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“Lotta al patriarcato è ideologia. Più immigrati, più abusi”. In Italia il ministro dell’Istruzione è un razzista.

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Nuovo Cinema Amûdê, così si chiama il sogno di pace e cultura che stiamo realizzando per il Rojava assediato.

Un cinema vero e proprio, lì dove nasce una nuova speranza per il Medio Oriente, dove dalla Resistenza all’Isis, nel nord est della Siria, una comunità interculturale sta provando a creare forme solidali ed egualitarie di convivenza sociale.

Stiamo raccogliendo fondi, grazie alla generosità di tante e tanti, per contribuire alla ricostruzione di un cinema e di un luogo di aggregazione e cultura polivalente, ad Amûdê.

Un progetto che si realizza per gli abitanti della città e dell’intero Rojava. Sarà il primo cinema del Paese, un cinema nuovo, a riportare la vita nel luogo dove il vecchio stabile fu distrutto, nel 1960, da un incendio.

Lì dove persero la vita centinaia di bambini e bambine, vogliamo ricreare un polo di produzione e fruizione culturale, lì a pochi kilometri dal confine della dittatura Turca e nel cuore della guerra permanente della Turchia contro il Rojava.

Un progetto concreto che sa di futuro, promosso dalla Comune del Cinema del Rojava, collettivo di cineasti che dal 2015 lavora per promuovere le arti visive nella regione autonoma del Rojava, nel Nord-Est della Siria. In Italia la campagna per la ricostruzione del Nuovo Cinema Amûdê è promossa da Ya Basta Bologna ODV in collaborazione con Un Ponte per, ARCI e UIKI Onlus.

Ricostruire un cinema dove la guerra imperversa, dove l’integralismo dell’Isis ha distrutto vite e annichilito la cultura, ha un enorme valore simbolico.

Rimette al centro la persona e la comunità, parla di etica, cultura, umanità dove qualcuno vuole solo morte e distruzione. Un inno alla vita e alla possibilità di futuro e un sostegno concreto a un’idea di società di liberi, libere ed uguali.

I lavori di costruzione sono avviati e questo è il momento di essere con noi:

Sostieni il progetto concretamente, partecipa alla cena di sottoscrizione che si terrà il giorno 27 novembre alle ore 20:00 presso il Laboratorio Sociale Autogestito 1oocelle (ex Casale Falchetti), in Viale della Primavera 319/B

A partire dalle 17:30 con un contributo di i2 euro potrai partecipare all’aperitivo e alla

presentazione del progetto a cui parteciperanno Zerocalcare, Andrea Segre e Vanessa Scalera.

Il costo della cena realizzata da una rete di ottimi ristoratori romani è di 35 euro, ma potrai

contribuire con una somma maggiore, ricevendo in omaggio la maglia con il logo del progetto

disegnato da Zerocalcare.

È richiesta prenotazione al numero 3762517272 entro il 25 Novembre, pagamento anticipato via bonifico a:

Ufficio di Informazione del Kurdistan In Italia Onlus

IBAN: IT89 F 02008 05209 000102651599

Causale: Cena a sostegno Nuovo Cinema Amude

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Due morti di lavoro nel fine settimana, entrambi a causa di incidenti in itinere.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Mauro Del Bianco, 56enne di San Fior (Treviso), moglie e 3 figli, caporeparto alla DB Mech di Santa Lucia di Piave, è morto in un incidente stradale alle 6,30 di domenica 17 novembre.

Stava andando in scooter a controllare i macchinari dell’azienda quando a San Vendemiano si è scontrato con una vettura che compiva una svolta a sinistra.

Nell’impatto ha riportato traumi gravissimi, che ne hanno causato la morte nel giro di pochi minuti.

Abdelhade Uoudaha, 38enne marocchino residente a Budrio di Longiano (Forlì Cesena) con la moglie e le due figlie piccolissime, è morto sabato 16 novembre mentre andava al lavoro in bici in un macello avicolo di Gatteo.

Erano da poco passate le 20 quando il lavoratore, che avrebbe preso servizio alle 21, è stato investito da un’auto a Ponte Ospedaletto ed è morto per le gravi ferite.

#maurodelbianco#abdelhadeuoudaha#mortidilavoro

Novembre 2024: 52 morti (sul lavoro 40; in itinere 12; media giorno 3,1)

Anno 2024: 1016 morti (sul lavoro 767; in itinere 249; media giorno 3,1)

147 Lombardia (103 sul lavoro – 44 in itinere)

99 Campania (84 – 15)

90 Veneto (61 – 29)

83 Sicilia (58 – 25)

79 Emilia Romagna (60 -19)

77 Lazio (51 – 26)

66 Toscana (54 – 12), Puglia (42 – 24)

62 Piemonte (48 – 14)

34 Sardegna (29 – 5)

29 Marche (20 – 9)

25 Abruzzo (20 – 5), Calabria (20 – 5)

20 Trentino (16 – 4), Estero (17 – 3)

19 Liguria (17- 2)

18 Friuli V.G. (15 – 3)

17 Umbria (14 – 3)

13 Alto Adige (12 – 1)

10 Basilicata (10 – 0)

7 Valle d’Aosta (7 – 0)

4 Molise (4 – 0).

Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)

Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)

Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)

Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)

Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)

Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)

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L’affluenza alle urne in Umbria ed Emilia Romagna è da coma vigile: in Italia, la democrazia rappresentativa è in terapia intensiva.

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C’era una volta la Guerra Fredda. La propaganda anticomunista made in USA ha tenuto nascosti gli episodi più efferati. Han Kang, premio Nobel per la Letteratura 2024, ce ne svela uno di inaudita ferocia, la stessa ferocia che sta tornando a essere una caratteristica degli attuali conflitti.

“Quell’anno, solo nella regione del Gyeongbuk, sono stati uccisi circa diecimila membri della Lega Bodo. E in tutta la Corea i morti sono stati almeno centomila, lo sai, vero?”

Annuisco, dicendomi: Non erano di più?

Conosco quell’organizzazione. Dopo la costituzione del governo, nel 1948, chiunque fosse stato schedato come simpatizzante di sinistra veniva iscritto alla Lega Bodo per essere rieducato.

Bastava che chiunque avesse anche solo assistito a un raduno politico, perché tutti i membri della sua famiglia finissero nelle liste.

C’erano anche molte persone iscritte arbitrariamente dai rappresentanti di quartiere o di villaggio per rispettare le quote stabilite dal governo, e altre che entravano a far parte di propria volontà dietro la promessa di riso e fertilizzanti.

Venivano registrati interi nuclei familiari per volta, inclusi donne, anziani e bambini.

Quando era scoppiata la guerra, nell’estate del 1950, sulla base di quelle liste erano state messe agli arresti preventivi e poi giustiziate innumerevoli persone.

Si stima che in tutto il paese ne fossero state uccise e seppellite in gran segreto tra le duecentomila e le trecentomila. […]

Non è una coincidenza che trentamila persone siano state massacrate a Jeju quell’inverno, e altre duecentomila nel resto del paese l’estate successiva.

C’era un ordine ben preciso del governo militare americano: bisognava fermare l’avanzata del comunismo, anche a costo di uccidere tutti e trecentomila gli abitanti dell’isola (di Jeju, ndr).

E quell’ordine aveva trovato i suoi volenterosi esecutori nella Gioventù del Nord-Ovest, associazione dei giovani estremisti di destra formata dai transfughi nordcoreani, mossi da un pesante carico di rancore e ostilità.

Dopo due settimane di addestramento, erano sbarcati qui con indosso un’uniforme dell’esercito o della polizia. Poi era stato bloccato ogni accesso alla costa e messo il bavaglio alla stampa; la follia di puntare un’arma alla testa di un neonato era stata non solo autorizzata ma premiata, tanto che millecinquecento bambini sotto i dieci anni erano stati uccisi in questo modo; e, prima ancora che il sangue seccasse sulle loro nefandezze, era scoppiata la guerra e lo stesso modello applicato sull’isola era stato ripetuto altrove.

Duecentomila persone erano state rastrellate in città e villaggi di tutto il paese, caricate sui camion, imprigionate, fucilate e seppellite in fosse comuni., e anche in seguito era stato proibito a chiunque di reclamare o recuperare le spoglie.

Perché la guerra non era finita, c’era stato solo un armistizio. Perché avevano ancora un nemico oltre il trentottesimo parallelo. Perché nessuno parlava, né le famiglie delle vittime, già bollate, né gli altri che sarebbero stati etichettati come simpatizzanti del nemico se avessero aperto bocca.

Sono dovuti passare decenni per poter riesumare quei piccoli teschi con un foro di proiettile e le montagne di biglie – nelle valli, nella miniera, sotto la pista di atterraggio. E ancora oggi ci sono ossa seppellite, mischiate fra loro”. (Han Kang, “Non dico addio”, Adelphi.)

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Reduce dal disastro del Teatro Eliseo, collezionista di flop televisivi, arriva da destra il raccomandato Barbareschi, e sarà subito Centro Catastrofico di Cinematografia.

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Agente 0,7 dalla Ue con rancore. Ecco il brutto film della crescita del PIL italiano.

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La Corte Costituzionale decide che la legge sull’autonomia differenziata deve cambiare. Non tutte le “porcate” riescono col buco.

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Le morti di lavoro non sono una fatalità: ecco una prova raccolta dalla magistratura.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Nessuno dei cinque lavoratori uccisi il 6 maggio scorso dalle esalazioni nell’impianto fognario di Casteldaccia (Palermo) aveva i dispositivi di sicurezza per le vie respiratorie, e uno soltanto, forse, aveva ricevuto la formazione sulle misure di sicurezza.

Sono le conclusioni dei consulenti tecnici nominati dalla Procura di Termini Imerese, che confermano nero su bianco i sospetti di quel giorno, quando nei lavori portati avanti in subappalto da Quadrifoglio Group per conto di Tek Infrastrutture, che aveva vinto l’appalto Amap, persero la vita Epifanio Alsazia (71 anni), Ignazio Giordano (59), Roberto Raneri (51), Giuseppe Miraglia (47), tutti dipendenti Quadrifoglio, e Giuseppe La Barbera (28 anni), interinale Amap.

I vigili del fuoco parlarono subito di inosservanza delle misure di sicurezza, perché in un ambiente saturo di acido solfidrico nessuno aveva dispositivi di protezione, né erano presenti strumenti per rilevare la presenza di gas tossici.

L’inchiesta ha accertato che né Quadrifoglio, né Tek possedevano rilevatori multigas, in dotazione invece ad Amap, e nemmeno avevano in dotazione attrezzature specifiche per lavori in ambienti chiusi e/o sospetti di saturazione di gas.

Sul registro degli indagati figurano tre nomi, tutti con l’accusa di omicidio colposo plurimo in concorso, con l’aggravante della violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro: Gaetano Rotolo, direttore dei lavori per Amap; Giovanni Anselmo, amministratore unico di Tek Infrastrutture; Nicolò Di Salvo, contitolare di Quadrifoglio Group (l’altro contitolare, Epifanio Alsazia, figura tra le vittime).

La Toscana ha registrato giovedì 14 novembre la quinta vittima del lavoro in una settimana.

Si tratta dell’elettricista Giacomo Barsottini, 51 anni, che era stato chiamato per un intervento alla Poliflex di Casciana Terme Lari (Pisa). Durante le operazioni il lavoratore, residente a Ponsacco, si è accasciato e non si è più ripreso.

#stragedicasteldaccia#giacomobarsottini#mortidilavoro

Novembre 2024: 43 morti (sul lavoro 36; in itinere 7; media giorno 3,1)

Anno 2024: 1007 morti (sul lavoro 763; in itinere 244; media giorno 3,1)

144 Lombardia (102 sul lavoro – 42 in itinere)

97 Campania (82 – 15)

89 Veneto (61 – 28)

82 Sicilia (57 – 25)

78 Emilia Romagna (60 -18)

77 Lazio (51 – 26)

66 Toscana (54 – 12)

65 Puglia (42 – 23)

62 Piemonte (48 – 14)

34 Sardegna (29 – 5)

29 Marche (20 – 9)

25 Abruzzo (20 – 5), Calabria (20 – 5)

20 Trentino (16 – 4), Estero (17 – 3)

19 Liguria (17- 2)

18 Friuli V.G. (15 – 3)

17 Umbria (14 – 3)

13 Alto Adige (12 – 1)

10 Basilicata (10 – 0)

7 Valle d’Aosta (7 – 0)

4 Molise (4 – 0).

Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)

Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)

Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)

Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)

Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)

Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6).

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Il vicepresidente del Consiglio Salvini fa il ganassa e offre in trasmissione un “Bacio Perugina” a Lilli Gruber. Lui ignora, lei si dimentica, che quello è ormai da anni un prodotto Nestlè, con buona pace (eterna) del sovranismo, della nazione, del made in Italy. La miserie della classe politica e dell’informazione italiane sanno sempre come scendere sempre più in basso.

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Ancora 5 morti di lavoro.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Mattia Virgone aveva 27 anni, un figlio di 3 e una moglie. È morto mercoledì 13 novembre nelle campagne di Portopalo di Capo Passero (Siracusa), dove era impegnato nell’allestimento di un cantiere per la realizzazione di infrastrutture Enel.

Non ancora chiaro l’accaduto: il lavoratore sarebbe stato travolto da uno dei mezzi impegnati nel cantiere.

Due agricoltori 69enni sono morti in Umbria e in Basilicata, mercoledì 13 novembre, entrambi uccisi dal ribaltamento di un trattore.

Lino Lolli ha perso la vita a Fontignano, frazione di Perugia, mentre Raffaele Breglia è morto a Colobraro (Matera), dopo essere finito in un dirupo di una ventina di metri.

Stessa morte per schiacciamento, dopo il ribaltamento di un trattore, c’era stata lunedì 11 novembre a Stellanello (Savona), dove aveva perso la vita il 63enne Antonio Divizia sotto gli occhi del padre ultranovantenne.

Alessandro Cipriani, 55 anni, banconista in un supermercato Pam di Quarrata (Pistoia), lunedì 11 novembre si è accasciato dietro il banco della gastronomia e non si è più ripreso.

Non conosciamo ancora il nome del 61enne autotrasportatore di Padova, che mercoledì 13 novembre è morto sulla A21 nei pressi del casello di Broni (Pavia) nel tamponamento con il tir che lo precedeva. Lungo il lavoro per liberare dalle lamiere il lavoratore, morto sul colpo.

#mattiavirgone#linololli#raffaelebreglia#antoniodivizia#alessandrocipriani#mortidilavoro

Novembre 2024: 42 morti (sul lavoro 35; in itinere 7; media giorno 3,2)

Anno 2024: 1006 morti (sul lavoro 762; in itinere 244; media giorno 3,1)

144 Lombardia (102 sul lavoro – 42 in itinere)

97 Campania (82 – 15)

89 Veneto (61 – 28)

82 Sicilia (57 – 25)

78 Emilia Romagna (60 -18)

77 Lazio (51 – 26)

65 Toscana (53 – 12), Puglia (42 – 23)

62 Piemonte (48 – 14)

34 Sardegna (29 – 5)

29 Marche (20 – 9)

25 Abruzzo (20 – 5), Calabria (20 – 5)

20 Trentino (16 – 4), Estero (17 – 3)

19 Liguria (17- 2)

18 Friuli V.G. (15 – 3)

17 Umbria (14 – 3)

13 Alto Adige (12 – 1)

10 Basilicata (10 – 0)

7 Valle d’Aosta (7 – 0)

4 Molise (4 – 0).

Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)

Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)

Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)

Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)

Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)

Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6).

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Addio a Franco Ferrarotti, la sociologia in persona.

[Beh, buona giornata è social free].

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Quando Musk parla di autocrazia pensa al potere assoluto che esercita in Tesla?

[Beh buona giornata è social free].

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La Farnesina dorme, sulle interferenze di Musk deve intervenire il Capo dello Stato. Questi sono patrioti intermittenti.

[Beh, buona giornata è social free].

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Le piroette di Meloni per ingraziarsi von der Leyen per contare qualcosa in Europa: piatto ricco mi ci Fitto.

[Beh, buona giornata è social free].

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Beh, buona giornata. Il blog social free.

marco-ferri.com
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1000 morti. E nessuno sembra accorgersene.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

È un operaio di 69 anni, di cui non conosciamo ancora il nome, la millesima vittima del lavoro in Italia nel 2024.

Il fatto è accaduto intorno alle 9,30 di martedì 12 novembre nelle cartiere Modesto Cardella di via Acquacalda, a San Pietro a Vico, frazione di Lucca.

Il lavoratore sarebbe stato travolto da un carrello elevatore, forse in retromarcia. Sia la vittima che l’investitore risulterebbero dipendenti della cartiera.

#mortidilavoro

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Sono saliti a 9 i lavoratori morti nell’ultimo fine settimana.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Salgono a 9 i lavoratori morti nell’ultimo fine settimana, che diventa così il secondo più sanguinoso dell’anno, alla pari con il 23-24 marzo e dietro al week-end 3-4 febbraio (10 vittime).

All’ultimo conteggio si aggiunge il 69enne ucraino Ivan Lurchak, operaio edile residente con la moglie a Torrita di Siena, deceduto sabato 9 novembre intorno alle 22 tornando a casa in moto dal suo lavoro a Bettolle (Siena).

Era quasi giunto a destinazione quando è caduto, per motivi da chiarire, ed è stato sbalzato sulla corsia opposta, dove è stato travolto da due automobili.

Francesco Romano, 43enne di Acerra (Napoli), operaio edile anche lui, è morto lunedì 11 novembre in un cantiere di Afragola, sempre nel Napoletano.

Il lavoratore era su una impalcatura al terzo piano e stava intonacando la parete esterna dell’edificio quando ha perso l’equilibrio ed è precipitato al suolo da oltre 10 metri. Vani i soccorsi.

#ivanlurchak#francescoromano#mortidilavoro

Novembre 2024: 35 morti (sul lavoro 28; in itinere 7; media giorno 3,2)

Anno 2024: 999 morti (sul lavoro 755; in itinere 244; media giorno 3,1)

143 Lombardia (101 sul lavoro – 42 in itinere)

97 Campania (82 – 15)

89 Veneto (61 – 28)

81 Sicilia (56 – 25)

78 Emilia Romagna (60 -18)

77 Lazio (51 – 26)

65 Puglia (42 – 23)

63 Toscana (51 – 12)

62 Piemonte (48 – 14)

34 Sardegna (29 – 5)

29 Marche (20 – 9)

25 Abruzzo (20 – 5), Calabria (20 – 5)

20 Trentino (16 – 4), Estero (17 – 3)

18 Liguria (16- 2), Friuli V.G. (15 – 3)

16 Umbria (13 – 3)

13 Alto Adige (12 – 1)

9 Basilicata (9 – 0)

7 Valle d’Aosta (7 – 0)

4 Molise (4 – 0).

Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)

Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)

Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)

Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)

Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)

Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6).

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Otto morti di lavoro nell’ultimo week end. Questa è l’Italia di oggi.

di Piero Santonastaso | Facebook.com / Mortidilavoro

Le otto vittime del lavoro fanno del fine settimana tra sabato 9 e domenica 10 novembre uno dei più sanguinosi dell’anno, dietro solo a quelli del 3/4 febbraio (10 morti) e del 23/24 marzo (9), e alla pari con le stragi estive del 15/16 giugno, del 22/23 giugno e del 13/14 luglio.

Con l’aggiunta delle 2 vittime di venerdì 8, di cui si è saputo in ritardo, il totale dei morti di lavoro del 2024 sale a 997. Numeri che parlano da soli.

Tre le vittime domenica 10 novembre. Il 38enne Fabio Correale, crotonese, dipendente della Recycling servizi portuali, si è accasciato nella stiva della nave Daiana, ormeggiata nel porto di Crotone.

Aveva appena terminato le operazioni di scarico del cippato di legno destinato alle centrali a biomassa della zona.

L’allarme è scattato immediato, ma le manovre di rianimazione non hanno avuto esito. Correale aveva appena superato il periodo come discontinuo nei Vigili del Fuoco e si apprestava a entrare nel corpo nazionale.

Gerardo Carnovale, operaio 59enne di Borgo Val di Taro (Parma), è morto cadendo da un’altezza di 12 metri all’interno di un capannone della Fornaci Calce Grigolin, a Medesano (Parma).

Il lavoratore, dipendente di una ditta esterna, stava facendo lavori di manutenzione non meglio specificati.

Non ha ancora un nome l’autista 59enne di Avellino schiantatosi con il tir contro il pullman di turisti che lo precedeva sulla A1 in direzione sud, nei pressi di Caianello (Caserta).

Cinque le vittime sabato 9 novembre. Il 34enne Mirko Bellini è morto poco dopo la mezzanotte a Legnago (Verona), investito sulla bici elettrica da un’auto pirata.

Il lavoratore, finito il turno alle Fonderie Zanardi di Minerbe (Verona), stava tornando a casa a Cerea (Verona).

Il 52enne Angelo Simoni, agente della polizia penitenziaria di Ceccano (Frosinone), è morto travolto dal crollo di un muro esterno alla sua abitazione.

L’uomo stava facendo in proprio dei lavori edili e manovrando un escavatore ha colpito il muro, provocandone il crollo.

Norberto Viviani, 59enne di Curno (Bergamo), è morto a Treviolo, sempre nella Bergamasca, dopo essere rimasto impigliato nel macchinario per la raccolta del granoturco.

A trovare il corpo senza vita è stato il padre 87enne, proprietario del terreno.

Vainer Benatti, residente a Mirandola (Modena), a 76 anni faceva ancora lo stagionale nel settore agricolo. È morto a San Felice sul Panaro, sempre nel Modenese, al termine della giornata lavorativa.

È stato investito in un capannone dal trattore guidato in retromarcia da un altro operaio: non si era accorto che Benatti stava ancora operando per sganciare l’aratro.

Antonietta Nardi, 78enne commerciante ambulante di Treia (Macerata), è morta nelle prime ore del mattino nella piazza di San Severino Marche (Macerata), mentre insieme al figlio allestiva il banco per la vendita di abbigliamento.

Si è sentita male scaricando gli ultimi scatoloni di merce e i soccorritori hanno potuto solo constatarne la morte.

Il 59enne Mirko Marcolin, padovano, funzionario della Direzione generale Mare della UE, è morto venerdì 8 novembre nell’ospedale di Mindelo, sull’isola di São Vicente, a Capo Verde, dove era stato ricoverato per un malore. L’uomo faceva parte della delegazione per il rinnovo dell’accordo di pesca tra Capo Verde e la UE.

Angelo Lavagno, 76enne allevatore di Ottiglio (Alessandria), è morto nella sua azienda precipitando con il trattore in un piccolo dirupo. Causa probabile dell’incidente, la fitta nebbia, che ha impedito a Lavagno di orientarsi sul terreno.

#fabiocorreale#gerardocarnovale#mirkobellini#angelosimoni#norbertoviviani#vainerbenatti#antoniettanardi#mirkomarcolin#angelolavagno#mortidilavoro

Novembre 2024: 33 morti (sul lavoro 27; in itinere 6; media giorno 3,3)

Anno 2024: 997 morti (sul lavoro 754; in itinere 243; media giorno 3,1)

143 Lombardia (101 sul lavoro – 42 in itinere)

96 Campania (81 – 15)

89 Veneto (61 – 28)

81 Sicilia (56 – 25)

78 Emilia Romagna (60 -18)

77 Lazio (51 – 26)

65 Puglia (42 – 23)

62 Piemonte (48 – 14), Toscana (51 – 11)

34 Sardegna (29 – 5)

29 Marche (20 – 9)

25 Abruzzo (20 – 5), Calabria (20 – 5)

20 Trentino (16 – 4), Estero (17 – 3)

18 Liguria (16- 2), Friuli V.G. (15 – 3)

16 Umbria (13 – 3)

13 Alto Adige (12 – 1)

9 Basilicata (9 – 0)

7 Valle d’Aosta (7 – 0)

4 Molise (4 – 0).

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Attualità

Netanyahu sta portando al fallimento Israele.

“Per la prima volta nella sua storia, l’agenzia internazionale di rating Moody’s, nel febbraio 2024, ha declassato l’affidabilità del sistema creditizio israeliano da A1 ad A2, definendo l’outlook, cioè la previsione sul futuro, “negativo”.

Netanyahu ha trattato questo downgrade alla stregua di un affronto politico, ma resta il fatto che i dati economici dell’ultimo trimestre 2023 erano stati disastrosi, al di sotto delle peggiori previsioni. Il Pil crollato del 19,4%. Gli investimenti precipitati a –68%. Le esportazioni calate del 18%. I consumi privati degli israeliani avevano subìto una contrazione del 27%.

Quasi raddoppiata invece la spesa pubblica, +88,1%, per via dei costi della guerra. Chiamare sotto le armi dapprima 300.000 riservisti sottratti ai loro posti di lavoro, e poi comunque decine di migliaia di uomini, ha avuto un prezzo che inciderà pesantemente sul paese.

Un vero e proprio choc dopo anni di crescita economica ininterrotta”. (da “Gaza: Odio e amore per Israele” di “Gad Lerner”).

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