Mese: Novembre 2024

La condizione della donna lavoratrice in una grande azienda è il background di “Dannazione donna”, scritto e diretto da Marco Ferri, in scena al Teatro San Giustino il 30 novembre e il 1° dicembre. Monica Ferri interpreta otto donne, in una commedia dai ritmi incalzanti, piena di colpi di scena con un finale impareggiabile.

“Dannazione donna “sarà di nuovo in scena a Bracciano il prossimo 7 e 8 dicembre, nell’ambito della rassegna “La cruna del Lago”.
Dicono dello spettacolo:

Se Landini fa rima con Salvini.
“Non è il nostro sciopero”, ha detto Landini. Quindi che venga amputato uno sciopero e quindi un diritto sindacale è uno scandalo solo se tocca le confederazioni, il sindacalismo di base può anche crepare. Perché io so io, e i vostri diritti non sono un cazzo.
Addio ad Annina Rabolini.
È improvvisamente mancata Annina Rebolini, donna colta, impegnata nella cultura a Milano, nota per l’acume, il sense of humor, il savoir vivre, l’attitudine alla gestalt.
Al suo compagno di vita, Fritz Tschirren, arrivino le più genuine e condivise condoglianze.
VERITÀ E GIUSTIZIA PER ELENA
di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro
Elena Nadirashvili, georgiana di Tbilisi, aveva 55 anni ed era una brava badante, come testimoniano le famiglie per le quali aveva lavorato. L’ultimo rapporto di lavoro le è stato fatale.
Dopo aver concluso un incarico a Napoli il 23 luglio 2024, ne aveva iniziato uno nuovo il 1° agosto, per assistere una signora anziana in una famiglia di Torre del Greco che ha una casa al mare a Palinuro.
Le viene chiesto di raggiungere l’abitazione estiva con il treno da Salerno. Le fanno subito un contratto, cosa che raramente capita alle georgiane: vengono infatti da una realtà difficile e di solito accettano i lavori più umili e meno garantiti.
Il lavoro non sembra male, lo testimonia un video realizzato l’11 agosto da Elena, in cui si vedono l’anziana e un suo famigliare, nella cucina di Palinuro. Una serenità che durerà ancora per poco.
Il 14 agosto l’anziana tenta di accendere un barbecue a gas e viene avvolta da una fiammata improvvisa. Urla, la badante accorre e le fiamme investono anche lei, causandole gravi ustioni.
Intervengono i vicini, che chiamano i soccorsi: la situazione è grave ed Elena viene trasportata con l’elisoccorso al Cardarelli di Napoli dove la ricoverano nel reparto grandi ustionati. È cosciente, soffre moltissimo ma riesce a parlare, anche se a fatica.
Dopo un paio di settimane contatta i datori di lavoro per chiedere sostegno e aiuto, ma trova un muro di gomma. Arrivano a dirle di prendere un interprete “perché non si capisce cosa dici”, eppure dalle sue chat si evince che parla italiano discretamente e tra i suoi documenti conserva i quaderni usati per studiare la nostra lingua.
Ottiene soltanto che qualcuno le porti i suoi indumenti in ospedale, lasciandoli fuori dal reparto: niente contatti. Elena non si arrende e a ogni suo risveglio dalla sedazione prova nuovamente a contattare la famiglia: le interessano soprattutto i documenti per rinnovare il permesso di soggiorno.
Elena resiste per quattro mesi in terapia intensiva poi, sabato 16 novembre, finisce di soffrire.
Senza un gesto dai suoi datori di lavoro, senza aver ricevuto un euro, tanto meno i documenti richiesti. Per lei parla il contratto, che risulta ancora in essere. Di lei nessuno si interessa, le poche notizie circolate sui media parlano addirittura di un incidente occorso a una turista.
Poco prima di morire ha ricevuto un po’ di sollievo dall’arrivo dei fratelli: volevano trasferirla in Germania per tentare di salvarla, ma era troppo tard
i. La Rete nazionale dei lavoratori domestici si è messa subito a disposizione dei familiari di Elena Nadirashvili, perché la morte della badante venga riconosciuta come esito di un infortunio sul lavoro.
Il corpo è pronto per il ritorno in patria, in una bara di zinco saldata per rallentare la decomposizione. Il rito ortodosso è già stato celebrato. Elena attende verità e giustizia.
di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro
Con queste accuse lunedì sera, 25 novembre, è stato arrestato su ordine della Procura di Napoli il 38enne Pasquale Punzo, proprietario di fatto della casa di Ercolano trasformata in fabbrica clandestina di fuochi d’artificio, saltata in aria il 18 novembre uccidendo il 18enne Samuel Tafciu, padre di una bimba di pochi mesi, e le gemelle 26enni Sara e Aurora Esposito, quest’ultima madre di una bimba di 4 anni.
I sostituti procuratori Stella Castaldo e Vincenzo Toscano hanno ordinato l’arresto di Punzo per il concreto pericolo di fuga dell’uomo.
Soltanto indagata Giulia Eboli, ex compagna dell’arrestato e madre della 13enne cui era formalmente intestata la casa.
Nell’indagine è emerso che l’esplosione è stata provocata da 5-10 chili di miscela di polvere flash, altamente instabile, usata per confezionare i “botti”.
Nell’abitazione erano presenti altri 350 chili di sostanze ancora da miscelare.
Il reato di caporalato è legato alle condizioni in cui le tre vittime lavoravano, oltre che alla totale mancanza di formazione.
Samuel, che fisicamente confezionava gli ordigni, veniva pagato 250 euro a settimana, le gemelle 150 ciascuna, approfittando del loro stato di necessità.
Se Samuel viveva con la compagna 17enne e la suocera, le gemelle abitavano a Napoli con la madre in un’abitazione fatiscente del quartiere Ponticelli procurata da Punzo, che ogni giorno passava per accompagnarle al lavoro.
di Piero Santonastaso | Facebook.com /Mortidilavoro
Otto vittime del lavoro, tra sabato 23 e domenica 24 novembre, concludono nel peggiore dei modi una delle settimane più sanguinose dell’anno: 30 morti in 7 giorni, nel silenzio dei media e nel disinteresse del governo e della politica in generale.
La ministra contro il Lavoro Elvira Calderone, per dire, non ha nemmeno trovato il tempo per uno di quei comunicatini pelosi di condoglianze: era troppo impegnata a seguire la finale di Coppa Davis sugli spalti di Malaga.
Tre i morti in Campania, due dei quali in itinere, entrambi nel Casertano.
Il 31enne Pasquale Tarantino, residente a Macerata Campania (Caserta) con la moglie e i tre figli, è morto sabato 23 novembre in un incidente stradale a Marcianise, mentre andava al lavoro.
La vettura che guidava è uscita di strada e si è ribaltata, uccidendolo all’istante.
La 29enne Sara Pirone, residente a Marcianise (Caserta) e impiegata in una farmacia a Casanova di Carinola, è morta sabato 23 novembre nell’uscita di strada della sua auto, schiantatasi contro un albero.
È accaduto a Francolise.
Domenica 24 novembre si è spento nell’ospedale di Vallo della Lucania (Salerno), il 58enne Angelo Rosalia, moglie e tre figli.
Era stato ricoverato lunedì 18 novembre, dopo una rovinosa caduta dal camion sul quale stava caricando legname a Futani (Salerno), il paese in cui risiedeva.
Già gravissime, le sue condizioni sono peggiorate con il passare dei giorni, fino all’epilogo di domenica.
Maurizio Scuderi, 55 anni, moglie e due figli, è morto sabato 23 novembre a Paceco (Trapani), per il ribaltamento del trattore con il quale stava lavorando in un terreno di proprietà.
Forestale e sindacalista Flai Cgil, Scuderi è morto sul colpo.
Vincenzo Galasso, 58enne agricoltore di Francavilla al Mare (Chieti), è morto nel tardo pomeriggio di sabato 23 novembre per il ribaltamento del trattore sul quale era al lavoro in un podere di Ripa Teatina (Chieti).
Galasso viveva da solo e nessuno ha dato l’allarme fino a domenica mattina, quando madre e sorella hanno cercato invano di contattarlo. I soccorritori non hanno potuto che recuperarne il corpo.
C’entra il trattore anche nella morte di un 76enne di Alanno (Pescara), di cui per ora ignoriamo il nome.
Domenica 24 novembre l’uomo è stato trovato privo di vita vicino al trattore ancora in moto.
Angelo Soave, autotrasportatore 62enne di Ronco all’Adige (Verona), moglie e un figlio, è morto poco dopo la mezzanotte di sabato 23 novembre sulla A4 a Castegnato (Brescia) all’altezza dello svincolo per la Brebemi.
Era alla guida di un camion carico di polli che si è ribaltato dopo l’urto con un’automobile ed è morto intrappolato nella cabina di guida.
Romeo Rematelli, 65enne ristoratore di Spresiano (Treviso), proprietario del San Martino di Giavera del Montello, è morto domenica 24 novembre intorno alle 10 del mattino, poco dopo il suo arrivo nel locale.
Due settimane fa era stato colpito da un infarto e i medici gli avevano consigliato riposo assoluto, ma di stare lontano dal suo locale non ne aveva voluto sapere.
Domenica, sceso dalla macchina, si è accasciato colpito da un nuovo infarto ed è spirato.
#pasqualetarantino#sarapirone#angelorosalia#maurizioscuderi#vincenzogalasso#angelosoave#romeorematelli#mortidilavoro
Novembre 2024: 83 morti (sul lavoro 64; in itinere 19; media giorno 3,5)

Anno 2024: 1047 morti (sul lavoro 791; in itinere 256; media giorno 3,1)
151 Lombardia (105 sul lavoro – 46 in itinere)
106 Campania (89 – 17)
95 Veneto (66 – 29)
86 Sicilia (61 – 25)
80 Emilia Romagna (61 -19)
79 Lazio (52 – 74)
67 Toscana (54 – 13)
63 Piemonte (49 – 14)
34 Sardegna (29 – 5)
29 Marche (20 – 9)
27 Abruzzo (22 – 5),
25 Calabria (20 – 5)
20 Liguria (17- 3), Trentino (16 – 4), Estero (17 – 3)
18 Friuli V.G. (15 – 3)
17 Umbria (14 – 3)
13 Alto Adige (12 – 1)
12 Basilicata (12 – 0)
7 Valle d’Aosta (7 – 0)
4 Molise (4 – 0).
Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)
Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)
Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)
Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)
Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)
Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)
Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)
Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)
Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)
Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6)
di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro
A 70 anni Silvio Perrone lavorava ancora nei cantieri edili: è lui la sedicesima vittima di novembre nel settore in cui la sicurezza sarebbe migliorata in modo esponenziale grazie alla patente a punti, entrata in vigore il 1° ottobre.
Almeno nei sogni del governo e segnatamente della ministra contro il Lavoro, Elvira Calderone. Naturalmente non è accaduto, trattandosi del solito provvedimento senza capo né coda, applicabile in pochissimi casi e soprattutto privo di conseguenze per le imprese.
Silvio Perrone, che lascia la moglie e una figlia, venerdì 22 novembre era al lavoro in un cantiere privato di Nardò (Lecce), impegnato a caricare i calcinacci su un camion, quando è stato travolto da un crollo.
Due le versioni sull’accaduto: cedimento dei tubi di scivolo dei calcinacci, che avrebbero provocato il crollo parziale di una parete; oppure distacco di alcuni conci dalla facciata dell’edificio. Perrone è stato colpito ed è morto sul colpo. È la settima vittima del lavoro questo mese in Puglia.
Stefano Priolo, 56enne responsabile di ragioneria e demanio nel Comune di Portofino (Genova), è morto giovedì 21 novembre all’ospedale San Martino di Genova, dove era giunto in condizioni gravissime il giorno prima per un incidente stradale accaduto a Rapallo, dove risiedeva.
Alle 7 del mattino, andando al lavoro in moto, l’impiegato comunale si è scontrato con una vettura, riportando lesioni gravi. Dopo poco più di 24 ore ne è stata dichiarata la morte e sono iniziate le procedure di espianto degli organi.
Francesco Tridico, 54 anni, appuntato dei carabinieri in servizio a Firenze, è morto giovedì 21 novembre mentre, finito il servizio, andava in bicicletta alla stazione di Campo di Marte per prendere il treno che l’avrebbe riportato a casa ad Arezzo.
Durante il tragitto è stato colto da malore, è caduto a terra ed è spirato, nonostante la velocità dei soccorsi.
#silvioperrone#stefanopriolo#francescotridico#mortidilavoro
Novembre 2024: 74 morti (sul lavoro 58; in itinere 16; media giorno 3,4)

Anno 2024: 1038 morti (sul lavoro 785; in itinere 253; media giorno 3,1)
150 Lombardia (104 sul lavoro – 46 in itinere)
103 Campania (88 – 15)
94 Veneto (65 – 29)
85 Sicilia (60 – 25)
80 Emilia Romagna (61 -19)
78 Lazio (52 – 26)
68 Puglia (44 – 24)
67 Toscana (54 – 13)
63 Piemonte (49 – 14)
34 Sardegna (29 – 5)
29 Marche (20 – 9)
25 Abruzzo (20 – 5), Calabria (20 – 5)
20 Liguria (17- 3), Trentino (16 – 4), Estero (17 – 3)
18 Friuli V.G. (15 – 3)
17 Umbria (14 – 3)
13 Alto Adige (12 – 1)
12 Basilicata (12 – 0)
7 Valle d’Aosta (7 – 0)
4 Molise (4 – 0).
Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)
Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)
Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)
Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)
Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)
Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)
Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)
Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)
Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)
Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6)
di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro
Cosimo Bello, 28enne di Castrignano del Capo (Lecce), era stato assunto da poche settimane alla Bianco Igiene Ambientale di Nardò, ditta che con 270 dipendenti ha in appalto il servizio rifiuti di diversi comuni del Leccese.
Alle 4,50 di giovedì 21 novembre il compattatore Isuzu sul quale con un collega provvedeva alla raccolta quotidiana, è stato centrato da un suv con due ventenni a bordo, lungo la statale 275 a San Dana, frazione di Gagliano del Capo.
Lo scontro ha provocato il ribaltamento del compattatore su un fianco e la morte sul colpo di Bello. Feriti il collega e i due ventenni.
Al Policlinico di Palermo giovedì 21 novembre si è spento l’operaio 48enne Alessandro Glaneo, residente con la moglie e i due figli a Casagiove (Caserta).
Una settimana prima vi era stato ricoverato dopo che un’automobile aveva tamponato il ponteggio sul quale si trovava, provocando la caduta del lavoratore, che aveva riportato gravi lesioni alla testa.
Il 56enne ecuadoregno Richard Cesar Jimenez Herrera intorno alle 7 di giovedì 21 novembre stava andando al lavoro percorrendo la Milano-Meda, quando la sua automobile ha cominciato ad avere problemi.
L’uomo si è fermato in banchina a Cesano Maderno, ha allertato i soccorsi e li ha attesi in piedi tra lo sportello destro semiaperto e la vettura.
Dopo poco la macchina è stata tamponata da un furgone, con una violenza tale da far rimanere Jimenez Herrera incastrato tra le lamiere, morto sul colpo. Per recuperare il corpo i vigili del fuoco hanno dovuto usare divaricatori e cesoie.
Il boscaiolo Antonio Comiotto, 65 anni, è morto giovedì 21 novembre travolto da un albero che stava tagliando a Carve di Mel, nel comune di Borgo Valbelluna (Belluno).
Schiacciato dal tronco, l’uomo ha avuto la forza di telefonare alla sorella per chiedere aiuto, ma quando i soccorritori sono giunti sul posto Comiotto era spirato.
#cosimobello#alessandroglaneo#richardcesarjimenezherrera#antoniocomiotto#mortidilavoro
Novembre 2024: 71 morti (sul lavoro 57; in itinere 14; media giorno 3,4)

Anno 2024: 1035 morti (sul lavoro 784; in itinere 251; media giorno 3,1)
150 Lombardia (104 sul lavoro – 46 in itinere)
103 Campania (88 – 15)
94 Veneto (65 – 29)
85 Sicilia (60 – 25)
80 Emilia Romagna (61 -19)
78 Lazio (52 – 26)
67 Puglia (43 – 24)
66 Toscana (54 – 12)
63 Piemonte (49 – 14)
34 Sardegna (29 – 5)
29 Marche (20 – 9)
25 Abruzzo (20 – 5), Calabria (20 – 5)
20 Trentino (16 – 4), Estero (17 – 3)
19 Liguria (17- 2)
18 Friuli V.G. (15 – 3)
17 Umbria (14 – 3)
13 Alto Adige (12 – 1)
12 Basilicata (12 – 0)
7 Valle d’Aosta (7 – 0)
4 Molise (4 – 0).
Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)
Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)
Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)
Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)
Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)
Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)
Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)
Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)
Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)
Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6)
di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro
Hanno un nome i due autotrasportatori della provincia di Salerno morti nello scontro frontale tra mezzi pesanti avvenuto nel pomeriggio di martedì 19 novembre sulla famigerata statale 655, Bradanica, nel territorio di Venosa (Potenza).
Sono il 56enne Angelo Dragone, residente a Giffoni Sei Casali, e il 26enne nigeriano Kelvin Okiri, residente a Polla.
Un terzo camionista, un 37enne ghanese che viaggiava con Okiri, è ricoverato in codice rosso al San Carlo di Potenza. Salgono così a 7 le vittime di novembre 2024 nel settore dell’autotrasporto.
Il sito Ondanews.it racconta la storia di Kelvin Okiri, arrivato in Italia su un barcone quando aveva 14 anni. Trasferito proprio a Polla, con caparbietà aveva imparato la lingua e si era iscritto all’I.I.S. Marco Tullio Cicerone di Sala Consilina, dove si era diplomato nel 2019.
Nel frattempo, grazie alla padronanza dell’italiano, si era dedicato alla mediazione culturale, attività che aveva concluso un paio di anni fa, perché deciso a coronare il suo sogno: fare il camionista. Racimolati i suoi risparmi e ottenuta la patente CQC, aveva così iniziato a lavorare per una ditta di Polla, dove ora in molti lo piangono.
#angelodragone#kelvinokiri#mortidilavoro#autotrasporto#camionisti#camionista
di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro
Con la morte del 41enne Elton Dema, deceduto in ospedale mercoledì 20 novembre, diventano 4 i lavoratori albanesi morti in Italia nel giro di 72 ore, mentre salgono a 13 le vittime straniere nel mese, il 20% del totale, cioè una su cinque.
Elton Dema, residente ad Azzano San Paolo (Bergamo), dipendente della Rekom srls, lunedì 18 novembre era al lavoro nell’area dell’ex Gasfire a Erba (Como).
C’era da mettere in sicurezza alcune strutture della fabbrica chiusa da Candy nel 2007, in particolare la copertura del vecchio edificio in cui si producevano i piani cottura.
Elton Dema si trovava su una piattaforma mobile, manovrata da un collega a terra, che all’improvviso è salita verso il soffitto, schiacciando il lavoratore. Subito soccorso e ricoverato nel reparto di Neurorianimazione al San Gerardo di Monza, Elton Dema è spirato dopo due giorni.
Un altro lavoratore albanese, il 35enne Ismaili Iliaz, è morto lunedì 18 novembre in un incidente stradale a Desenzano sul Garda (Brescia), dove faceva il barman al Villa Rosa Hotel.
Iliaz stava andando al lavoro in moto quando ha trovato sulla sua strada un furgone impegnato in una svolta. Inevitabile l’impatto, con conseguenze letali per il lavoratore.
#eltondema#ismailiiliaz#mortidilavoro
Novembre 2024: 67 morti (sul lavoro 54; in itinere 13; media giorno 3,4)

Anno 2024: 1031 morti (sul lavoro 781; in itinere 250; media giorno 3,1)
149 Lombardia (104 sul lavoro – 45 in itinere)
103 Campania (88 – 15)
93 Veneto (64 – 29)
84 Sicilia (59 – 25)
80 Emilia Romagna (61 -19)
78 Lazio (52 – 26)
66 Toscana (54 – 12), Puglia (42 – 24)
63 Piemonte (49 – 14)
34 Sardegna (29 – 5)
29 Marche (20 – 9)
25 Abruzzo (20 – 5), Calabria (20 – 5)
20 Trentino (16 – 4), Estero (17 – 3)
19 Liguria (17- 2)
18 Friuli V.G. (15 – 3)
17 Umbria (14 – 3)
13 Alto Adige (12 – 1)
12 Basilicata (12 – 0)
7 Valle d’Aosta (7 – 0)
4 Molise (4 – 0).
Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)
Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)
Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)
Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)
Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)
Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)
Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)
Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)
Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)
Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6)
di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro
Cinque di loro non erano nati in Italia. Tre (un quarto) lavoravano nell’edilizia e chissà quali pesantissimi provvedimenti scatteranno grazie alla patente a punti (spoiler: è una battuta).
Colpisce la storia del 69enne Marino Gazzola, una vita nei cantieri, pensionato ma tuttora operativo per una ditta omonima.
Martedì 19 novembre era sui ponteggi di una struttura turistica in costruzione a Refrontolo (Treviso), nonostante avesse da poco subito un intervento a un’anca, quando è precipitato da un’altezza di 5 metri ed è morto sul colpo.
Ad Acireale (Catania), martedì 19 novembre è morto il 41enne Giacomo Falzone Ingargiola, residente a Mazara del Vallo con moglie e figli.
Finito il turno di lavoro nel cantiere di un casolare, era con i colleghi in attesa del pullmino che li avrebbe riportati a casa, quando è caduto nel canalone del torrente Lavinaio Platani, riportando ferite letali.
Gli inquirenti indagano su alcuni punti poco chiari della vicenda, a partire dalla posizione in cui è stato trovato il corpo del lavoratore.
Michela Mezzetti, 61enne di Mira (Venezia), dipendente di Ottica Veneta, è morta martedì 19 novembre in un incidente stradale sulla A4, nei pressi del casello di Padova Est.
Alla guida di un piccolo van aziendale diretto a Milano, è stata tamponata da un tir e schiacciata contro una cisterna, morendo all’istante. Ferita la collega che era con lei.
Due gli autotrasportatori morti martedì 19 novembre in un incidente stradale tra mezzi pesanti sulla statale Bradanica, nel territorio di Venosa (Potenza).
Deceduti i camionisti alla guida dei mezzi, entrambi del Salernitano: il 56enne A.D., residente a Giffoni Sei Casali; e il 26enne nigeriano K.O., residente a Polla. Ferito il lavoratore che viaggiava con quest’ultimo.
Il 22enne Hasan Khan, originario del Bangladesh, è morto lunedì 18 novembre a Parma nei pressi del magazzino Kamila, gestito in appalto dalla cooperativa MD.
Alle 15 ha finito un turno iniziato alle 5, ha preso la sua bicicletta e ha attraversato i binari della ferrovia, ma è stato travolto e ucciso da un treno in transito.
Immediato il blocco dell’attività da parte dei facchini della logistica, blocco replicato martedì 19
Lunedì 18 novembre è morto sulla A4 un 60enne, residente a Settimo Milanese, rappresentante commerciale di un’azienda bresciana.
L’auto dell’uomo ha iniziato a sbandare tra i caselli di Peschiera e Sirmione (Verona), poi si è fermata. Sono subito intervenuti un medico e un infermiere, che lo hanno rianimato, quindi il ricovero agli Spedali Civili di Brescia, dove è morto poco dopo.
#marinogazzola#giacomofalzoneingargiola#michelamezzetti#hasankhan#mortidilavoro
Novembre 2024: 64 morti (sul lavoro 52; in itinere 12; media giorno 3,4)

Anno 2024: 1028 morti (sul lavoro 778; in itinere 249; media giorno 3,1)
147 Lombardia (103 sul lavoro – 44 in itinere)
102 Campania (87 – 15)
93 Veneto (64 – 29)
84 Sicilia (59 – 25)
80 Emilia Romagna (61 -19)
78 Lazio (52 – 26)
66 Toscana (54 – 12), Puglia (42 – 24)
63 Piemonte (49 – 14)
34 Sardegna (29 – 5)
29 Marche (20 – 9)
25 Abruzzo (20 – 5), Calabria (20 – 5)
20 Trentino (16 – 4), Estero (17 – 3)
19 Liguria (17- 2)
18 Friuli V.G. (15 – 3)
17 Umbria (14 – 3)
13 Alto Adige (12 – 1)
12 Basilicata (12 – 0)
7 Valle d’Aosta (7 – 0)
4 Molise (4 – 0).
Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)
Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)
Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)
Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)
Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)
Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)
Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)
Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)
Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)
Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6)
di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortilavoro
Quattro di loro, insieme, totalizzavano 102 anni di vita, meno di 26 a testa. I tre uccisi dallo scoppio della fabbrica criminale di Ercolano, poi, arrivavano a 70, cioè 23 a testa.
Il più giovane in assoluto aveva 18 anni e già una figlia di 4 mesi insieme alla compagna 17enne.
Numeri da fitte al cuore e al cervello, ma che non smuoveranno di un centimetro una classe politica cieca e sorda, un’imprenditoria cinica e rapace, un sindacalismo asservito e gentile, un’informazione afona e inetta.
Quest’ultima, poi… Altro che cani da guardia del potere, infelice traduzione del “watchdog journalism” anglosassone: fatte salve pochissime eccezioni, in Italia abbiamo a che fare con scodinzolanti animaletti da salotto, innocui e sterilizzati.
Prendiamo la strage di Ercolano, ad esempio: come si fa a titolare sul “primo giorno di lavoro” delle tre vittime? Sanno, i nostri giornalisti, che si sta parlando di lavoro nero, di una fabbrica clandestina di fuochi d’artificio, di tre ragazzi, bisognosi di racimolare quattro spiccioli, di gente che non aveva la più pallida idea di dove si stava cacciando e di quello che avrebbero dovuto fare?
“Primo giorno di lavoro” è quello che affronti timbrando un cartellino dopo aver firmato un contratto ed esserti formato a spese del datore.
A Ercolano non c’è stato un “primo giorno di lavoro”, ma un’esecuzione, come ce ne sono a centinaia ogni anno in tutti i settori, dall’agricoltura ai servizi, passando per l’industria, l’edilizia, i trasporti e chi più ne ha, più ne metta. Nel silenzio e nell’indifferenza.
A Ercolano, nel pomeriggio di lunedì 18 novembre, è saltata in aria una fabbrica-deposito clandestina di fuochi d’artificio allestita in una casa.
Non conosciamo le cause dell’esplosione, ma i nomi delle tre vittime sì: Samuel Tafciu, 18 anni, albanese, una figlia che non conoscerà mai il padre bambino e sarà cresciuta da una mamma 17enne; Aurora e Sara Esposito, gemelle 26enni di Marigliano (Napoli), che avevano accettato di rischiare la pelle per aiutare la madre.
Lunedì mattina nessuno dei tre sapeva dove sarebbero andati a faticare: gli avevano dato appuntamento davanti a un bar.
Ricordiamo Aurora, Sara e Samuel rifiutandoci di accendere anche una banale girandola, nelle prossime feste di fine anno.
Alle 4,40 di lunedì 18 novembre a Roma è morto Amar Kudin, 32 anni, croato di nascita e cittadino italiano, assistente capo coordinatore della Polizia di Stato, in servizio al commissariato di Primavalle ma vicino al ritorno a Paese (Treviso), dove era approdato con la madre e la sorella per fuggire alle guerre dell’ex Jugoslavia.
In Veneto aveva conosciuto il rugby e l’aveva frequentato fino ad arrivare nel giro della nazionale e nelle Fiamme Oro, il gruppo sportivo della polizia.
Da lì, poi, la scelta di indossare la divisa. Stanotte aveva fermato uno scassinatore e lo stava portando in commissariato sulla volante guidata da una collega 25enne.
A Torrevecchia si sono scontrati con un’altra volante diretta in centro per una rissa. Un urto impressionante, entrambe le auto si sono ribaltate. Kudin è morto sul colpo, feriti gravemente tre agenti e il fermato. Tutta da chiarire la dinamica dello scontro.
La giornata di lunedì 18 si è chiusa con la morte a Torino di Fatmir Isufi, 51enne albanese residente ad Arcore (Monza e Brianza), da anni dipendente di Palingeo, quotata in Borsa e specializzata nella costruzione di fondazioni speciali.
Intorno alle 20,30 il lavoratore era in una fossa scavata per costruire una vasca di rilancio nell’impianto Smat di potabilizzazione delle acque, in corso Unità d’Italia; con lui uno dei due figli e un terzo operaio.
I tre stavano usando una gru cingolata, che per motivi da chiarire si è rovesciata, schiacciando Isufi, morto sul colpo.
#samueltafciu#auroraesposito#saraesposito#amarkudin#fatmirisufi#mortidilavoro
Novembre 2024: 57 morti (sul lavoro 45; in itinere 12; media giorno 3,2)

Anno 2024: 1021 morti (sul lavoro 771; in itinere 249; media giorno 3,1)
147 Lombardia (103 sul lavoro – 44 in itinere)
102 Campania (87 – 15)
90 Veneto (61 – 29)
83 Sicilia (58 – 25)
79 Emilia Romagna (60 -19)
78 Lazio (52 – 26)
66 Toscana (54 – 12), Puglia (42 – 24)
63 Piemonte (49 – 14)
34 Sardegna (29 – 5)
29 Marche (20 – 9)
25 Abruzzo (20 – 5), Calabria (20 – 5)
20 Trentino (16 – 4), Estero (17 – 3)
19 Liguria (17- 2)
18 Friuli V.G. (15 – 3)
17 Umbria (14 – 3)
13 Alto Adige (12 – 1)
10 Basilicata (10 – 0)
7 Valle d’Aosta (7 – 0)
4 Molise (4 – 0).
Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)
Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)
Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)
Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)
Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)
Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)
Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)
Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)
Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)
Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6)
di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidi lavoro
Scrivo a voi per condividere alcune realtà che conosco personalmente riguardo la manutenzione infrastrutture ferroviarie in cui lavoro.
Qui la sicurezza dei lavoratori è spesso sacrificata per non intralciare la produzione e gli interessi di qualcuno. Le ispezioni vengono concordate con le aziende, mai eseguite a sorpresa, specialmente nelle ore notturne, quelle più critiche dove si concentra il lavoro sotto interruzioni e il risultato è che chi dovrebbe garantire la nostra sicurezza non lo fa.
Lavoriamo in condizioni di pressione costante, turni estenuanti e pochi riposi, senza il tempo necessario per rispettare le normative necessarie.
Chi dovrebbe proteggerci da questo sistema, apparentemente marcio, chiude gli occhi, lasciando che si ripetano tragedie come quelle di Brandizzo o di San Giorgio di Piano da voi prontamente inserite nella lista nera.
E il rischio è che continui ad accadere, perché nulla di concreto è mai stato fatto per cambiarlo anzi.
A questo punto, mi sento rassegnato. So che, pur di portare il pane ai miei figli, inconsciamente accetto di mettere a rischio la mia vita.
Non dovrebbe essere così, e credo che la gente debba sapere quanto il sistema ci ha portati a questa drammatica accettazione.
Vi chiedo, se possibile, la cortesia di mettere in risalto queste parole nella vostra pagina. La vostra voce può aiutare a far conoscere queste realtà che tanti lavoratori vivono ogni giorno.
Guardano la lista di morti giornaliera presumo che la situazione in altri campi non sia migliore e che un problema di fondo esista ma a nessuno importa. O tutto cambia o tutto si ripete!
Grazie per l’attenzione e per il suo impegno giornaliero nel dare voce a queste realtà di morti assurde.
Lettera firmata
#sicurezzasullavoro#manutenzioneinfrastruttureferroviarie#ferrovie
Le idee che salgono dal basso hanno una carica di vitalità esplosiva, una micidiale miscela di emozioni, entusiasmo, utopia, spontaneità, capaci di mandare all’aria l’intrattenimento e ristabilire un nuovo ordine creativo, fondato su ragionamenti, intuizioni, pensieri, allegorie e provocazioni ideali.
Le idee che salgono dal basso sono vitamine per la mente, proteine per la coscienza critica. Sono i ricostituenti della coesione sociale di un territorio, della cittadinanza attiva e propositiva di un Comune. Sono il sale della convivenza, il nutrimento della socialità.
Le idee che salgono dal basso sono la cultura di una collettività che si fa consapevolezza nel vivere sociale, per tracciare un percorso che dalle sue contraddizioni conduca fino a credibili e durature soluzioni.
Ci vuole un filo conduttore per rammendare il tessuto sociale. E un ago per cucire un nuovo abito mentale. Questa rassegna è la cruna.