di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Nella foto, in alto da sinistra Paolo Casiraghi, Adriano Scandellari e Angelo Cotugno; in basso da sinistra Vincenzo Franchina, Vincenzo Garzillo e Alessandro D’Andrea. A destra Pavel Petronel Tanase.
Una strage quasi dimenticata, quella nella centrale Enel Greenpower di Bargi, sul lago di Suviana, dove il 9 aprile 2024 persero la vita 7 lavoratori. Ora il fascicolo della Procura di Bologna non è più contro ignoti, ma è a carico di 5 persone per i reati di disastro colposo, omicidio colposo plurimo sul lavoro e lesioni colpose. I nomi e i ruoli non sono ancora noti.
Quel giorno era in corso il collaudo di un generatore al nono piano sotto il livello del lago, a 60 metri di profondità.
Un alternatore pesante 150 tonnellate, ruotando a 370 giri al minuto su cuscinetti a olio iniziò improvvisamente a vibrare, uscendo fuori asse e generando le scintille che provocarono l’esplosione in cui 7 tecnici morirono e altri 6 rimasero ustionati.
Le vittime furono Paolo Casiraghi, 59 anni, di Milano; Alessandro D’Andrea, 37 anni, di Forcoli (Pisa); Vincenzo Franchina, 35 anni, di Messina; Vincenzo Garzillo, 68 anni, di Napoli; Mario Pisani, 64 anni, di Taranto; Adriano Scandellari, 57 anni, di Ponte San Nicolò (Padova); Pavel Petronel Tanase, 45 anni, romeno, di Settimo Torinese (Torino).
La centrale oggi è praticabile fino al piano -5. Dal -6 è ancora invasa dall’acqua. Le iscrizioni nel registro degli indagati servono a dare alle 5 persone sotto inchiesta la possibilità di avere propri consulenti agli accertamenti irripetibili disposti dagli inquirenti per verificare la ricostruzione dei fatti.
I vigili del fuoco dovranno svuotare i piani ancora allagati, ma prima dovranno recuperare i dispositivi che i consulenti della procura riterranno necessari agli accertamenti.
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