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L’obiettivo di Trump è il “Grande progetto di legge molto brutto” che taglierebbe Medicare e Medicaid, toglierebbe i buoni alimentari ai lavoratori poveri, ridurrebbe le borse di studio Pell rendendo più difficile ai figli delle persone povere e della classe operaia frequentare l’università.

di Alexander Stille, La Repubblica

Dovremmo essere genuinamente allarmati da quello che sta accadendo a Los Angeles: Trump che invia la Guardia Nazionale e ora i Marines – i Marines! – a Los Angeles per sedare manifestazioni in gran parte pacifiche. È trattare la California come una nazione nemica da invadere militarmente. Come ha scritto su X Stephen Miller, il consigliere di Trump alla Casa Bianca: Los Angeles è «territorio occupato», aggiungendo che una «lotta per salvare la civiltà» stava avvenendo nella più grande città della California.

Perché Trump sta facendo questo? Molto di quello che fa – le cose drammatiche che dominano gli schermi televisivi e i social media – sono forme di giochi circensi romani destinati a distrarre il pubblico. L’azione vera è il “Grande progetto di legge molto brutto” che taglierebbe Medicare e Medicaid, toglierebbe i buoni alimentari ai lavoratori poveri, ridurrebbe le borse di studio Pell rendendo più difficile ai figli delle persone povere e della classe operaia frequentare l’università. Tra 10 e 16 milioni persone perderebbero l’assicurazione secondo varie stime. «Tutti devono morire prima o poi», ha detto Joni Ernst, senatrice repubblicana dell’Iowa davanti a un pubblico arrabbiato per i tagli alla sanità.

Molti progetti del piano Biden per rinnovare l’infrastruttura del Paese e facilitare la transizione energetica sono basati in Stati repubblicani e sono diventati popolari. (Biden, a differenza di Trump, non ha governato contro la metà del Paese che non gli ha votato). Tutto per pagare un taglio fiscale da 4 trilioni di dollari che – anche con questi tagli draconiani – aumenterebbe il debito nazionale di circa 2,4 trilioni di dollari stimati. In altre parole, il partito che ha fatto campagna elettorale – e ha vinto – come partito della classe operaia sta tagliando programmi importanti che servono alla classe operaia e ai poveri, per dare un massiccio taglio fiscale a persone molto ricche che non ne hanno bisogno. E lascerà a tutti noi il conto che arriverà dopo che Trump lascerà l’incarico.

Il progetto di legge è tutt’altro che popolare, motivo per cui i Repubblicani l’hanno fatto passare forzatamente alla Camera nel cuore della notte prima che molti dei loro stessi membri potessero leggerlo, e l’invasione di Los Angeles serve a distogliere l’attenzione da un progetto di legge che persino Elon Musk ha denunciato come un «abominio totale».

Questo scenario si adatta perfettamente a una strategia illustrata in un libro recente dei politologi Jacob Hacker e Paul Pierson – un libro buono e serio con un titolo un po’ sciocco, “Let Them Eat Tweets” – in un capitolo chiamato “Il dilemma dei conservatori”. L’idea è che in situazioni di estrema disuguaglianza (come negli Stati Uniti ora) i partiti conservatori hanno una scelta difficile: rompere con la tradizione conservatrice e affrontare la disuguaglianza o fomentare divisioni nella società attraverso conflitti religiosi, etnici o sociali.

Questo è chiaramente al cuore dell’intera agenda politica di Trump: un classico regalo repubblicano ai ricchi travestito e mascherato come rivoluzione sociale: xenofobia, deportazioni, la guerra alle “università woke” e all’antisemitismo, mostrare persone in gabbia in El Salvador, l’“invasione” di L.A.

È tutto teatro politico per distrarre dalla natura profondamente oligarchica di questo regime che è tutt’altro che buono per i lavoratori. Ed è anche un passo in avanti verso un regime autoritario in cui una serie di “emergenze” inesistenti – “l’invasione” di stranieri, l’emergenza energetica, l’emergenza commerciale (per giustificare la guerra dei dazi), l’emergenza di Los Angeles – sono tutte inventate per giustificare l’uso di poteri straordinari per aggirare il permesso del Congresso, che avrebbe molta difficoltà ad ottenere.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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