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Attualità

Afghanistan? Mai più.

Morti, feriti, invalidi e tanti miliardi di euro buttati per cosa? 

Il nostro esercito è stato mandato in Afghanistan per togliere il paese dalle mani di quegli stessi cui ora si riconsegna:  nelle mani dei taliban. 

Questa tragica farsa è durata venti anni, tanto inutili quanto sanguinosi, profittevoli solo per chi costruisce armi, armamenti e equipaggiamenti militari. 

Erano al governo Berlusconi, Bossi e Fini, lacchè dell’Amministrazione Bush che inventò quelle panzane andate sotto il nome di “guerra al terrorismo” e “esportazione della democrazia”. Quelle panzane sono costate all’Italia 54 morti, centinaia di feriti, di invalidi tra i reduci.

La partecipazione alle guerre in Afghanistan prima e in Iraq poi si sono rivelate scelte scellerate di politica estera. 

La menzogna dell’azione di “peacekeeping”, con cui si è intossicata l’opinione pubblica, ha distrutto nel mondo arabo la reputazione di un Italia pacifica e pacificatrice, percezione faticosamente ricostruita alla fine della Seconda Guerra Mondiale, dopo le sciagurate, nonché criminali, avventure colonialiste, nate dalle velleità imperialiste che i Savoia trasmisero, come un’infezione venerea, al militarismo dell’era fascista.

La partecipazione italiana all’avventura afghana è stato un fallimento, sotto ogni profilo.

In questi lunghi e maledetti vent’anni, quanti soldi sono stati tagliati, per esempio, alla Sanità pubblica per finanziare le “missioni militari all’estero”?

L’Italia si è comportata male, in Europa non si è impegnata per una politica estera autonoma dall’arroganza bellicistica del Pentagono. Sul fronte atlantico, non ha stabilito chiare regole. Attualmente, il nostro paese è l’ultima ruota di quel carro che si chiama Nato: nelle nostre basi militari scorrazzano aerei carichi di truppe e bombe.

L’ignominioso ritiro dall’Afghanistan, paese che lasciamo nei guai, – ritiro addirittura ridicolizzato dal boicottaggio degli Emirati che hanno bloccato per ore un aereo italiano zeppo di giornalisti, chiamati a incensare l’evento, – dovrebbe far riflettere il governo Draghi. 

Quando ci si auto definisce “europeisti e atlantisti” esattamente che si intende, per esempio quello che la politica italiana ha combinato in Afghanistan? Mai più.

Dopo vent’anni di fallimenti, quale credibilità possono avere le parole del ministro Guerini, quando dice a quelle donne e uomini, in guerra da due generazioni, che non li abbandoneremo alle ritorsioni dei taliban? 

L’altro giorno Kabul è stata ammainata la bandiera di un paese che ha saputo dare il peggio di sé, perché non ha tenuto fede a quei principi costituzionali per mezzo dei quali la democrazia italiana ripudia la guerra, e di conseguenza ogni forma di invasione militare. Sono quei principi che dovrebbero consentire all’Italia un ruolo da protagonista credibile in Medio Oriente, e non un’opaca funzione da attendente servile di interessi politico-militari altrui.

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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