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Attualità Società e costume

Che Billy Bilancia non ci sia più è uno sproposito.

“Il quartiere è malfamato, la clientela è quello che è, il locale è sporchino, il proprietario è losco, il personale lascia a desiderare, le bevande sono dozzinali, la cassiera è triste, ma la musica….!” Con questo tormentone cominciava il mio personale rito dell’aperitivo serale da Billy Bilancia. Lo inventai all’Euclide, bar di piazza Euclide a Parioli , il quartiere-bene di Roma, dove per un paio d’anni Billy aveva creato l’angolo degli aperitivi. Billy, mentre preparava il Martini, era la spalla ideale di giochi di parole, che facevano di quei momenti di guarnizione tra la fine di una giornata di lavoro e l’inizio della serata un momento di svago innocente, infantile, giocoso come sanno fare gli adulti tra loro, quando sono amici e il cazzeggio è un tramite di relazione.

Perché Billy era il bar. Non si andava all’Euclide, da Vanni, da Annibale a piazza dei Carracci, tanto per citare solo alcuni tra gli ultimi bar che Billy ha animato. Si andava semplicemente da Billy. Ci vediamo da Billy? Era l’invito per un appuntamento con un amico. I proprietari dei rispettivi locali lo sapevano: Billy, nel suo peregrinare tra i quartieri di Roma, si trainava diverse combriccole di affezionati clienti. Perché a Billy faceva piacere avere “i suoi clienti” sempre intorno. E quando non ti vedeva da un po’, allora ti chiamava. “Pronto, sono Billy.” E io: “Ciao, avanzo di balera, che mi dici?”. E lui:“Ma si può sapere dove vai a prendere l’aperitivo?”. E io, addirittura auto colpevolizzato: “Billy, sono a Milano”. E lui: “Torna presto che sta casa non è un albergo”.

Negli anni siamo stati insieme al ristorante, al cinema, a bere in altri bar, quando era di riposo. Sempre a cazzeggiare, coinvolgendo gli altri, spesso sconosciuti, nei nostri giochi con le parole. Billy mi avrà preparato un numero indefinibile di Martini cocktail. Lo scherzo era che mentre stava tagliando la striscia di limone per il classico twist, gli dicevo: “Billy, ma io volevo l’oliva”. E lui: “Me lo dovevi dire prima”. E io: ”Tu me lo fai apposta”. E lui: “ Non te lo ha mai detto nessuno che tieni la capa fresca”. E io: “In questo bar si mangia pane e veleno”. E lui: “ quale pane, solo veleno”. E allora succedeva che i clienti intorno capivano lo scherzo e si rilassavano e ridevano. Poi, il momento del finale della gag. Portavo il bicchiere alle labbra, assaggiavo un sorso di Martini, lo tenevo in bocca per assaporarlo. In quel momento Billy diceva: “Dai, dillo su!”. E io, roteando la mano destra, dicevo: “Ahhh, che schifo!”. E giù a ridere come ragazzini. Ridevano i clienti, ridevano i camerieri, rideva il proprietario. E, ovviamente, rideva anche la cassa. E la cassiera.

Altro tormentone: “Scusi, ma lei è oriundo?”. “No, io sono Billy”. “Aborigeno, nativo?”. “Noo, io sono Billy, quante volte glielo devo dire”. “Mi scusi devo averla scambiata per un altro”. Lo scherzo della sigaretta nacque per caso al Bramante, il bar che gestiva Giuseppe Pecora, in via della Pace. “Ascoltami Billy”, esordii con aria seria “quando la Nina , la Pinta e la Santa Maria salparono alla volta delle Indie e sbagliando i calcoli nautici si imbatterono nelle Americhe, Cristoforo Colombo, che tutti credevano genovese, ma che forse non è vero, riportò in patria, che infatti era la Spagna e non la Liguria, il pomodoro, la patata, il mais e il tabacco”. Billy mi guardava con gli occhi di chi dice “vabbè, ma dove vuoi arrivare”. “Ecco, Billy, a proposito di tabacco, non è che mi offriresti una sigaretta?”. Questi due sono pazzi, devono aver pensato i clienti del Bramante, che oggi non c’è più.

“E’arrivata la nave dal Brasile?” era il modo per chiedere un caffè. Oppure: “Marco, il solito?”. E io: “Un po’ meglio del solito, per favore”. Per tutti gli anni in cui ci siamo frequentati, il botta e risposta è stato il nostro modo di incontrarci, di passare qualche mezz’ora insieme, io di qua, lui di là del bancone del bar, divertendoci e coinvolgendo gli altri nei nostri scherzetti verbali.

E alla fine, l’immancabile “sigla di chiusura”. Sulla porta, accomiatandoci, la nostra ora dell’aperitivo finiva sempre così: “Billy, dire che è stato un piacere…”. E lui: “…sarebbe uno sproposito”.

Caro Billy, avanzo di balera. Non poter più venirti a trovare e vederti smanettare dietro il bancone di un bar è davvero uno “sproposito”.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

8 risposte su “Che Billy Bilancia non ci sia più è uno sproposito.”

Ho assistito tante volte a queste vostre scenette….divertentissime.
Mi manca Billy tantissimo, un caro amico da 20 anni.
Mi ha lasciato un vuoto profondo.
Carla,la sua amante ufficiale.
Ciao

…anch’io ero lì,al fianco di billy……mascherato da direttore ma a tuuti gli effetti la sua prima spalla nell’orario dell’aperitivo,a gustarmi le scenette con il dr. Marco Ferri!
Billy…amico mio…non ti dimenticherò mai,sei stato per me un maestro ma soprattutto un grandissimo amico!
Sensibilità di un pittore, precisione di un chirurgo, fantasia di un bambino, mani delicate di un pianista che creavano e mescolavano in modo armonioso e intonato colori e sapori. E’ la presentazione di Billy Bilancia, che sapeva fare di un aperitivo un sublime momento di piacere.
mi manchi billy…..mi manchi…
il tuo caro amico Christian

Siamo felici che tu abbia letto questo articolo caro Billy….ora faremo finta di doverti ricercare.

Dal IL FOGLIO
16 aprile 2009

Billy Bilancia
Sensibilità di un pittore, precisione di un chirurgo, fantasia di un bambino, mani delicate di un pianista che creano e mescolano in modo armonioso e intonato colori e sapori. E’ la presentazione del famoso Billy Bilancia, che sa fare di un aperitivo un sublime momento di piacere. Fino a poco tempo fa, a Roma, a piazza Euclide, c’era il Bar Euclide, dove, secondo noi, si concentrava tutto alla perfezione: centralità e comodità, bontà, bravura e simpatia. Oggi questo appuntamento settimanale ci manca moltissimo, ci mancano tutti coloro che riuscivano a rendere un semplice bar un Super Bar. Ci manca il nostro caro maestro Billy, i suoi cocktail finora “insostituibili”, l’atmosfera del Bar Euclide e, di riflesso, certi momenti per noi bellissimi. Un posto e un buon bere che ti permettevano di staccare dalla realtà, facendoti scivolare via i pensieri più pesanti della “giornata”.
Ci auguriamo anche questo spazio possa essere l’occasione per ritrovare il nostro caro Billy, e trovare l’indirizzo dei suoi nuovi bicchieri riempiti con la solita cura, passione e soprattutto arte.

Cristina Picca e Giovanni Beretta, Roma

Carlo Parmeggiani, invia codesto messaggio:

la bilancia della vita – quel protagonista di roma “notturbina” che infiammò l’edonismo degli anni ’80 non c’è più – la notte ha stroncato Billy Bilancia, fulminato da un infarto dietro il bancone dell’ennesimo locale dove lavorava – Quasi impossibile elencare tutti i locali che sono nati con la sua “impronta” – Amico di tutti, soprattutto di Renzo Arbore, tante volte è apparso accanto a lui in “Indietro Tutta”…

Cecilia Cirinei per “la Repubblica-Roma”

Strano pensare che se ne sia andato così, in silenzio, lui che rideva sempre e amava la musica jazz, stroncato da un infarto dietro il bancone dell’ennesimo locale dove lavorava. Billy Bilancia, all’anagrafe Giovanni, nato a Potenza, ma “romano” d’adozione, se n’è andato due notti fa. Quasi impossibile elencare tutti i locali che sono nati con la sua “impronta”.

In primis i bar Le Cornacchie e l’Hemingway, che ora non esistono addirittura più, il vecchio Open Gate, quello “vero” di vent’anni fa, la discoteca Gilda prima versione, con Alessandra del Drago e Laura Melidoni come giovanissime pierre al suo fianco, e poi ancora: il Barbar, il Bar Euclide, il Deseo, Villa Celimontana durante la stagione estiva, e tanti altri posti ancora.

Amico di tutti, soprattutto di Renzo Arbore, tante volte è apparso accanto a lui in televisione in “Indietro Tutta”, e poi, quando era il “re” dell’Hemingway, a piazza delle Coppelle, dove ora si trova il Riccioli Caffè, indiscusso “padrone di casa”, e disperazione dei vip quando non erano invitati alle sue feste, aveva creato una sorta di “circolo” trasversale dove tutte le sere della settimana potevi incontrare i fratelli Antonio e Pupi Avati, Beppe Grillo, Luca Barbareschi, Giuliano Ferrara, Renzo Arbore, Mario Marenco, Sergio Caputo, Luciano De Crescenzo e tanti altri ancora.

Poi dopo gli “anni d’oro” all’Open Gate e da Gilda, era tornato con molta umiltà a fare il semplice capo-barman. Ultimo luogo il bar Vanni in via Col di Lana, dove è morto l’altra notte. Tanti gli amici che in queste ore scrivono di lui nei blog, moltissimi i “Ciao Billy” su Facebock, e che si danno appuntamento per ricordarlo giovedì alle 13 alla chiesa degli Artisti in piazza del Popolo, dai dj Claudio Casalini, che ha lavorato con lui all’OpenGate e al Gilda, a Giancarlino del Goa, che l’altra notte insieme a Fabrizio Caccetta, altro socio fondatore del Goa, telefonavano a “tam tam” per avvertire tutti gli amici che Billy Bilancia, con il suo sorriso ironico alla Woody Allen, la sua magia nel preparare i cocktail e la sua simpatia, non c’è più.

Ciao Billy…hemingway, gilda, open gate, rubirosa, jazz cafè, bramante, eno jazz, euclide, vanni……..lassù potrai raccontare di aver fatto, delle notti romane, un piacere da “gustare” con sapori e colori sempre diversi…che vuoto che lasci 23 anni ad “inseguirti” per vivere i tuoi cocktail, la tua magia…Grazie

Ciao grande billy…per poco tempo ho lavorato con lui al bar Euclide ..mi ha dato tanto..il suo sapere i suoi segreti la sua precisione…la sua adrenalina nel preparare i cocktail..Grazie billy..
Angela la Calabrese..
Ciao christian.

Buonasera Marco,
sono Nicola Pecora. Navigavo su internet alla ricerca di qualche cosa che sapesse di Bramante e mi sono imbattuto nel tuo blog. Ricorderò sempre lo zio Billy, quel meraviglioso ambiente che fu il Bramante e tutti voi che eravate interpreti di quei meravigliosi anni. Un saluto affettuoso

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