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L’Autodisciplina Pubblicitaria dice no alla censura di Atac di Roma contro la tv di Al Gore.

Siamo a un nuovo capitolo della bizzarra storia della censura “all’amatriciana”. Infatti, a quanto risulta a “Beh, buona giornata” l’Istituto per Autodiscipina della Pubblicità (IAP)avrebbe espresso un giudizio contrario alla censura che Atac di Roma ha applicato contro la campagna Vanguard di Current Tv. (vedi “Ricapitolando una bizzarra storia di censura “all’amatriciana, postato il 22.02 su “Beh, buona giornata)

Secondo IAP non ci sarebbero i requisiti per ritenere la campagna “inopportuna e offensiva della sensibilità dei cittadini romani”.

Allo IAP si era rivolta l’associazione dei Tecnici Pubblicitari (TP) per chiedere secondo quali criteri l’Atac di Roma poteva censurare una campagna pubblicitaria, senza neppure rivolgersi allo IAP. Per ora è una vittoria “morale” di Current Italia (il commitente della campagna censurata) e di Cookies ADV (l’agenzia di pubblicità che ha ideato la campagna).

In attesa si pronunci l’Autorità garante per e Comunicazioni (Agicom) , cui TP si è rivolta, rimane da capire come sia possibile che Atac, una azienda di interesse pubblico si sia potuta arrogare il diritto di operare una censura senza comprovati motivi. E da capire come sia possibile che per le fisime censorie del presidente di Atac, l’azienda dei trasporti pubblici sia stata privata delle somme copiscue del budget pubblicitario previsto da Current nel circuito delle affissioni di proprietà dell’azienda.

Forse anche il Campidoglio, che aveva prontamente spalleggiato la decisione del presidente di Atac dovrebbe spiegare ai cittadini romani come si fa, in tempo di crisi, a rinunciare a entrate di privati, che sarebbero andate a benificio delle casse di Atac, dunque degli utenti del servizio del trasporto pubblico nella Capitale.

Se la censura è stata un atto di superficialità nel valutare una campagna pubblicitaria, il procurato mancato introito pubblicitario appare un danno alla collettività.

Il che dimostrerebbe che le cose un po’ stupide alla fine si rivelano sempre molto dannose, non solo per l’intelligenza dei cittadini, ma anche per le casse pubbliche. Beh, buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

Una risposta su “L’Autodisciplina Pubblicitaria dice no alla censura di Atac di Roma contro la tv di Al Gore.”

Sembra di capire che questi ricorsi dei Tecnici Pubblicitari (TP) non possano sortire altro che un risultato di tipo morale, o forse, al massimo, quello di una multa da parte di Agicom, mentre niente potrà imporre ad Atac di accettare la campagna di Vanguard. Ora, dal momento che Vanguard ha comunque già deliberato la quota di investimento su Roma per questa campagna, che TP è intenzionata a non demordere, mi domando se non sia possibile concepire e realizzare una campagna su questo divieto che sia veicolo proprio della comunicazione censurata. E dal momento che ad essere colpita indirettamente è anche Sky – attraverso la censura di un contenuto di discreto richiamo pubblico veicolato da un suo canale –, mi domando se non si possa formare un gruppo TP in grado di attraversare almeno un segmento della convergenza tv-internet-mobile. Un esperimento in forma di battaglia, o viceversa, per divertirsi a non tacere, non sarebbe male.

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