornata).

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Attualità democrazia Media e tecnologia

Come nel ’48: se non è zuppa, è pan Bagnasco.

I comunisti mangiano i bambini. I preti li “amano”. “La vita umana va difesa innanzitutto dal delitto incommensurabile” dell’aborto. E questa difesa è uno dei valori “non negoziabili” in base al quale i cattolici devono votare nelle prossime regionali. Comizio elettorale per le elezioni regionali a favore del centro-destra, del signor Angelo Bagnasco, professione cardinale, al secolo presidente della Cei, acronimo della Conferenza episcolape italiana. Beh, buona giornata.

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democrazia Media e tecnologia

Al Gore:”Current racconta le storie che altri non raccontano. Ecco perche’ siamo orgogliosi di diffondere un importante programma d’informazione come ‘Annozero’, specie nel momento in cui altri canali non lo fanno”.

‘Current racconta le storie che altri non raccontano. Ecco perche’ siamo orgogliosi di diffondere un importante programma d’informazione come ‘Annozero’, specie nel momento in cui altri canali non lo fanno’. Sono le parole con cui Al Gore, ex vicepresidente Usa, ufficializza la messa in onda di ‘Rai perunanotte’ su Current (Sky 130), il canale italiano del network globale di scambio d’informazioni e attualita’ che lui stesso ha fondato nel 2005, insieme all’avvocato Joel Hyatt. Giovedi’ 25 marzo alle 21, il canale 130 di Sky trasmette in diretta l’evento ‘Raiperunanotte’, organizzato al PalaDozza di Bologna dalla redazione di Annozero. Invece da lunedi’ sara’ Michele Santoro a lanciare su Current, e sugli altri canali Sky della piattaforma, l’appello in difesa della liberta’ d’informazione e contro la censura della par condicio, rimandando all’atteso appuntamento bolognese di ‘Raiperunanotte’. Beh, buona giornata

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L’Italia è diventata un Paese di venditori. (Tanto non lo legge nessuno.)

L’Italia è diventato un Paese di venditori. Si vende il proprio sesso per avere un posto in parlamento, un ministero. Si vende il sesso degli altri, meglio sarebbe dire delle altre, per avere un appalto, una commessa per la fornitura di apparecchiature mediche. Si vende la propria professione per avere un posto da direttore di telegiornale. Si vende la propria faccia sui manifesti elettorali per un posticino in un consiglio regionale. Non produciamo più idee, prodotti innovativi, personalità istituzionali, intuizioni creative.

Non siamo più il Paese che si risollevò dalla tragedia della Seconda Guerra Mondiale, per diventare uno dei paesi più industrializzati del Mondo, un Paese che si rimboccò le maniche e ricostruì case, ponti, strade, fabbriche, ma anche diritti, competenze, convivenza civile, scuole per alunni, ma anche scuole di pensiero.

No, ormai vendiamo il vendibile. Così non è per nulla strano che si vendano onorificenze ai pompieri, quelli che si ammazzano di fatica, e spesso ci lasciano la pelle per salvare altre pelli, per toglierci dai guai. I guai, quelli che inavvertitamente facciamo contro di noi. I guai, quelli di cui siamo vittime, per colpa di “inavvertiti” politici e amministratori della cosa pubblica: che sono quelli che chiamano i pompieri quando frana un collina, sulla quale si sono date allegramente licenze edilizie; quando esonda un fiume, attorno al quale si è lottizzato senza pensare alle conseguenze; quando vengono giù le case, costruite con l’ingordigia dell’affarismo, invece che col cemento armato.

Quando è stato intervistato il responsabile amministrativo della Protezione Civile, a proposito della vendita delle onorificenze, egli mostrava orgoglioso il campionario: una medaglia e un paio di fregi alla comoda cifra di 130 euro. Un affare, no!? Ma certo che è un affare.

Il nostro Paese non è forse una grande, smisurata televendita? Alcune centinaia di migliaia di persone parteciperanno a una minifestazionde pubblica in piaza San Giovanni in Laterano. Compreranno la tesi del Governo.

Le posizioni politiche non si confrontano, si vendono nei talk show. Il talento non si esercita, si vende nei talent show. La politica non progetta, vende candidati.

La giustizia non sanziona comportamenti criminali, no, la giustizia vende l’ingiustizia del complotto contro gli eletti dal popolo. E gli imputati vendono la loro impunità.

L’informazione non vende giornali, no, vende “fango” contro quelli che presi con le mani nel sacco, vendono in saldi la loro sfacciata impunità.

Fin tanto che ci sarà qualcuno disposto a comprare la merce (della politica, dell’informazione, dell’intrattenimento, addirittura dell’architettura istituzionale), beh, che volete? È la legge della domanda e dell’offerta.

Ci stanno pignorando beni comuni, libertà collettive, diritti condivisi, l’idea della democrazia, la visione stessa del futuro dei nostri figli. Berlusconi, ogni giorno batte l’asta.

Un piccolo, forse prezioso “consiglio per l’acquisto”: cerchiamo, almeno di non comprare prodotti scaduti (così in basso). È un consiglio gratis.
Beh, buona giornata.

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democrazia Media e tecnologia

Qualcuno dica a La Russa che è un ministro della Repubblica italiana, non di quella di Salò. Presidente Fini, ci pensa lei, oppure ne ha perso completamente il controllo?

http://www.youtube.com/watch?v=VO1Pgl5lxB4

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Media e tecnologia Pubblicità e mass media

La quarta crisi continua a fare danni: i ricavi netti consolidati di Rizzoli Corriere della Sera vanno a-17%. RCS Pubblicità a -27,8%.

Il Consiglio di Amministrazione di RCS MediaGroup, riunitosi in data odierna, 18 marzo, presieduto da Piergaetano Marchetti, ha analizzato ed approvato unanimemente i risultati al 31 dicembre 2009.

Il Consiglio ha indicato Giovanni Bazoli, Luca Cordero di Montezemolo, Diego Della Valle, Cesare Geronzi, Piergaetano Marchetti (Presidente), Antonello Perricone, Giampiero Pesenti e Marco Tronchetti Provera come componenti del Consiglio di Amministrazione di RCS Quotidiani per il prossimo triennio.

Il 2009 è stato contrassegnato dalla pesante crisi internazionale economica e settoriale, con particolare impatto sul mercato pubblicitario. La riduzione del potere di acquisto ha pesato sulle diffusioni e sulle vendite di prodotti collaterali e collezionabili. Grazie alla rigorosa e profonda azione di efficienze sul piano dei costi, affiancata alla razionalizzazione e allo sviluppo di strategie editoriali sul versante della multimedialità, è stato raggiunto un risultato complessivo meno negativo di quanto atteso.

La raccolta pubblicitaria è l’attività che ha presentato le maggiori criticità in quanto ha risentito direttamente dell’andamento del ciclo economico, condizionando i risultati del Gruppo in Italia e soprattutto in Spagna. I prodotti editoriali cartacei, coinvolti in una fase di trasformazione e integrazione con i sistemi di comunicazione online, hanno presentato un trend negativo sostanzialmente in linea con le previsioni.

I ricavi netti consolidati di Gruppo si attestano a 2.206,4 milioni, rispetto ai 2.659,5 milioni al 31 dicembre 2008 (-17%), principalmente a causa della contrazione settoriale dei ricavi pubblicitari e diffusionali.

I ricavi pubblicitari di Gruppo si riducono da 942,1 milioni a 709,7 milioni (-24,7%), recependo un generale calo dovuto al ciclo economico sfavorevole, cui il settore pubblicitario è particolarmente sensibile: in particolare registrano minori ricavi pubblicitari le aree Quotidiani Spagna, Quotidiani Italia e Periodici, mentre prosegue l’ottimo andamento della raccolta pubblicitaria sui mezzi online e per le attività televisive. Considerando solo l’ultimo trimestre 2009 paragonato all’analogo periodo 2008, il calo è del 18,1%.

RCS Pubblicità registra ricavi per 403,9 milioni, con una flessione del 27,8% rispetto all’anno precedente (-21,1% a perimetro omogeneo), mentre – considerando solo l’ultimo trimestre del 2009 paragonato con l’analogo periodo 2008 – il calo è del 12,4%.

I ricavi diffusionali passano da 1.406 milioni a 1.216,7 milioni (-13,5%), principalmente per effetto della flessione dei ricavi da prodotti collaterali e collezionabili – che scontano i minori lanci effettuati in Italia e all’estero, a favore di una maggiore focalizzazione su opere mirate – e del calo dell’area Libri, in particolare relativo ai settori Varia Italia e Flammarion, che hanno adottato una prudente politica di rinvio all’anno in corso delle novità editoriali.

I ricavi editoriali diversi passano da 311,4 milioni a 280 milioni, principalmente a causa della rifocalizzazione del portafoglio di Dada, oltre che per minori ricavi dalla produzione di contenuti audiovisivi per conto terzi di Unidad Editorial.

L’EBITDA pre oneri e proventi non ricorrenti è pari a 133 milioni (270,6 milioni nel 2008). La flessione è strettamente correlata alla decisa riduzione della raccolta pubblicitaria, in parte compensata dal forte intervento sui costi operativi, scesi complessivamente di 317,5 milioni (13,4%).

Il Piano di Interventi – posto in essere dal Gruppo sia in Italia sia all’estero per contrastare la crisi generale e settoriale – ha portato nel 2009 a benefici pari a circa 158,7 milioni, superiori rispetto all’obiettivo prefissato di 130 milioni.

L’EBITDA post oneri e proventi non ricorrenti è pari a 35,7 milioni, rispetto ai 247,3 milioni del pari periodo 2008, recependo oneri al netto di proventi non ricorrenti nel 2009 per 97,3 milioni (prevalentemente relativi al costo del personale in Italia e all’estero) e nel 2008 per 23,3 milioni.

Il risultato operativo (EBIT) è negativo per 97,1 milioni (positivo per 130,1 milioni nell’esercizio 2008), in quanto sconta – oltre ai sopracitati 97,3 milioni di oneri – 14,1 milioni di oneri non ricorrenti relativi a svalutazioni di beni materiali e 19,3 milioni di svalutazioni di immobilizzazioni immateriali, anche a fronte dell’effettuazione di impairment test. Al lordo di quanto sopra evidenziato l’EBIT risulterebbe positivo per 33,6 milioni.

Gli oneri finanziari netti passano da 64,9 milioni a 33,4 milioni. La variazione positiva di 31,5 milioni è originata principalmente dalla riduzione dei tassi e in minor misura anche dalla diminuzione dell’indebitamento medio.

Il risultato netto di periodo è pari a -129,7 milioni. L’indebitamento finanziario netto, che si attesta a 1.057,1 milioni, registra un miglioramento di quasi 90 milioni rispetto al 31 dicembre 2008.

L’organico puntuale al 31 dicembre 2009 si riduce a 6.115 unità (rispetto alle 6.701 unità del 2008), per effetto dei piani di riorganizzazione avviati in Spagna e in Italia e delle variazioni di perimetro, registrando l’ingresso di nuove risorse nell’ambito dello sviluppo dei new media.

L’area Quotidiani Italia registra ricavi pari a 621,5 milioni (711,3 milioni nell’esercizio 2008). I ricavi pubblicitari evidenziano una flessione del 15,3%, ridottasi al 3% nell’ultimo trimestre dell’anno. Si segnala il buon andamento della raccolta pubblicitaria sui mezzi online. I ricavi diffusionali flettono dell’11,3%, principalmente a causa del calo dei prodotti collaterali.

Corriere della Sera e La Gazzetta dello Sport si confermano leader nei settori di riferimento (fonte ADS Media Mobile dicembre 2008-novembre 2009), rispettivamente con 530.000 (-13,5% anche a causa della riduzione delle diffusioni sui canali promozionali) e 347.000 (-8,7% principalmente a causa della riduzione delle diffusioni sui canali promozionali e per effetto dell’assenza di eventi sportivi di rilievo) copie medie diffuse.

I siti online corriere.it e gazzetta.it registrano un costante e rilevante incremento di utenti unici medi nei giorni feriali, rispettivamente con 1,3 milioni (+22,7%) e 767.000 (+19%). Nel corso dell’anno sono state inoltre registrate ottime performance delle versioni mobile di entrambi i siti, con utenti unici più che quadruplicati.

L’EBITDA, che passa da 99,8 milioni a 11,4 milioni (includendo oneri non ricorrenti per 3,7 milioni nel 2008 e per 41,4 milioni nel 2009), risente della contrazione del fatturato principalmente in ambito pubblicitario, pur beneficiando di interventi sui costi che hanno permesso nel 2009 un risparmio complessivo di 35 milioni.

In Spagna Unidad Editorial registra ricavi pari a 511,7 milioni rispetto ai 635,5 milioni del 2008. I ricavi pubblicitari, pari a 199,3 milioni, registrano nel 2009 una flessione del 26% che interessa tutti gli ambiti di attività con l’eccezione dell’online; tale flessione è invece dell’11,2% se si considera l’ultimo trimestre dell’anno.

I ricavi editoriali, pari a 264,1 milioni, in flessione del 12%, riflettono i minori lanci di prodotti collaterali, bilanciati in parte dall’aumento del prezzo di El Mundo.es e Expansión. El Mundo.es si conferma secondo quotidiano nazionale con 300.000 copie medie giornaliere (-7,2%), mentre Marca, testata di informazione sportiva, si attesta a 284.000 copie (-4,1%). (Fonte OJD)

I siti online registrano nell’anno ottime performance: elmundo.es tocca la media di 21,3 milioni di utenti unici mensili (+34,7% rispetto al 2008), marca.com si conferma leader nel segmento sportivo con una media di 17,6 milioni di utenti unici mensili, e expansión.com – portale di informazione finanziaria – arriva ad una media di 1,9 milioni di utenti unici mensili. Si ricorda il lancio a fine 2009 del nuovo sito elmundo.es/America.

L’EBITDA, che passa da 51,1 milioni a 12,4 milioni (includendo oneri non ricorrenti per 7,2 milioni nel 2008 e per 20,9 milioni nel 2009), sconta principalmente la riduzione dei ricavi pubblicitari, in parte compensati dalla plusvalenza per la cessione degli immobili siti a Madrid (10,9 milioni), ma soprattutto registra benefici per 57 milioni ottenuti dalle azioni di efficienza realizzate.

I ricavi dell’area Libri passano da 690 milioni a 579,1 milioni, principalmente per la programmata diminuzione e focalizzazione dei lanci di opere collezionabili (-69,4 milioni) e per la differente composizione del piano editoriale del settore Varia Italia e Flammrion. In controtendenza, i ricavi del settore Education sono in lieve crescita. L’EBITDA passa da 53,7 a 30,5 milioni (includendo oneri e proventi non ricorrenti per 0,2 milioni nel 2008 e per 16 milioni nel 2009) e registra benefici per 16 milioni.

I ricavi dell’area Periodici passano da 313 milioni a 246,4 milioni (-21,3%) a causa dei negativi andamenti di mercato della raccolta pubblicitaria, delle diffusioni e dei ricavi da prodotti collaterali: i ricavi editoriali diminuiscono dell’11,6%, mentre i ricavi pubblicitari, pur mostrando un’attenuazione del calo nell’ultimo trimestre dell’anno, flettono del 29,6%. Si segnala il positivo andamento edicola dei mensili Amica e Bravacasa e il gradimento per il restyling di Max. In ambito multimediale, si segnalano le attività di Leiweb (145 milioni di pagine viste nell’anno) e del portale ATCasa, che ha conquistato la leadership nell’ambito di riferimento con 68 milioni di pagine viste nell’anno. L’EBITDA, pari a 18,5 milioni nel 2008, è negativo per 6,7 milioni (includendo oneri non ricorrenti per 3,8 milioni nel 2008 e per 11,4 milioni nel 2009) e beneficia di risparmi per 37,1 milioni.

L’area Attività televisive (Digicast) presenta ricavi pari a 27,6 milioni, in crescita del 2,2% rispetto all’esercizio precedente, in particolare per il buon andamento dei ricavi pubblicitari (+52,2%) grazie anche alla raccolta del canale Lei. L’EBITDA, pur scontando oneri non ricorrenti per 0,5 milioni per il trasferimento delle attività da Roma a Milano (1 milione nel 2008), incrementa da 10,2 a 11 milioni (+7,8%) per effetto della riorganizzazione dell’offerta e per i risparmi conseguenti all’accentramento delle strutture.

Il quarto trimestre dell’esercizio 2009 ha confermato una progressiva attenuazione del trend negativo, già evidenziata nel terzo trimestre, senza peraltro che si possa ancora delineare una strutturale inversione di tendenza della pesante crisi finanziaria in atto.

Per far fronte all’evoluzione dello scenario di mercato, il Gruppo ha a suo tempo definito ed in larga parte realizzato nel corso dell’esercizio 2009 un piano di interventi focalizzato sulla riduzione dei costi e sulla revisione del modello di business, trasversale alle società del Gruppo in Italia e all’estero. Parallelamente alla necessaria e imprescindibile implementazione del piano sui costi, prosegue e si rafforza – nella convinta ricerca di nuovi spazi editoriali – l’impegno multimediale per lo sviluppo di sinergie tra testate e nuovi prodotti e verso nuove forme di fruizione dei contenuti.

Il Piano di interventi pone inoltre particolare attenzione alla situazione finanziaria, non escludendosi la valutazione di revisioni del perimetro del Gruppo, compatibilmente con l’andamento del mercato, rispetto alle attività ritenute non core. I costi per la realizzazione di tale progetto gravano in prevalenza sull’esercizio 2009, che pertanto presenta un risultato negativo, ma già nell’esercizio 2010 si realizzeranno gran parte degli effetti positivi attesi.

RCS considera il 2010 come un anno di importante transizione e – si augura – di stabilizzazione degli andamenti macroeconomici dei mercati in cui opera. In assenza di eventi allo stato non prevedibili, si attendono pertanto risultati correnti in miglioramento rispetto al 2009, sostenuti anche dal proseguimento delle rigorose azioni di contenimento dei costi e dagli effetti degli interventi compiuti nel 2009 e che si completeranno nel 2010, pur tuttavia permanendo zone di incertezza sull’evoluzione del quadro congiunturale.

Il Consiglio ha indicato il prof. Giovanni Bazoli, l’avv. Luca Cordero di Montezemolo, il dr. Diego Della Valle, il dr. Cesare Geronzi, il prof. Piergaetano Marchetti (Presidente), il dr. Antonello Perricone, l’ing. Giampiero Pesenti e il dr. Marco Tronchetti Provera come componenti del Consiglio di Amministrazione di RCS Quotidiani per il prossimo triennio. Beh, buona giornata.

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Media e tecnologia Pubblicità e mass media

Per uscire dalla quarta crisi ci vuole un’altra via: per Global Survey Nielsen, il 58% dice no alle news a pagamento.

(fomte: advexpress.it)
Dalla Global Survey Nielsen, condotta nell’autunno 2009 in 52 paesi, emerge che 1/3 degli intervistati potrebbe considerare l’idea di pagare per accedere ai siti dei principali quotidiani online, mentre il 58% afferma di essere contrario. Più è alto il valore assegnato al contenuto, più gli intervistati si sono dichiarati disposti a pagare. Il 47% si dichiara disposta ad accettare più adv per ridurre il costo.

Siamo disposti a pagare per le news online, che rappresentano ormai una commodity, disponibile oggi gratuitamente? Nielsen ha posto questa domanda a più di 27.000 individui in 52 paesi del mondo, e la risposta è stata ‘potrebbe essere’.

E’ quanto emerge dalla Global Survey Nielsen, condotta nell’autunno 2009 nelle cinque regioni geografiche: Europa, Asia/Pacifico, Medio Oriente/Africa/Pakistan (MEAP), America Latina e Nord America. Con questa indagine, Nielsen ha cercato di fornire una risposta all’interrogativo su cui negli ultimi tempi si è concentrata l’attenzione del mercato e dei grandi gruppi editoriali, che stanno valutando l’opportunità di distribuire news via internet a pagamento per combattere la crisi del settore.

Molti consumatori sarebbero quindi disposti a pagare per i contenuti online. Un terzo di tutti gli intervistati nei 52 paesi afferma, infatti, che potrebbe considerare l’idea di pagare per accedere ai siti dei principali quotidiani online. Il 58% afferma di essere contrario, mentre l’8% ha già pagato per l’abbonamento a quotidiani online.

Come prevedibile, la maggior parte degli intervistati (85%) preferirebbe che i contenuti oggi ‘free’ rimanessero tali, ma ci sono delle opportunità se si analizzano i risultati nel dettaglio. Infatti, molto dipende dalla tipologia di contenuto offerto: più è alto il valore assegnato, soprattutto se è già capitato in passato di pagare per quella tipologia di contenuto, più gli intervistati si sono dichiarati disposti a pagare.

I consumatori tendono così ad essere più propensi a pagare per spettacoli teatrali, musica, giochi, video professionali, che includono anche spettacoli televisivi attuali, e le riviste, sebbene per queste tipologie di intrattenimento circa la metà degli intervistati si rifiuterebbe di aderire ad un servizio a pagamento.

Più persone preferirebbero pagare per leggere riviste piuttosto che quotidiani online (39% vs 34%); tuttavia esiste un 31% di consumatori che attribuisce un valore alle news disponibili solo online, tale da giustificare un costo per la loro consultazione.

Come è facile intuire, sono gli utenti sotto i 35 anni di età quelli più propensi a pagare. Se da una parte c’è la convinzione che i giovani nati nell’era digitale siano più abituati rispetto agli over 35 a disporre di contenuti online gratuiti, dall’altra parte è vero anche che i giovani digitali hanno imparato ad apprezzare e a dare un valore al contenuto online, mostrando quindi allo stesso tempo una maggiore propensione all’idea di un possibile pagamento per questo servizio.

I favorevoli ritengono però che le news dovrebbero rispettare dei criteri precisi, prima di diventare un bene a pagamento: ad esempio permetterne il libero utilizzo e la condivisione una volta scaricate le informazioni e prevedere l’eliminazione della pubblicità (64% degli intervistati). Le aziende stanno sperimentando diverse tipologie di pagamento, da un abbonamento full service a delle transazioni individuali, con micro-pagamenti (eventualità preferita dal 52% degli intervistati).

Un altro aspetto da non sottovalutare è che quasi la metà degli intervistati (47%) si dichiara disposta ad accettare più pubblicità per ridurre il costo dei contenuti a pagamento. Questa percentuale è più alta nelle regioni meno industrializzate (55% in Asia Pacifico e 57% in Medio Oriente, Africa e Pakistan) mentre scende al 40% circa in Europa e Nord America. (Beh, buona giornata).

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Caso Rai-Agcom: ammesso e non concesso che si vada sotto processo, ecco i reati che potrebbero essere contestati a Berlusconi, Innocenzi e a Minzolini (quello che in tv ha detto di non essere indagato).

Rai-Agcom, Berlusconi, Innocenzi e Minzolini, ecco cosa dice il codice per i reati ipotizzati-repubblica.it

Concussione e violenza o minacce all’Agcom per Berlusconi; favoreggiamento per Innocenzi; rivelazione di segreto per Minzolini: ecco cosa dice il codice penale riguardo ai reati per i quali il premier, il commissario dell’Agcom e il direttore del Tg1 risultano iscritti nel registro degli indagati.

Silvio Berlusconi. Art. 317 – Concussione. Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che, abusando della sua qualità o dei suoi poteri, costringe o induce taluno a dare o a promettere indebitamente, a lui o ad un terzo, denaro od altra utilità, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni.

Art. 338 – Violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario. Chiunque usa violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario o ad una rappresentanza di esso, o ad una qualsiasi pubblica Autorità costituita in collegio, per impedirne in tutto o in parte, anche temporaneamente o per turbarne comunque l’attività, è punito con la reclusione da uno a sette anni. Alla stessa pena soggiace chi commette il fatto per influire sulle deliberazioni collegiali di imprese che esercitano servizi pubblici o di pubblica necessità, qualora tali deliberazioni abbiano per oggetto l’organizzazione o l’esecuzione dei servizi.

Giancarlo Innocenzi. Art. 378 – Favoreggiamento personale. Chiunque, dopo che fu commesso un delitto per il quale la legge stabilisce la pena dell’ergastolo o la reclusione, e fuori dei casi di concorso nel medesimo, aiuta taluno a eludere le investigazioni dell’Autorità, o a sottrarsi alle ricerche di questa, è punito con la reclusione fino a quattro anni. Se si tratta di delitti per i quali la legge stabilisce una pena diversa, ovvero di contravvenzioni, la pena è della multa fino a lire un milione.
Le disposizioni di questo articolo si applicano anche quando la persona aiutata non è imputabile o risulta che non ha commesso il delitto.

Augusto Minzolini Art. 379 bis – Rivelazioni di segreti inerenti a un procedimento penale. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque riveli indebitamente notizie segrete concernenti un procedimento penale, da lui apprese per aver partecipato o assistito ad un atto del procedimento stesso, è punito con la reclusione fino ad un anno. La stessa pena si applica alla persona che, dopo aver rilasciato dichiarazioni nel corso delle indagini preliminari, non osserva il divieto imposto dal pubblico ministero. (Beh, buona giornata).

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Che razza di giornalista è il direttore di un giornale che ha scritto e interpretato in diretta un editoriale nel quale smentiva di essere indagato?

Secondo quanto risulta,contrariamente a quanto egli stesso ha smentito, Augusto Minzolini, direttore del TG Uno, risulterebbe indagato dalla Procura di Trani per l’inchesta Rai-Agcom. Di fronte alla Legge italiana, Minzolini ha il diritto di essere innocente fino al terzo grado del giudizio. Di fronte ai telespettatori del più importante telegiornale italiano, egli ha il dovere di dare immediate dimissioni: ha dato notizie infondate su un fatto di cronaca, di cui egli stesso è protagonista. Nessuno editore privato gli potrebbe perdonare un tale smisurato errore professionale. Figuriamoci se l’editore è il servizio pubblico. Augusto Minzolini deve dimettersi, il cdr del TG Uno deve sfiduciare Minzolini, la Rai deve licenziare Minzolini. A voi la scelta. Beh, buona giornata.

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