di Thomas Piketty
Secondo una favola abbastanza diffusa, nei paesi occidentali, dopo l’età dei Lumi e delle “rivoluzioni atlantiche”, si sarebbe definitivamente affermata l’uguaglianza giuridica.
La Rivoluzione francese e l’abolizione dei privilegi della nobiltà, la notte del 4 agosto 1789, vi figurerebbero come atto costitutivo. La realtà è evidentemente più complessa.
Fino agli anni Sessanta del Novecento le repubbliche di Stati Uniti e Francia furono, in fatto di diritti, repubbliche schiaviste, coloniali e discriminatorie. E questo vale anche per le monarchie britannica e olandese.
Un po’ ovunque, le donne sposate dovettero aspettare gli anni sessanta-settanta per emanciparsi dalla tutela giuridica dei mariti e ottenere la formale parità giuridica tra i sessi.
In realtà, l’uguaglianza dei diritti proclamata alla fine del XVIII secolo è, prima di tutto, un’uguaglianza tra gli uomini bianchi, in particolare tra gli uomini bianchi proprietari”. (Thomas Piketty, “Una breve storia dell’uguaglianza”, La Nave di Teseo.)