
La Ue commina all’Italia la correzione del deficit da 10-11 miliardi all’anno.
E ci blocca la spesa pubblica per sette anni, come fosse una maledizione.
Tornano i tagli con la lama dell’austerità, meno che per la spesa militare.
La Ue commina all’Italia la correzione del deficit da 10-11 miliardi all’anno.
E ci blocca la spesa pubblica per sette anni, come fosse una maledizione.
Tornano i tagli con la lama dell’austerità, meno che per la spesa militare.
Maurizio Caminito, presidente del Forum del libro, autore di “Manuale del navigatore Internet, Mondadori, 1997.
“Si dice tanto che i ragazzi leggano poco, ma in realtà non si ragiona abbastanza su come sia cambiato il modo di leggere. Non si può pensare di mettere in contrapposizione la lettura tradizionale con quella digitale, ci sono troppi pregiudizi”. Lo dice Maurizio Caminito, presidente del Forum del libro, che scritto “Profili, selfie e blog”, una delle tracce dei temi d’esame per la maturità di quest’anno.
Iosil Vasile, 41 anni, romeno, è il sedicesimo lavoratore straniero morto in Italia a giugno. La quota degli immigrati rappresenta il 25% delle vittime del lavoro nel mese.
Iosif era un dipendente della De Zottis spa di Breda di Piave (Treviso), azienda che tra le altre cose si occupa di lavori stradali.
Martedì 18 l’operaio stava raggiungendo un cantiere sulla A27, nei pressi di Vittorio Veneto, quando si è imbattuto in un’auto in panne sulla corsia di emergenza; ha fermato la propria vettura dietro al veicolo, con le luci di emergenza in funzione, e ha iniziato a sbandierare per segnalare l’ostacolo.
È stato travolto e trascinato per un centinaio di metri da un tir da 28 tonnellate il cui conducente non si è accorto delle auto ferme. Gli agenti della stradale hanno riscontrato irregolarità nei tempi di guida registrati dal tachigrafo del tir.
Il camionista, un 55enne di Pesaro, è risultato negativo all’alcoltest e si è sottoposto volontariamente al prelievo di sangue. A Breda di Piave, dove risiedeva, Iosif Vasile lascia la moglie e due figli.
Renato Galli, agricoltore 66enne di Magliano in Toscana (Grosseto), è morto nel primo pomeriggio di martedì 18 giugno schiacciato dal trattore con il quale stava lavorando in un uliveto.
Per cause da accertare, il mezzo ha sbandato ed è rotolato nella strada sottostante, non lasciando scampo all’uomo.
#iosifvasile#renatogalli#mortidilavoro
Giugno 2024: 65 (sul lavoro 41; in itinere 24; media giorno 3,6)
(Courtesy by Piero Santonastaso/Morti di lavoro).
Anno 2024: 529 morti (sul lavoro 404; in itinere 125; media giorno 3,1)
84 Lombardia (53 sul lavoro – 31 in itinere)
55 Campania (44-11)
44 Emilia Romagna (32-12)
43 Veneto (30-13)
42 Sicilia (29-13)
36 Toscana (30-6)
34 Lazio (21-13)
27 Puglia (22-5)
26 Piemonte (22-4)
20 Abruzzo (16-4)
18 Sardegna (15-3)
17 Calabria (14-3)
16 Marche (13-3)
11 Liguria (9-2)
10 Trentino (8-2), Estero (8-2)
9 Alto Adige (8-1)
8 Friuli V.G. (7-1)
6 Umbria (6-0)
5 Basilicata (5-0)
4 Valle d’Aosta (4-0), Molise (4-0).
Maggio 2024: 99 morti (sul lavoro 76; in itinere 22; media giorno 3,1)
Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)
Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)
Febbraio 2024: 95 morti (sul lavoro 75; in itinere 20; media giorno 3,2)
Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6)
Con la legge sull’autonomia differenziata, il Parlamento ha deciso di violare l’unità d’Italia. Garibaldi si rivolta nella tomba.
37,5%: è l’aumento percentuale dei morti di lavoro in Emilia Romagna al 17 giugno 2024 rispetto allo stesso periodo del 2023.
In termini assoluti 12 vittime in più, passando da 32 a 44.
Le ultime due sono braccianti pakistani di cui al momento ignoriamo quasi tutto. Sono morti a Portoverrara, frazione di Portomaggiore (Ferrara), mentre tornavano dal lavoro nelle serre dei vivai Salvi, gigante del settore agricolo.
Insieme a cinque connazionali viaggiavano su una monovolume che nel primo pomeriggio di lunedì 17 giugno è uscita di strada ribaltandosi in un canale.
Una delle due vittime, un 38enne, è morta sul colpo, l’altra sull’ambulanza. Tutti gli altri lavoratori sono stati trasportati all’ospedale Sant’Anna di Ferrara.
Un altro lavoratore del settore, Alessandro Modica, 35 anni da compiere mercoledì 19 giugno, è stato vittima di un malore mentre era impegnato nella manutenzione del verde a Borgo San Siro (Pavia). Modica, che viveva a Vigevano, da poche settimane era stato assunto con contratto stagionale dal Consorzio irriguo Est Sesia.
Franco Arras, autotrasportatore sessantenne di Santa Giusta (Oristano), è morto nella serata di domenica 16 giugno per i gravi traumi riportati durante le operazioni di manutenzione di uno dei camion della ditta di famiglia.
Arras aveva ribaltato la cabina di guida del mezzo e aveva iniziato le verifiche sul motore quando la cabina è tornata in posizione, schiacciandolo.
#alessandromodica#francoarras#mortidilavoro
Giugno 2024: 63 (sul lavoro 39; in itinere 24; media giorno 3,7)
(Courtesy by Piero Santonastaso/Morti di lavoro)
Anno 2024: 527 morti (sul lavoro 402; in itinere 125; media giorno 3,1)
84 Lombardia (53 sul lavoro – 31 in itinere)
55 Campania (44-11)
44 Emilia Romagna (32-12)
42 Veneto (29-13), Sicilia (29-13)
35 Toscana (29-6)
34 Lazio (21-13)
27 Puglia (22-5)
26 Piemonte (22-4)
20 Abruzzo (16-4)
18 Sardegna (15-3)
17 Calabria (14-3)
16 Marche (13-3)
11 Liguria (9-2)
10 Trentino (8-2), Estero (8-2)
9 Alto Adige (8-1)
8 Friuli V.G. (7-1)
6 Umbria (6-0)
5 Basilicata (5-0)
4 Valle d’Aosta (4-0), Molise (4-0).
Maggio 2024: 99 morti (sul lavoro 76; in itinere 22; media giorno 3,1)
Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)
Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)
Febbraio 2024: 95 morti (sul lavoro 75; in itinere 20; media giorno 3,2)
Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6).
Il mondo attraversa un momento storico molto complicato e pericoloso. La rottura della “vecchia globalizzazione” economica, quella antecedente alla pandemia da Covid, ha scatenato la pericolosa corsa alla supremazia attraverso l’uso della forza.
La guerra in Ucraina è servita a sbarrare la strada al gas russo a favore di quello americano.
Le tensioni nell’area indo cinese vorrebbero contrastare le esportazioni cinesi.
La guerra in Palestina sta condizionando il mercato energetico, oltre fare a pezzi il diritto umanitario e quello internazionale.
Si mostrano i muscoli per deviare il corso degli affari a vantaggio degli Usa. E la posta si alza di giorno in giorno.
Si brandiscono le armi atomiche per intimorire quelli che un tempo non lontano erano partner commerciali e ora vengono dipinti come nemici, feroci e pericolosi.
In tutto questo, cosa fa l’Europa?
Litiga per le poltrone. Un livello così basso di capacità politiche e lungimiranza diplomatica mai è stato raggiunto dalla fondazione dell’Eu.
Siamo in piena catastrofe dell’autorevolezza, l’europeismo è caduto in basso, ha la frattura scomposta tra realtà e credibilità.
Ormai in Europa sembra di stare in Italia: la politica è un mercato delle vacche, la democrazia un mercatino delle pulci.
Sono 28 i morti di lavoro nella settimana appena conclusa, vale a dire 4 al giorno: significa un +25% rispetto alle 3 vittime che da anni rappresentano il tributo medio di sangue versato quotidianamente dai lavoratori.
Ma è l’intero mese di giugno a viaggiare su numeri impressionanti: 60 morti finora, 8 in più rispetto allo stesso giorno di aprile (+15%), finora il mese con il peggior bilancio (105 vittime) di questo 2024.
Dodici i morti nelle ultime 72 ore, tre dei quali in itinere, tutti in incidenti con la moto.
Sono Stefano Venturini, 62 anni, giudice della corte di appello di Roma, deceduto venerdì 14 giugno al Sant’Andrea, dove era stato ricoverato dopo uno scontro in via della Giustiniana; Luca Pupillo, bartender 26enne morto a Roma sabato 15 alle 4,30 del mattino sulla Cristoforo Colombo: tornava a casa dall’albergo del centro in cui lavorava, e si è scontrato con uno scooter per essere poi investito da un’automobile; e il luogotenente dei carabinieri forestali Luca Pulsinelli, 54 anni, che sabato 15 giugno tornava a San Donato Valcomino (Frosinone), da Villetta Barrea (L’Aquila), dove prestava servizio.
Sei delle 12 vittime lavoravano nel comparto agricolo.
Due di loro sono morte a Scicli (Ragusa), dove venerdì 14 giugno un 41enne tunisino ha perso la vita cadendo dal tetto di un capannone in un’azienda agricola di Donnafugata, mentre sabato 15 a morire è stato un 83enne, colpito da malore in una serra dell’azienda agricola gestita dal figlio.
A Treia (Macerata), il 71enne Franco Massei venerdì 14 è stato trovato senza vita in un campo dai familiari, allarmati perché non avevano sue notizie; sabato 15 giugno il 55enne romeno Marin Alfiri è morto a Pavarolo (Torino), per il ribaltamento di un piccolo escavatore con il quale stava lavorando in un terreno in zona Tetti Fantini.
Era in compagnia dei suoi due cani, uno dei quali è rimasto a vegliarlo mentre l’altro è corso a casa abbaiando, dando così l’allarme, purtroppo inutile.
Domenica 16 a Lusiana Conca (Vicenza), il 68enne Flavio Pizza era su un trattorino cingolato caricato su un rimorchio trainato da un trattore, quando in un tratto in pendenza il trattorino è scivolato all’indietro.
Pizza ha provato a saltare giù, ma è stato travolto e ucciso dalla macchina.
Venerdì 14 giugno la 35enne Anna Tessarin, educatrice di una coop che gestisce alcuni servizi sociali di Gorizia, si è sentita male nel centro Asu Gi ed è stata ricoverata al Cattinara di Trieste, ma lì è spirata poco dopo.
Era malata da tempo ma aveva comunque portato avanti il proprio lavoro.
Luca Carrara, 41enne di Villa d’Adda (Bergamo), aveva approfittato della domenica di chiusura per fare alcune lavorazioni nella propria officina.
Stava tagliando una lastra di metallo con un flessibile quando si è ferito alla gola con l’attrezzo ed è morto dissanguato.
A Sovico (Monza e Brianza), un 32enne tunisino sabato 15 è stato travolto e ucciso in un cantiere da un carico sospeso sganciatosi dai supporti e precipitato al suolo.
#stefanoventurini#lucapupillo#lucapulsinelli#francomassei#marinalfiri#flaviopizza#annatessarin#lucacarrara#mortidilavoro
Giugno 2024: 59 (sul lavoro 37; in itinere 22; media giorno 3,7)
(Courtesy by Piero Santonastaso/Morti di lavoro).
Anno 2024: 523 morti (sul lavoro 400; in itinere 123; media giorno 3,1)
83 Lombardia (52 sul lavoro – 31 in itinere)
55 Campania (44-11)
42 Veneto (29-13), Emilia Romagna (32-10), Sicilia (29-13)
35 Toscana (29-6)
34 Lazio (21-13)
27 Puglia (22-5)
26 Piemonte (22-4)
20 Abruzzo (16-4)
17 Calabria (14-3)
17 Sardegna (14-3)
16 Marche (13-3)
11 Liguria (9-2)
10 Trentino (8-2), Estero (8-2)
9 Alto Adige (8-1)
8 Friuli V.G. (7-1)
6 Umbria (6-0)
5 Basilicata (5-0)
4 Valle d’Aosta (4-0), Molise (4-0).
Maggio 2024: 99 morti (sul lavoro 76; in itinere 22; media giorno 3,1)
Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)
Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)
Febbraio 2024: 95 morti (sul lavoro 75; in itinere 20; media giorno 3,2)
Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6).
“Il nepotismo era una caratteristica riconosciuta dal governo pontificio, al punto che l’ambizioso nipote di un cardinale papabile ricorse nel 1635 alla stregoneria per tentare di togliere di mezzo Urbano VIII e assicurarsi la propria fortuna.
Essendo tanto aspre le gelosie, è comprensibile che i pontefici scegliessero come più intimi consiglieri i parenti stretti.
Per di più, prosperità e condizione sociale procedevano di pari passo, e l’arricchimento della famiglia del papa era considerato inevitabile, se non addirittura desiderabile.
In effetti la condizione sociale di ognuno era talmente precaria a causa dei frequenti avvicendamenti di potere che solo una grande ricchezza personale poteva costituire una sicura garanzia per coloro che si accingevano a occupare una carica.
Inoltre non si faceva distinzione fra il tesoro pontificio e gli introiti personali di ciascun di ciascun papa.
Ma, pur ammettendo tutto ciò, Urbano VIII fu universalmente rimproverato da contemporanei e successori di aver travalicato ogni limite ragionevole”. (“Mecenati e pittori”, Francis Haskell, Einaudi).
Stamani, The Boston Globe, pubblica in prima pagina:
“Una corsa di 23 minuti per 3,52 dollari: i rider delle consegne di cibo a Boston vengono investiti da tutte le parti.
Con poca supervisione da parte delle aziende basate su app, una forza lavoro in gran parte migrante che cerca di sbarcare il lunario si precipita sulle strade della città – sollevando problemi di sicurezza – per soddisfare l’insaziabile domanda di cibo da asporto”.
In “Morti di lavoro” del 10 giugno u.s., la rubrica quotidiana curata da Piero Santonastaso si legge:
“Quando sono emigrati dal Pakistan non sapevano che sarebbero finiti a Milano a fare i rider (in lingua urdu: zaid), né che domenica 9 giugno 2024 sarebbero stati trasportati in codice rosso all’ospedale Niguarda, dove uno è morto e l’altro è ricoverato in rianimazione, entrambi investiti da automobili.
La vittima è il trentaquattrenne Adnan Qasim, travolto in via Camaldoli (zona Ponte Lambro) da un’auto pirata poco prima della mezzanotte, mentre in bici tornava a casa a Sesto San Giovanni.
È stato raccolto in condizioni disperate, tant’è che la morte è sopraggiunta poche ore dopo il ricovero.
La polizia locale ha trovato poco lontano una Punto con il radiatore rotto e nel pomeriggio di lunedì 11 ha individuato il pirata, un 22enne di San Colombano al Lambro (L.C., la privacy per gli italiani è sacra) che non è stato arrestato ma soltanto denunciato a piede libero.
Doppiamente strano, perché la vettura appartiene a un’altra persona che sostiene di essersela vista “sottrarre”.
Poche ore prima si era invece fermato per i primi soccorsi l’automobilista che aveva investito un rider ventiquattrenne (di cui non conosciamo ancora il nome) all’incrocio tra via Melchiorre Gioia e viale della Liberazione.
Il ferito ha riportato un grave trauma cranico. Uno dei due è passato con il semaforo rosso: se l’automobilista o il rider, lo stabiliranno le indagini”.
Stesso problema, stesse vittime, stesso sistema economico e stile di vita, stesse morti di lavoro. Non è un bel mondo.
Biden ha ordinato di anticipare all’Ucraina i miliardi confiscati alla Russia con le sanzioni.
Qual è la quota che tocca all’Italia?
Meloni non lo ha detto alla fine del G7. Tajani è stato molto generico a Bürgenstock.
Insomma, quanti soldi verranno sottratti alla spesa pubblica italiana per finanziare la guerra in Ucraina?
“Fra le più note informazioni poi rivelatesi false vi è quella dei 40 bambini uccisi, molti dei quali decapitati, nel kibbutz di Kfar Aza, inizialmente diffusa dal canale i24NEWS.
La notizia si era sparsa rapidamente, rilanciata dal portavoce del primo ministro Benjamin Netanyahu, ripetuta addirittura dal presidente americano Joe Biden («Non avrei mai immaginato di vedere e avere immagini verificate di terroristi che decapitano bambini»), e riportata da gran parte della stampa occidentale.
Il governo israeliano ammetterà successivamente di non aver alcuna prova a supporto di questa notizia.
Nessun altro ha potuto corroborare l’informazione.
Ma essa ha continuato a circolare su molti media occidentali.
Il tenente colonnello Yaron Buskila, della Divisione Gaza delle IDF, aveva parlato di bambini uccisi trovati appesi ai fili del bucato.
La notizia è stata successivamente ritrattata, come confermato dal quotidiano «Haaretz».
Vi sono stati però casi in cui gli uomini di Hamas hanno profanato o decapitato cadaveri, soprattutto i corpi dei soldati uccisi, ha precisato il giornale.
Non vi è invece prova di bambini di diverse famiglie uccisi insieme, ha aggiunto il quotidiano, il che rende inaccurata la frase che Netanyahu aveva riferito a Biden, secondo cui i terroristi di Hamas «hanno preso decine di bambini, li hanno legati, bruciati e giustiziati».” (da “Il 7 ottobrefra verità e propaganda: L’attacco di Hamas e i punti oscuri della narrazione israeliana” di Roberto Iannuzzi) Inizia a leggere: https://leggi.amazon.it/kp/kshare?asin=B0D4MTPNSP&id=vfjf6w2rp5crvoxqzmzcqsy7om ————–
“L’Italia offre il suo non piccolo contributo, concedendo la base di Sigonella come scalo per il ponte aereo fra la base tedesca di Ramstein e quella israeliana di Nevatim e come punto di partenza dei droni USA17.
Roma mette inoltre a disposizione il pattugliatore d’altura Paolo Thaon di Ravel, la nave anfibia San Giorgio e due fregate (la Virginio Fasan e la Carlo Margottini), a cui si aggiunge poi la nave di supporto logistico (e di primo soccorso, 16 posti letto) Vulcano18″ (da “Il 7 ottobre fra verità e propaganda: L’attacco di Hamas e i punti oscuri della narrazione israeliana” di Roberto Iannuzzi) Inizia a leggere: https://leggi.amazon.it/kp/kshare?asin=B0D4MTPNSP&id=o4y7oxprtjbrjfvmvbbxcicvbm ————– Leggi in ogni momento gratuitamente – scarica Kindle per Android, iOS, PC, Mac e altro http://amzn.to/1r0LubW
“Il 7 ottobre è destinato a segnare uno spartiacque nella storia israeliana, lasciando presagire la conclusione disastrosa di un anno che era già iniziato in maniera assai negativa per il paese.
Il 2023 si era infatti aperto con il neoinsediato governo Netanyahu, una compagine allo stesso tempo radicale e inesperta, definita da molti commentatori come una delle più intransigenti della storia di Israele a causa della presenza nelle sue file di esponenti di estrema destra, religiosi e ultraortodossi.
Nella prima settimana dell’anno, il governo aveva annunciato un piano di riforma che, se approvato, avrebbe alterato gli equilibri fra il potere esecutivo e quello giudiziario.
Tale piano aveva scatenato (o, per meglio dire, profondamente inasprito) una crisi politica e sociale senza precedenti.
Le tensioni erano sfociate in continue proteste di piazza, incidendo sull’economia del paese e perfino sulla saldezza del rapporto fra governo ed esercito.
Nel frattempo, le violenze a danno dei palestinesi in Cisgiordania erano salite a livelli mai visti dalla seconda Intifada.
Dall’inizio dell’anno alla fine di settembre, oltre 200 palestinesi e 30 israeliani erano stati uccisi nei Territori Occupati e in Israele.
Dal pogrom antipalestinese nella città di Huwara a opera dei coloni, alle incursioni letali delle forze israeliane a Jenin, gli episodi di violenza ai danni dei palestinesi si erano moltiplicati” (da “Il 7 ottobre fra verità e propaganda: L’attacco di Hamas e i punti oscuri della narrazione israeliana” di Roberto Iannuzzi).
Enrico Colapicchioni, 54 anni, romano, era un autotrasportatore di carburanti. È morto alle 3 della notte di giovedì 13 giugno sul Grande Raccordo Anulare quando la sua autocisterna è rimasta coinvolta nel tamponamento con una vettura che procedeva nella stessa direzione.
Nello scontro ha avuto la peggio l’autista del mezzo pesante, in una dinamica che rimane tutta da verificare.
Poche ore più tardi, intorno alle 6,45, il 31enne Stefano Sias, operaio in un’azienda dell’indotto della Saras di Sarroch (Cagliari), ha perso la vita mentre andava al lavoro in moto.
È accaduto sulla statale 195 nel tratto cagliaritano a 4 corsie: Sias ha tamponato un furgone nella stessa direzione di marcia, perdendo il controllo della moto che ha preso fuoco nel contatto con l’asfalto.
Mercoledì 12 giugno in Sardegna c’era stata un’altra morte in itinere e nella regione monta la polemica sullo stato della viabilità.
La vittima è la forestale 44enne Cinzia Vacca, che da Villacidro (Sud Sardegna) stava raggiungendo il posto di lavoro nella foresta demaniale di Montimannu.
L’auto della dipendente di Forestas è uscita di strada in un incidente autonomo e si è ribaltata più volte, non lasciando scampo alla guidatrice.
Ancora confusi i contorni della tragedia che giovedì 13 giugno è costata la vita al 63enne Antonio Bizzarro a Cervinara (Avellino).
L’operaio agricolo è caduto da un albero durante la raccolta delle ciliegie e i suoi compagni, anziché chiamare i soccorsi, hanno preferito accompagnarlo in macchina alla postazione del 118 in paese.
Bizzarro, che lascia la moglie e 3 figli, vi è però giunto senza vita. Aperta un’inchiesta sia sul fatto che sulla regolarità delle varie posizioni lavorative.
Una caduta da 8 metri, giovedì 13, è costata la vita al 52enne romeno Ilie Boboescu, precipitato da un ponteggio a Saluzzo (Cuneo), durante le ispezioni preliminari per la rimozione di pannelli contenenti amianto dal tetto di un capannone.
L’operaio lascia la moglie e due figli.
Martedì 11 giugno è stato sfondato il tetto dei 500 morti di lavoro nell’anno, con sei giorni di anticipo rispetto al 2023.
Mercoledì 12 il numero è aumentato a 506 e va considerato purtroppo provvisorio, perché le notizie sull’argomento circolano con tempi inaccettabili, al contrario, ad esempio, della velocità con la quale si diffonde un qualsiasi gossip.
Oggi per esempio al mese di maggio si sono aggiunte 3 vittime di cui pochissimo, se non nulla, si era saputo: sono il 70enne Giovanni Notte, schiacciato sotto un trattore il 17 maggio a Macchiagodena (Isernia); il 43enne senegalese Elhadji Diop, bracciante di Torretta Antonacci (San Severo, Foggia) travolto da un’auto mentre in bicicletta rientrava dal lavoro nei campi; la 61enne Graziella D’Avenia uccisa da un malore il 30 maggio nel suo bar trattoria a Verrua Savoia (Torino).
Martedì 11 giugno il 24enne gambiano Amadou Sanneh è morto carbonizzato alla Mega Wilcknes (vernici) di Brugherio (Monza e Brianza), vittima di un’esplosione innescata dai vapori dei solventi che avevano saturato l’ambiente.
Lascia, in patria, la moglie e un figlio ai quali inviava il suo salario di operaio.
A 78 anni Marino Lelli continuava a lavorare come operaio in un’azienda agricola di Guiglia (Modena).
Martedì 11 giugno è stato schiacciato tra due macchine in un capannone dell’azienda. Per ore nessuno si è però accorto dell’accaduto e quando è stato dato l’allarme era troppo tardi.
Un altro lavoratore ultrasettantenne, Nicolino Ciafardini, 75 anni, è morto martedì 11 in Molise, a Trivento (Campobasso), travolto e schiacciato da una delle rotoballe che stava caricando su un mezzo agricolo.
A Roma il 56enne Giovanni Parise, guardia giurata Italpol, ha preso servizio alle 22 di martedì 11 al magazzino Sda di Corcolle, in zona Settecamini. Alle 6 del mattino è stato trovato esanime dal collega che doveva dargli il cambio.
È morto poco dopo il ricovero al policlinico di Tor Vergata.
Il 32enne Samuel Kitar, autotrasportatore piombinese di prodotti ittici, è morto nelle prime ore di mercoledì 12 giugno in un incidente stradale sulla A12, tra Sarzana e Carrara.
Il furgone che guidava ha tamponato il camion che lo precedeva nella stessa direzione di marcia.
L’agricoltore 58enne Roberto Ronconi, residente a Goito (Mantova) con moglie e figlio, è rimasto vittima di un malore a Soave (Verona) mentre andava al lavoro.
È riuscito a chiedere aiuto ed è stato trasportato agli Spedali Civili di Brescia, dove è morto poco dopo il ricovero.
Il 42enne Francesco Lo Giudice è morto martedì 11 stroncato da un malore alla fine della sua prima giornata di lavoro ai vivai Gitto di Palermo.
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Giugno 2024: 46 (sul lavoro 28; in itinere 18; media giorno 3,5)
(Courtesy by Piero Santonastaso/Morti di lavoro).
Anno 2024: 510 morti (sul lavoro 391; in itinere 119; media giorno 3)
81 Lombardia (50 sul lavoro – 31 in itinere)
55 Campania (44-11)
42 Emilia Romagna (32-10)
41 Veneto (28-13)
39 Sicilia (27-12)
35 Toscana (29-6)
32 Lazio (21-11)
27 Puglia (22-5)
25 Piemonte (21-4)
18 Abruzzo (15-3)
17 Calabria (14-3), Sardegna (14-3)
15 Marche (12-3)
11 Liguria (9-2)
10 Trentino (8-2), Estero (8-2)
9 Alto Adige (8-1)
7 Friuli V.G. (6-1)
6 Umbria (6-0)
5 Basilicata (5-0)
4 Valle d’Aosta (4-0), Molise (4-0).
Maggio 2024: 99 morti (sul lavoro 76; in itinere 22; media giorno 3,1)
Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)
Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)
Febbraio 2024: 95 morti (sul lavoro 75; in itinere 20; media giorno 3,2)
Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6).
Miracolo italiano, l’occupazione aumenta nonostante l’economia rimanga stazionaria e la produzione sia in calo. Con i dati dell’ISTAT i conti non tornano
Con sistematica puntualità l’ISTAT continua a sfornare dati sull’andamento positivo dell’occupazione, registrando un aumento di 75mila occupati nel primo trimestre di quest’anno e di 394mila rispetto al primo trimestre dell’anno scorso.
Dati che ovviamente vengono colti dalla Ministra Calderone come una dimostrazione di buon governo.
Abbiamo già avuto modo di commentare come questi dati siano il frutto di una modalità di calcolo assai discutibile, con la quale si ricomprendono nella categoria di occupate persone che hanno svolto una qualsivoglia attività nella settimana precedente alla rilevazione, con o senza contratto, anche per una sola ora.
Una prima contraddizione sta nel fatto che l’ISTAT registri contemporaneamente un aumento del tasso di inattività per le persone tra i 15 e i 64 anni, che sarebbe salito al 33,1% nel primo trimestre del 2024.
Per Eurostat il tasso degli inattivi in Italia è in realtà più alto e già nel 2023 superava il 34,5%, collocando il nostro Paese al primo posto nella UE per tasso di inattività.
Chi sono gli inattivi per l’ISTAT?
Sono quelli che non hanno un impiego né lo stanno cercando e pertanto vengono collocati fuori dal calcolo della forza lavoro (occupati + disoccupati).
Tra questi sicuramente c’è una larga fetta impiegata stabilmente in attività sommerse, lavoro nero, e che pertanto non risulta dalle rilevazioni.
Ma la contraddizione più evidente, rispetto ai dati apparentemente positivi sull’occupazione, è la situazione della nostra economia.
È sempre l’ISTAT a stimare una crescita dell’1% nel 2024 (la Commissione europea si attesta più in basso a 0,9%) e dell’1,1% per il 2025.
La produzione industriale è invece addirittura in calo del 2,9%, sempre su base annua (ultimo dato ISTAT del 10 giugno).
Questi dati certificano una stagnazione sostanziale del nostro sistema economico.
Difficile dare credito, in queste condizioni, alla notizia che in Italia gli occupati siano in aumento: con una economia in stato depressivo, l’unico lavoro che rimane è quello povero e decontrattualizzato.
Questo sì in vertiginoso aumento, il resto è solo fumo negli occhi. (Courtesy by contropiano.org).
Alexsandr Piscun, 58 anni, si era trasferito diverso tempo fa dalla Lituania in Calabria, a Corigliano-Rossano (Cosenza), dove aveva trovato lavoro nel settore agricolo.
Domenica 9 giugno è morto schiacciato sotto il mezzo cassonato con il quale stava raccogliendo pesche in un frutteto di Cassano all’Ionio, nel Cosentino. Per recuperare il corpo del lavoratore sono intervenuti i vigili del fuoco.
All’altro capo della penisola, a Eores, frazione montana di Bressanone (Bolzano), poco dopo la mezzanotte di domenica 9 giugno ha perso la vita l’allevatore di 44 anni Hannes Messner.
Sabato intorno alle 21 era uscito di casa per andare a controllare le mucche al pascolo in quota.
Lungo la via del ritorno, una strada forestale, ha perso il controllo del furgone che è precipitato per 200 metri. Lascia la moglie e tre figli.
Roberto Burigato, tassista 54enne di San Canzian d’Isonzo (Gorizia), è morto sabato 8 giugno in un incidente stradale a Sistiana, nel comune di Duino-Aurisino (Trieste).
La vettura di Burigato è stata distrutta da una Mercedes fuori controllo che ha invaso la sua corsia di marcia. Morto anche il 70enne alla guida dell’auto investitrice.
Gianluca Bombardone, 44 anni, operatore cinematografico romano, moglie e due figli, è morto sabato 8 giugno, stroncato da un malore a Stintino (Sassari), durante una pausa delle riprese di un docufilm.
L’uomo si è accasciato all’improvviso e a nulla è servito l’intervento di due medici presenti sul posto.
Domenica 9 giugno, nelle prime ore del mattino, è morto all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Udine il 45enne William Strizzolo, coinvolto in un incidente stradale la sera prima a Porpetto (Udine), mentre in moto rientrava dal lavoro a casa a Castions di Strada.
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Giugno 2024: 33 (sul lavoro 20; in itinere 13; media giorno 3,6)
Anno 2024: 493 morti (sul lavoro 378; in itinere 115; media giorno 3)
78 Lombardia (49 sul lavoro – 29 in itinere)
55 Campania (43-12)
43 Emilia Romagna (34-9)
40 Veneto (28-12)
38 Sicilia (26-12)
34 Toscana (28-6)
30 Lazio (19-11)
26 Puglia (22-4)
23 Piemonte (19-4)
18 Abruzzo (15-3)
17 Calabria (14-3)
15 Marche (12-3), Sardegna (14-1)
10 Liguria (8-2), Trentino (8-2), Estero (8-2)
9 Alto Adige (8-1)
7 Friuli V.G. (6-1)
6 Umbria (6-0)
5 Basilicata (5-0)
4 Valle d’Aosta (4-0)
2 Molise (2-0).
Maggio 2024: 95 morti (sul lavoro 74; in itinere 210; media giorno 3,1)
Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)
Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)
Febbraio 2024: 95 morti (sul lavoro 75; in itinere 20; media giorno 3,2)
Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6).
di Piero Santonastaso
Il popolo qui riunito ha così votato:
Nessun partito 50,31%
FDI 14,4
PD 12
M5S 5
FI 4,8
Lega 4,5
AVS 3,3
SUE 1,8
Azione 1,6
PTD 1,1
Libertà 0,4
SVP 0,26
AP 0,19
DSP 0,07
PA 0,06
RV 0,003
Le varie programmazioni straordinarie televisive vengono ribattezzate d’imperio “mezza maratona”.
I dati ufficiali confermano che FdI ha preso 6.701.777 voti alle europee 2024.
Alle politiche 2022 aveva preso 7.301.030 voti.
A conti fatti Meloni ha appena perso 599.529 voti.
Non solo.
Per quanto riguarda il Pd, la differenza tra le politiche 2022 e le europee 2024 fa vincere a Schlein 253.498 voti.
E per concludere.
L’affluenza alle urne nel 2019 fu il 54,50% degli aventi diritto al voto.
Nel 2024 siamo piombati al 49,69%.
Meloni ha allontanato il 4,81% degli elettori dalla fiducia verso la Ue.
Chi dice che il governo italiano è più forte in Europa dà i numeri. Sbagliati.
Il trucco propagandistico delle percentuali elettorali non tiene conto dell’effettivo numero dei votanti.
Nel 2022 votò il 63,91%, alle europee del 2024 ha votato il 49,69%.
Alle politiche del 2022, FdI prese 7.301.303 voti.
Alle europee 2024, dati non ancora definitivi, 6.611.435 voti.
Se confermati, Meloni avrebbe perso 689. 868 voti.
Alle politiche 2022, il Pd prese 5.348.676 voti.
Alle europee 2024, dati non ancora definitivi, 5.517.657 voti.
Se confermati, Schlein avrebbe conquistato 168.981 voti in più.
Diceva Emanuele Pirella: “La pubblicità deve dire la verità, solo la verità, tutt’altro che la verità”. La sua era una battuta autoironica. Che spin doctor, conduttori, uffici stampa e commentatori blasonati hanno preso sul serio.
Aggiornamento dati definitivi:
Per quanto riguarda FdI, la differenza tra le politiche 2022 e le europee 2024 fa perdere a Meloni 599.526 voti.
Per quanto riguarda il Pd, la differenza tra le politiche 2022 e le europee 2024 fa vincere a Schlein 253.498 voti.
Domanda: Che cosa festeggia Meloni?
“Secondo alcune proiezioni le destre di ogni sfumatura, se coalizzate tra loro, avranno una «maggioranza di blocco». È il sogno di Meloni e Le Pen. Tocca agli elettori mettere un argine all’avanzata delle destre estreme”.
Lo scrive Francesca De Benedetti di Domani, che ci responsabilizza: ci dice che oggi non votiamo per il futuro della Ue, ma per rimettere a posto i disastri combinati dai partiti che con la loro insipienza hanno favorito l’ascesa del peggiore passato della storia d’Europa.
Come? Votando gli stessi colpevoli degli errori che li hanno favoriti? Parebbe di sì. Come se cent’anni fa i fascisti non andarono al governo con la complicità oggettiva di Giolitti, il liberale e Turati, il socialdemocratico. Oggi cosa ci chiedete? Di riconfermare la “coalizione Ursula”?
E allora è vero che la storia si ripete due volte, la prima come tragedia, la seconda come farsa. Lo scriveva Karl Marx, in “Il 18 brumaio di Luigi Napoleone”.
Solo che l’attuale farsa è molto tossica, rischia di diventare radioattiva. No grazie.