di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro
Il Primo Maggio è passato, portandosi via un mare di chiacchiere sulla sicurezza dei lavoratori, molte lacrime di coccodrillo e i soliti ipocriti annunci a base di “faremo”, “stanzieremo”, “controlleremo”.
Nel frattempo si aggiungono sei nuove vittime all’elenco dei morti del 2025. Due ricadono nel mese di aprile, per via della lentezza con la quale circolano le notizie dai posti di lavoro.
Se ne sono accorti anche al Gruppo Cronisti Lombardi, che in collaborazione con la Fnsi ha lanciato un appello con l’hashtag #nonsipuòmorireinbreve:
“Le notizie che riguardano la morte di lavoratori sono sempre meno importanti e posizionate sempre più ‘in basso’, sui media: i lanci di agenzia non hanno più le crocette, i giornali non fanno aperture a meno che a morire non siano più lavoratori insieme o nello stesso giorno, le tv non mandano più troupe (anche perché ne hanno sempre di meno) – viene sottolineato in una nota -. Insomma, come informazione ci stiamo assuefacendo al terribile e inaccettabile fenomeno delle morti sul lavoro? Arriveremo a metterle in una ‘breve’ di cronaca?“.
“Purtroppo in Italia il lavoro non fa più notizia – sottolinea Alessandra Costante, segretaria della Fnsi -. Si confonde il lavoro a qualunque costo con la buona occupazione. La necessità di portare il pane a casa con l’esigenza della sicurezza quando si lavora. Ottimo l’appello del Gruppo Cronisti della Lombardia al quale Fnsi si aggiunge. Parliamo di lavoro, parliamone di più, rendiamolo giusto“.