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Il pianto greco degli industriali italiani.

I soldi per il decreto sviluppo “non ci sono, dobbiamo inventarci qualcosa”. Più chiaro di così Silvio Berlusconi non lo è mai stato. Una risposta a voce alta alla lettera delle imprese, nella quale sostenevano “L’Italia ha mezzi e risorse per risalire la china, ma il tempo è scaduto”.

Confindustria, Rete Imprese Italia, Alleanza delle cooperative, Abi e Ania chiedevano ?un efficace piano integrato e condiviso di rilancio del Paese”. A questo punto vi starete chiedendo: quanto può durare questa situazione di stallo tra il governo e le imprese? Stallo? Quale stallo; proprio mentre scrivo queste righe Standard and Poor’s ha tagliato il rating di 24 banche e istituzioni finanziarie italiane a causa dei rischi sull’economia e il debito sovrano.

A questo punto, non serve fare il pianto greco.

Quello che sta succedendo è che ci hanno messo in pentola e sono pronti a mangiarci a piccoli morsi, magari con contorno di olive greche. Beh, buona giornata.

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15 ottobre, manifestazione nazionale a Roma: per uscire dalla crisi va cambiato il modo di affrontare la crisi.

di Giorgio Creamaschi

Il governo greco pare aver raggiunto un accordo per un nuovo prestito dall’Europa. In cambio quello stesso governo ha concesso la liquidazione dei contratti nazionali. Anche in Grecia ci sarà l’equivalente dell’articolo 8 della manovra del governo italiano. Per legge i contratti nazionali non varranno più automaticamente in tutte le aziende, ma ogni realtà potrà decidere se applicarli o no. Pare che Bruxelles, la Banca europea, il Fondo monetario internazionale abbiano gioito della decisione del governo greco.

Così, si è detto, la flessibilità del lavoro sarà uno strumento per una ripresa economica.

Ancora una volta scopriamo che l’attacco ai diritti fondamentali del lavoro ha una regia precisa in Europa e nella finanza internazionale.

L’unica verità sulla crisi finora detta dal governo italiano, è che l’articolo 8 della manovra è stato così definito in risposta alle richieste della lettera di Draghi e Trichet.

E’ chiaro ormai che per quanto confuso e ridicolo, il dibattito politico italiano non può più fingere. E’ l’Europa delle banche e della speculazione finanziaria che ci chiede di distruggere i contratti nazionali, il governo Sacconi-Berlusconi aggiunge di suo solo un particolare livore e una particolare frustrazione dovuta alla sua crisi politica.

Per questo, se vogliamo difendere davvero i contratti nazionali e i diritti dei lavoratori, dobbiamo sapere che l’avversario sta in Italia come in Europa e bisogna combattere entrambi. Prima che producano disastri irrecuperabili, visto che la flessibilità del lavoro non solo non aiuterà la ripresa economica, ma sarà un’ulteriore fattore di crisi e depressione.

Il 15 ottobre scendiamo in piazza contro due avversari: l’attuale governo e quello altrettanto feroce che si prepara, per opera delle banche, della finanza e del loro governo europeo. (Beh, buona giornata).

Fonte: http://blog-micromega.blogautore.espresso.repubblica.it/2011/10/12/giorgio-cremaschi-il-15-ottobre-in-piazza-contro-l%e2%80%99europa-che-distrugge-i-diritti-del-lavoro/.

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Per salvare il salvabile, ecco il condono.

“Per l’abbattimento del debito servirà ricorrere a forme di finanza straordinaria in cui il governo dovrà mettere in agenda una patrimoniale morbida, la riforma pensionista, un piano di dismissioni e se questo non basta, anche un condono edilizio e un condono fiscale”, Fabrizio Cicchitto dixit.
La maggioranza esce allo scoperto: il tentativo è tutto politico, si cerca con i condoni di riprendere il consenso perduto.

Però le cose ormai non sono più come un tempo. La credibilità è compromessa, sia sul piano internazionale che sul piano interno. La proposta sa molto di escamotage, di trucco elettoralistico, siamo ai bassi fondi della politica, dove pur di rimanere al governo si è disposti a tutto. Anche a rischiare reazioni sociali incontrollabili: come si fa a far accettare a chi paga le tasse a pagarne di più, se poi si concede proditoriamente, per l’ennesima volta, un salvacondotto proprio ai responsabili della macroscopica evasione, che come è noto si aggira intorno a 130 miliardi?

Cicchitto ha detto che con l’etica non si esce dalla crisi. Ognuno in politica ha la sua stella polare. La verità è che nessuno al governo sa che fare, quello che è stato fatto è stato dettato, letteralmente dettato dalla Bce. La crisi procede inesorabile, ma né Berlusconi né i suoi scudieri sanno che pesci prendere sulle misure urgenti per stimolare la crescita.

E allora ecco il coniglio dal cilindro, il condono. Ma stavolta il coniglio sembra più che altro un gatto morto: come quello che nell’antica tradizione dell’avanspettacolo veniva lanciato sul palcoscenico contro l’attore cane. Beh, buona giornata.

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Attualità Politica

Va in scena il dramma padano.

(fonte: repubblica.it)

Nella Lega aria di scontro interno. Ecco tre dichiarazione rese ai media oggi. Come fosse una pièce teatrale, ecco la rappresentazione dello scontro.

FLAVIO TOSI: “Io sono veronese, veneto, padano, italiano, europeo, basta non c’è altro. E’ un argomento che non serve possiamo discutere se la Padania esiste o non esiste, dove inizia o finisce. Possiamo parlare del popolo padano o veneto, siciliano, juventino o milanista. e’ filosofia, ma i problemi del Paese restano. Mi piace stare sulle cose concrete, il federalismo, le riforme. Sul tema Padania si rischia di dividersi e non è il momento”.

ROBERTO CALDEROLI: “E’ contro lo Statuto. Dissento profondamente rispetto alle dichiarazioni odierne rilasciate dal sindaco Flavio Tosi in merito alla Padania e ne sono particolarmente amareggiato. Le stesse dichiarazioni, infatti, contrastano apertamente con le finalità previste dall’articolo 1 del nostro statuto: finalità che Tosi, come vecchio militante, dovrebbe ben conoscere e soprattutto rispettare”.

UMBERTO BOSSI: “Nella Lega ultimamente vedo troppa gente che parla a vanvera, troppa gente… addirittura mi fa passare la voglia di far politica tutta questa gente che parla e parla. La gente ci doveva essere all’inizio a fare la Lega, questa gente non c’era”. (Sipario?). Beh, buona giornata.

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