Le conseguenze della nuova guerra, tra Israele e Iran, si stanno già facendo sentire sui mercati internazionali e sul prezzo di alcuni beni cari ai paesi occidentali.
Dopo mesi di incertezze legate ai dazi imposti dagli Stati Uniti, ora i listini asiatici, europei e statunitensi hanno segnato nuove perdite decise, che testimoniano la volatilità del mercato.
I trader temono soprattutto la scarsità di offerta nel campo delle materie prime e, come accade nei momenti di incertezza, sono tornati a puntare sui beni rifugio, come l’oro e il dollaro.
L’escalation del conflitto potrebbe avere ripercussioni sul mercato di petrolio e gas.
Teheran produce il 3% del greggio mondiale e il 7% di gas, beni che trovano nella Cina il maggiore acquirente.
Il Paese degli ayatollah è terzo in classifica fra gli esportatori dell’Opec, il cartello che riunisce molti dei maggiori fornitori e influenza le tariffe attraverso la gestione delle risorse.
Attenzione anche al possibile blocco dello Stretto di Hormuz, che separa la penisola arabica dall’Iran all’imbocco del Golfo Persico, e da cui passano navi che trasportano circa un quinto del consumo globale di idrocarburi.
Una forte preoccupazione anche per l’Occidente. (Fonte: treccani.it).