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Questa non la bevo.

Chi beve regolarmente alcol, senza ovviamente esagerare, guadagna di più di chi non si fa un ‘goccetto’ neanche a pagarlo. A giurare – dati e grafici alla mano – sui benefici finanziari del consumo di alcol sono due economisti americani autori di uno studio dal titolo: ‘Niente bottiglia? Siete perdenti: i bevitori guadagnano più degli […]

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Chi beve regolarmente alcol, senza ovviamente esagerare, guadagna di più di chi non si fa un ‘goccetto’ neanche a pagarlo. A giurare – dati e grafici alla mano – sui benefici finanziari del consumo di alcol sono due economisti americani autori di uno studio dal titolo: ‘Niente bottiglia? Siete perdenti: i bevitori guadagnano più degli astemi’.

Il motivo di tanta fortuna in più- teorizzano gli autori – consisterebbe nella più vasta cerchia di contatti costruita dai bevitori. Questa teoria non la bevo: non credo siano i comportamento sociali che determino le relazioni sociali. Ma esattamente il contrario: se hai qualcosa da dire nel mondo delle tue relazioni, trovi qualcuno disposto a sentire le tue ragioni e hai più possibilità di realizzare quello che credi sia giusto fare.

Il bar, il circolo del golf, l’associazione velica o il tavolo del poker sono solo luoghi d’incontro, se non hai niente di buono in testa non combini niente di buono con le tue mani.

Finisce che al bar vedi solo doppio, sui campi da golf caddy dalle nuvole, in barca spari cazzate al vento, a poker sveli di essere un bluff.

E’ soprattutto la teoria del vincente o del perdente che ha rotto. Il mondo va rotoli perché è pieno di vincenti: vincono le inibizioni del buon senso e del buon gusto e fanno cose deprimenti.

Hanno il naso ficcato nelle chiappe del successo e sperano di riempirsi le tasche di soldi. Che spendono per nascondere la propensione a dire, fare e pensare quello che vogliono gli altri. Chi si iscrive nel partito dei furbacchioni trova sempre quello più furbo di lui, capace di soffiargli via dalle tasche tutti i soldi che ha fatto pensando di essere il più furbo.

Bere un buon bicchiere, anche due, può essere divertente, rende spigliati e magari “spiritosi”. Ma dipende dalla variabile più semplice del mondo: dipende, cioè con chi lo fai e perché.

Le persone normali, quando esagerano vomitano l’anima; i vincenti anche quando devono poco sputano via il senso del ridicolo. Questione di stomaco.
Michele l’intenditore di wiskhy , quel brandy che crea la famosa atmosfera, la birra che sounds good sono metafore pubblicitarie, credibili proprio perché innocue.

Se ci costruiamo sopra teorie del successo, sono guai. E, come dice la famosa battuta, chi crede di affogare i guai nell’alcol, non sa che i guai sanno nuotare. Beh, buona giornata.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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