
“Penso alla ferita suppurante nel mio fianco. Al proiettile che lo ha perforato. Lo strano gelo, la forza in apparenza attenuata dell’impatto iniziale, tramutatosi all’istante in una massa di fuoco che mi ha squassato le viscere.
Penso al buco che mi ha fatto nell’altro fianco, da dove è schizzato fuori tirandosi dietro una scia di sangue caldo. Alla canna del fucile da cui è stato sparato. Al grilletto ben oliato. All’occhio che mi teneva sotto tiro. Agli occhi di quello che ha dato l’ordine di fare fuoco.” (da “Atti umani” di Kang Han.)