L’ordine di Sant’Agostino è stato fondato nel 1244 quando papa Innocenzo IV unificò vari gruppi di eremiti che seguivano la Regola di Sant’Agostino d’Ippona, uno dei più influenti teologi della chiesa occidentale.
Qual è la visione di Sant’Agostino? “Nel 427, a Ippona, il vescovo che diventerà sant’Agostino denuncia, nella Città di Dio, la cultura greco-latina come «rivale della rivelazione cristiana», e, nelle sue Confessioni, condanna lo studio del greco e del calcolo: «“Uno e uno fa due, due e due fa quattro” era per me un ritornello odioso».
Egli rimpiange di aver amato la mitologia greca («Trovavo […] il fascino più grande nelle vane immagini di un cavallo di legno pieno di guerrieri, nell’incendio di Troia»), la retorica («Vinto dalle mie passioni, esaltavo l’arte di vincere a chiacchiere»); condanna la filosofia che, secondo lui, allontana dall’unica e sola verità, quella di Dio; vuole proibire a tutti la trasmissione di ogni aspetto della cultura greca: grammatica, retorica, dialettica, aritmetica, geometria, astronomia, musica.
Nel 475, un anno prima della data fissata per convenzione come fine ufficiale dell’Impero romano, in Gallia, la pubblicazione degli Statuti della Chiesa (trattato composto nella Gallia meridionale che descrive i gradi e le funzioni della gente di Chiesa, dal portiere al vescovo) è molto esplicita: «Il vescovo si deve astenere dal leggere i libri pagani, e non deve consultare quelli degli eretici se non nell’occasione in cui ciò sia necessario».”
(da “Conoscenza o barbarie: Storia e futuro dell’educazione” di “Jacques Attali, Emilia Bitossi, Giuliano Cianfrocca”).