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Andiamo incontro all’anno nero della sicurezza sul lavoro.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Due dei 3 morti di lavoro di giovedì 12 dicembre non hanno ancora un nome, quasi certamente perché migranti. Il conteggio annuale delle vittime è arrivato a 1096, pericolosamente vicino a 1100.

Antonio D’Angiolella (nella foto), 45 anni, viveva con la moglie a Vigevano (Pavia) ed era un dipendente della Guerini Rocco Romano, azienda di pulizie industriali di Vado Ligure (Savona) che opera in appalto nel termovalorizzatore Lomellina Energia di A2A a Parona (Pavia).

D’Angiolella si occupava dei mezzi che operano nell’impianto e intorno alle 8 di giovedì 12 dicembre stava verificando il malfunzionamento di una ruspa quando la benna si è staccata e lo ha colpito al torace e all’addome, provocandogli gravi lesioni. Il lavoratore è morto nel giro di pochi minuti.

Un 56enne marocchino è morto giovedì 12 dicembre a Cusago (Milano), nella sede del corriere Züst Ambrosetti.

L’uomo, che lavorava per un’impresa edile esterna, è precipitato da un lucernaio mentre faceva lavori di manutenzione sul tetto di un magazzino. Un volo di almeno 6 metri, che ne ha causato la morte istantanea.

Un 57enne extracomunitario è morto intorno alle 6,40 di giovedì 12 dicembre mentre andava al lavoro in bicicletta a Sandrigo (Vicenza), travolto da un automobilista che si è fermato per chiamare i soccorsi. Troppo gravi, però, le lesioni riportate dal lavoratore, che è morto sul posto.

#antoniodangiolella#mortidilavoro

Dicembre 2024: 30 morti (sul lavoro 26; in itinere 4; media giorno 2,5)

Anno 2024: 1096 morti (sul lavoro 830; in itinere 266; media giorno 3,1)

156 Lombardia (109 sul lavoro – 47 in itinere)

109 Campania (92 – 17)

101 Veneto (70 – 31)

88 Sicilia (63 – 25)

85 Emilia Romagna (64 – 21)

84 Lazio (55 – 29)

69 Puglia (45 – 24)

67 Toscana (54 – 13)

65 Piemonte (51 – 14)

34 Sardegna (29 – 5)

33 Marche (23 – 10 )

27 Abruzzo (22 – 5),

25 Calabria (20 – 5)

22 Estero (19 – 3)

21 Liguria (18- 3), Trentino (17 – 4)

19 Friuli V.G. (15 – 4),

18 Umbria (14 – 4)

14 Basilicata (14 – 0)

13 Alto Adige (12 – 1)

7 Valle d’Aosta (7 – 0)

4 Molise (4 – 0).

Novembre 2024: 102 morti (sul lavoro 77; in itinere 25; media giorno 3,4)

Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)

Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)

Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)

Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)

Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)

Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6)

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Attualità

15 morti di lavoro negli ultimi 3 giorni. In che paese vive la ministra del Lavoro?

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Con i 6 morti di lavoro di mercoledì 11 dicembre arriviamo all’incredibile numero di 15 vittime negli ultimi 3 giorni, una ogni 488 minuti (4h 48’).

E d’improvviso la sicurezza dei lavoratori ha trovato spazio sulle prime pagine: c’è chi ne ha fatto l’apertura, come La Stampa (lode al titolo “Morti sul lavoro, le promesse tradite”).

Fragoroso, però, il silenzio del governo, partendo dal suo capo e scendendo giù giù fino alla ministra contro il Lavoro.

A Guglielmo Maiello, 57 anni, macchinista di Mercitalia Rail – una delle tante società in cui la finanza creativa ha spacchettato le Ferrovie dello Stato – mancavano pochi mesi alla pensione.

Non ci arriverà: mercoledì 11 dicembre dopo le 20, alla fine del turno nello scalo merci di Rubiera (Reggio Emilia), mentre tornava in stazione lungo il sentiero che costeggia i binari, è stato agganciato e sbalzato via dal treno regionale 3926. È morto sul colpo.

Roberto Carani, 59enne contitolare della Padana Sali di Massa Finalese, frazione di Finale Emilia (Modena), è morto mercoledì 11 dicembre dopo essere stato colpito e poi schiacciato dal braccio meccanico di un macchinario. Inutili i soccorsi.

Lulzim Buci, 53enne albanese residente con la famiglia a Fiorenzuola d’Arda (Piacenza), è morto mercoledì 11 dicembre a San Vittore nel Lazio (Frosinone) precipitando dal tetto di un capannone della Lamberet, azienda francese che produce carrozzerie frigorifere e container refrigerati a due passi dalla A1.

Buci era impegnato con un collega nordafricano nella rimozione dell’amianto dal tetto, quando questo ha ceduto e i due lavoratori sono precipitati da un’altezza di 6 metri.

Buci è morto sul colpo, mentre il suo collega è ricoverato in codice rosso.

Mimma Faia, 38 anni, 3 figli, si è spenta mercoledì 11 dicembre al Policlinico di Palermo, dove era ricoverata in gravissime condizioni dal 4 ottobre.

Quel giorno era stata folgorata mentre lavava i pavimenti di un ristorante di via dei Mille, secondo alcune testimonianze a piedi nudi.

Un marinaio 51enne, origine tunisina e residenza ad Ancona, è morto all’alba di mercoledì 11 dicembre cadendo in mare dal peschereccio Midway, 6 miglia al largo di Fano (Pesaro Urbino).

Era seduto sul bordo dell’imbarcazione quando è caduto nell’acqua gelida e si è inabissato rapidamente per via dei pesanti abiti da lavoro. Un membro dell’equipaggio si è comunque gettato in mare ed è riuscito a recuperarlo, ma l’ipotermia aveva già fatto i suoi danni.

La sesta vittima di mercoledì 11 dicembre è un 67enne di Castronuovo di Sant’Andrea (Potenza), di cui si ignora ancora il nome, travolto dalla motocarriola sulla quale stava caricando legna.

#guglielmomaiello#robertocarani#lulzimbuci#mimmafaia#mortidilavoro

Dicembre 2024: 27 morti (sul lavoro 24; in itinere 3; media giorno 2,5)

Anno 2024: 1093 morti (sul lavoro 827; in itinere 265; media giorno 3,1)

154 Lombardia (107 sul lavoro – 47 in itinere)

109 Campania (92 – 17)

100 Veneto (70 – 30)

88 Sicilia (63 – 25)

85 Emilia Romagna (64 – 21)

84 Lazio (55 – 29)

69 Puglia (45 – 24)

67 Toscana (54 – 13)

65 Piemonte (51 – 14)

34 Sardegna (29 – 5)

33 Marche (23 – 10 )

27 Abruzzo (22 – 5),

25 Calabria (20 – 5)

22 Estero (19 – 3)

21 Liguria (18- 3), Trentino (17 – 4)

19 Friuli V.G. (15 – 4),

18 Umbria (14 – 4)

14 Basilicata (14 – 0)

13 Alto Adige (12 – 1)

7 Valle d’Aosta (7 – 0)

4 Molise (4 – 0).

Novembre 2024: 102 morti (sul lavoro 77; in itinere 25; media giorno 3,4)

Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)

Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)

Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)

Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)

Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)

Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6)

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Attualità

A Calenzano la quinta strage di lavoratori nel 2024.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Nel deposito Eni di Calenzano (Firenze), dove lunedì 9 dicembre un’esplosione nell’area di carico delle autobotti ha causato 2 morti, 3 dispersi e 9 feriti, si è registrata la quinta strage di lavoratori del 2024.

La prima, proprio a Firenze, c’era stata il 16 febbraio con le 5 vittime nel cantiere per la costruzione di un nuovo supermercato Esselunga.

La seconda, il 9 aprile, nella centrale elettrica Enel di Suviana (Bologna), dove morirono in 7.

La terza, il 6 maggio, a Casteldaccia (Palermo) con la morte di 5 lavoratori impegnati in un impianto fognario Amap.

La quarta il 18 novembre con i 3 morti nell’esplosione in una fabbrica clandestina di fuochi d’artificio a Ercolano (Napoli).

Alcune considerazioni. È criminale mantenere un deposito di carburanti di 170.300 metri quadri, per “la ricezione, il deposito e la spedizione di benzina, gasolio e petrolio”, nel cuore di un’area fittamente popolata.

Nel 2022 uno studio del Comune di Calenzano aveva classificato l’insediamento industriale come “a rischio di incidente rilevante”, come l’adiacente struttura di Manetti & Roberts.

Rischio tanto più alto quanto maggiore è l’afflusso di carburanti attraverso due oleodotti dalla raffineria Eni di Livorno. Prodotti petroliferi che vengono stoccati in serbatoi cilindrici – a tetto fisso o galleggiante – per essere poi inviati alle pensiline di carico, esattamente dove si è verificata l’esplosione.

Il rischio segnalato dal Comune di Calenzano è accresciuto dalla presenza della ferrovia a poche decine di metri di distanza, dell’A1 a 800 metri, della Firenze-Mare a 1,5 km e dell’aeroporto a 5 chilometri.

Per tacere – come segnalava Medicina Democratica – della contaminazione delle acque superficiali e delle falde acquifere (il torrente Garille confina con l’impianto Eni, il Marina è a 300 metri), nonché dell’atmosfera per i vapori emessi dal deposito.

Ora che nel mondo reale il disastro si è puntualmente verificato, rileviamo che nel mondo finto degli affari il titolo Eni va a gonfie vele.

Stiamo pur sempre parlando di un gigante talmente preoccupato delle sorti comuni da aver chiesto la cancellazione dal registro delle aziende a rischio di incidente rilevante, come invece imporrebbe la direttiva UE 2012/18 (basta verificare su portaleseveso.isprambiente.gov.it), e da condurre una battaglia di retroguardia contro l’auto elettrica per garantirsi la rendita di posizione come monopolista di fatto sul mercato italiano dei carburanti (vedi ad esempio l’esclusiva garantita da questo governo a Eni per il biodiesel).

E la sicurezza dei lavoratori e della popolazione?

#calenzano#mortidilavoro#eni

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Attualità

Solo gli americani possono interferire nelle elezioni degli altri, chiaro?! Ma come si permettono sti russi? E no, eh?! Mica è democratico, liberale, occidentale.

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Attualità

Secondo i nostri dati i morti di lavoro nei primi dieci mesi dell’anno sono stati 968.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

L’Inail ha diffuso i dati sulle vittime del lavoro – o meglio, sulle denunce di incidenti mortali ricevute – nei primi 10 mesi del 2024: 890, 22 in più rispetto allo stesso periodo del 2023, 19 in meno rispetto al 2022, 127 in meno sul 2021, 146 in meno sul 2020 e 6 in meno sul 2019.

Secondo i nostri dati i morti di lavoro nei primi dieci mesi dell’anno sono stati invece 968.

Tre le vittime registrate giovedì 5 dicembre, tutte cinquantenni. Il totale dell’anno sale a 1073.

Giuseppe Bolognini, 58enne di Pumenengo (Bergamo), è stato ucciso dal cedimento di una turbobetoniera nel cantiere per la nuova scuola di Soncino (Cremona).

Dopo il posizionamento del mezzo, si stava procedendo all’ancoraggio dei fermi quando il terreno ha ceduto e la betoniera si è inclinata, facendo cadere il braccio telescopico, che ha colpito alla testa Bolognini. Il lavoratore è morto sul posto.

In un ospedale del Canton Ticino si è spento giovedì 5 dicembre il frontaliere 50enne Fabiano Monga, che risiedeva con la moglie e i due figli a Cavargna (Como).

Monga era stato ricoverato in gravi condizioni lunedì 25 novembre, dopo essere caduto da un’altezza di circa due metri mentre potava le piante in un giardino privato di Bosco Luganese, frazione di Bioggio.

Un camionista 53enne di cui conosciamo soltanto le iniziali, A.C., milanese, è morto giovedì mattina sulla A1 a San Cesareo, mentre procedeva in direzione sud.

Il tir che guidava è andato a schiantarsi contro un camion Gls fermato dall’autista per fare da schermo a un’automobile in panne.

#Inail#giuseppebolognini#fabianomonga#mortidilavoro

Dicembre 2024: 7 morti (sul lavoro 6; in itinere 1; media giorno 1,4)

Anno 2024: 1073 morti (sul lavoro 809; in itinere 263; media giorno 3,1)

154 Lombardia (107 sul lavoro – 47 in itinere)

108 Campania (91 – 17)

99 Veneto (69 – 30)

87 Sicilia (62 – 25)

83 Emilia Romagna (62 – 21)

81 Lazio (53 – 28)

69 Puglia (45 – 24)

67 Toscana (54 – 13)

64 Piemonte (50 – 14)

34 Sardegna (29 – 5)

32 Marche (22 – 10 )

27 Abruzzo (22 – 5),

25 Calabria (20 – 5)

21 Liguria (18- 3), Trentino (17 – 4), Estero (18 – 3)

18 Friuli V.G. (15 – 3), Umbria (14 – 4)

13 Alto Adige (12 – 1), Basilicata (13 – 0)

7 Valle d’Aosta (7 – 0)

4 Molise (4 – 0).

Novembre 2024: 102 morti (sul lavoro 77; in itinere 25; media giorno 3,4)

Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)

Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)

Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)

Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)

Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)

Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6)

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Attualità

Morire di lavoro a 17 anni.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Diciassette anni! Alla di per sé terrificante lista dei morti di lavoro in Italia, siamo costretti ad aggiungere il nome di un ragazzo di 17 anni.

Si chiamava Andrea Bedon e viveva con la famiglia a Trevignano (Treviso), comune diffuso di diecimila abitanti. In una delle frazioni di Trevignano, Falzè, è morto martedì 3 dicembre mentre in sella alla sua Honda tornava dal lavoro all’officina Comix di Signoressa, dove era entrato grazie alla passione per le moto.

Andrea si è scontrato con una Panda guidata da una 79enne che era andata a prendere la nipotina a scuola e a nulla è valso il disperato tentativo di frenata del ragazzo, che ha lasciato sull’asfalto tracce per una quindicina di metri. Così come nulla hanno potuto i soccorritori.

Vittorio Di Monte di anni ne aveva 60, viveva nel quartiere San Polo a Brescia ed era il titolare di un’azienda metalmeccanica di Castenedolo, la “Saldature & Meccanica”.

Lunedì 2 dicembre era salito con un operaio 24enne su una piattaforma aerea noleggiata per sostituire l’illuminazione nel capannone della ditta.

Per motivi da accertare, all’improvviso si è messo in moto un carro ponte, che ha urtato la piattaforma facendo cadere Di Monte da un’altezza di 10 metri. Una caduta fatale. Codice giallo per l’operaio 24enne.

Nicolò Carrer, 23enne di Terruggia (Alessandria) è morto lunedì 2 dicembre in ospedale dopo cinque giorni di agonia. Era stato ricoverato mercoledì 27 novembre dopo un incidente sulla A26 nel territorio di Predosa (Alessandria).

Il furgone Ford Transit guidato da Carrer, complice la fitta nebbia del mattino, ha tamponato un mezzo pesante carico di bitume, causando al giovane lesioni gravissime che lo hanno portato alla morte.

#andreabedon#vittoriodimonte#nicolòcarrer#mortidilavoro

Dicembre 2024: 3 morti (sul lavoro 2; in itinere 1; media giorno 1)

Anno 2024: 1069 morti (sul lavoro 805; in itinere 263; media giorno 3,1)

153 Lombardia (106 sul lavoro – 47 in itinere)

108 Campania (91 – 17)

98 Veneto (68 – 30)

87 Sicilia (62 – 25)

83 Emilia Romagna (62 – 21)

80 Lazio (52 – 28)

69 Puglia (45 – 24)

67 Toscana (54 – 13)

64 Piemonte (50 – 14)

34 Sardegna (29 – 5)

32 Marche (22 – 10 )

27 Abruzzo (22 – 5),

25 Calabria (20 – 5)

21 Liguria (18- 3), Trentino (17 – 4)

20 Estero (17 – 3)

18 Friuli V.G. (15 – 3), Umbria (14 – 4)

13 Alto Adige (12 – 1), Basilicata (13 – 0)

7 Valle d’Aosta (7 – 0)

4 Molise (4 – 0).

Novembre 2024: 102 morti (sul lavoro 77; in itinere 25; media giorno 3,4)

Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)

Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)

Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)

Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)

Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)

Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6)

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Attualità

Chi ha tentato un furto nella villa dei Berlusconi sull’Appia antica? Pare che nella proprietà si aggirassero individui incappucciati. Indossavano anche il classico grembiulino della P2? La polizia indaga.

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Attualità

“Lo stato ebraico vuole avere la possibilità di concentrarsi sull’Iran e la battaglia contro la sua influenza coinvolge inevitabilmente la Siria di Assad dove Israele occupa dal 1967 le alture del Golan e tiene nel mirino da anni i suoi rivali”.

di Alberto Negri, Il manifesto

Aleppo, come l’irachena Mosul, è una delle «città martiri» del Medio Oriente e forse era destino della Siria che da qui tutto dovesse ricominciare, da quella qalat, la millenaria cittadella fortificata, che non l’ha mai salvata da nessuna guerra, dove anni fa raccolsi sui gradoni uno degli ultimi chiodi rimasti conficcati per secoli nel grande portale di legno frantumato dalle battaglie brutali tra l’esercito siriano e i jihadisti.

Per anni la città, fino al 2016, è stata sotto le bombe dei ribelli, dei barili esplosivi del regime di Damasco, dei raid dei jet russi, sgretolata, lacerata, affamata e con migliaia di cadaveri sepolti in fretta nelle fosse comuni.

La tregua in Libano non era ancora cominciata che il primo ministro israeliano Netanyahu aveva già annunciato il suo piano di destabilizzazione della regione: lo stato ebraico vuole avere la possibilità di concentrarsi sull’Iran e la battaglia contro la sua influenza coinvolge inevitabilmente la Siria di Assad dove Israele occupa dal 1967 le alture del Golan e tiene nel mirino da anni i suoi rivali.

E così da Idlib i demoni del jihadismo, si sono risvegliati con un’avanzata fulminea sostenuti dalla Turchia di Erdogan, da Israele, dagli Stati uniti, che hanno qui la base militare a guardia ai pozzi petroliferi, contrastati dalle deboli forze di Assad, dai pasdaran iraniani, dagli ultimi Hezbollah rimasti e dall’aviazione russa, intervenuta con ritardo e forse con poca convinzione.

E così i tagliagole jihadisti sono tornati a nobilitarsi sui nostri media come “i ribelli”.

Tra Putin e Netanyahu, che negli ultimi giorni sono tornati in contatto, intercorre un vecchio patto non scritto: Mosca, intervenuta direttamente a sostegno di Assad nel 2015 _ quattro anni dopo la rivolta cominciata nel marzo del 2011 _ ha sempre debolmente protestato contro i centinaia di raid dello stato ebraico in Siria e questo nonostante Assad sia un alleato di Mosca come pure lo sono l’Iran, fornitore di droni a Mosca, e gli Hezbollah.

Bisogna ricordare che senza la regia del generale iraniano Qassem Soleimani, ucciso a Baghdad nel 2020 dagli americani, lo stato islamico (Isis) e i gruppi jihadisti affiliati di Al Qaida avrebbero conquistato dopo Mosul in Iraq anche Aleppo e forse Damasco.

Ma il patto Putin-Netanyahu ha resistito al punto che Israele ha persino bombardato, senza concrete reazioni di Mosca, un edificio dell’ambasciata iraniana a Damasco.

Ci sono 1,5 milioni di cittadini israeliani di lingua russa e 80-100mila israeliani in Russia, mentre gli oligarchi russi fanno affari tra Tel Aviv a Dubai e il ben noto miliardario russo Abramovic da qualche tempo è diventato il più ricco cittadino di Israele.

Per tutti questi legami redditizi dal punto di vista economico il dittatore russo e il premier israeliano – che al Cremlino è stato sei volte – cercano di non pestarsi i piedi, al punto che Netanyahu non sopporta il leader ucraino Zelenski pur di origine ebraica.

Sul Libano e la Siria l’ambiguità russa è palpabile.

Come pure avevano resistito, tra mille difficoltà, fino a questa offensiva jihadista i patti scaturiti dal cosiddetto “processo di Astana” con il quale Russia, Iran e Turchia si erano accordati per stabilire le zone di de- escalation che includevano il governatorato di Idlib e i distretti adiacenti di Hama, Aleppo e Latakia.

Ma con la guerra del Libano e i durissimi colpi assestati da Israele a Hezbollah e agli alleati di Teheran il fronte siriano si è clamorosamente indebolito.

In poche parole l’Iran non è più in grado con i suoi pasdaran – nel mirino costante di Israele – di tenere in piedi pezzi strategici della Siria – porti e autostrade – che erano serviti finora come anelli decisivi nella catena di rifornimento militare.

Erdogan ha quindi deciso di approfittarne dando il via libera ai jihadisti con l’obiettivo di impadronirsi di altri pezzi della Siria del Nord, tenere sotto controllo i curdi e poi magari usare questi territori per liberarsi di milioni di profughi siriani, forse il suo obiettivo più stringente.

Assad è assai debole, l’Iran è in crisi, Hezbollah deve ripiegare e Putin è sempre più assorbito dall’offensiva in Ucraina.

Così ora il leader turco – che strepita assai sul destino dei palestinesi senza fare nulla di concreto – ha nuove carte in mano per negoziare con Putin e Assad, con gli americani e anche con Israele.

Quanto a Netanyahu il suo obiettivo immediato è impedire a Hezbollah di ricostruire il proprio arsenale militare, in parte distrutto con i bombardamenti a tappeto in Libano.

Le filiere del transito di armi e dei componenti dei missili assemblati nelle strutture clandestine di Hezbollah passano dalla Siria.

Israele bombarda regolarmente obiettivi in territorio siriano legati all’Iran e a Hezbollah: poche ore prima dell’entrata in vigore del cessate il fuoco libanese l’aviazione israeliana ha distrutto tre varchi tra la Siria e il Libano, lanciando un messaggio chiaro.

Poi Netanyahu ha chiesto a Putin di bloccare i traffici di Hezbollah nel porto siriano di Latakia dove c’è la base navale russa.

La destabilizzazione della Siria serve a Netanyahu per colpire il bersaglio grosso del premier, ovvero l’Iran: questa è la parte più importante del suo piano che sottoporrà Trump una volta insediato alla Casa Bianca.

Piegati gli Hezbollah, decimati i palestinesi, frantumata la Siria, pronti a colpire l’Iran, l’asse israelo-americano vede più vicino il progetto “imperiale” di fare dello stato ebraico l’incontrastata superpotenza della regione.

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Attualità

Novembre si chiude con 102 vittime del lavoro.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Novembre si è concluso con il bilancio (provvisorio) di 102 vittime del lavoro e una media quotidiana di 3,4 morti, inferiore soltanto ai mesi di aprile e giugno, quando era stata di 3,5.

Mercoledì 27 novembre sembrava che la morte dell’83enne Tittino Bitetti, a Castellana Marina (Taranto), fosse dovuta a un malore.

Sabato 30 novembre il pm di Taranto, Francesca Colaci, ha iscritto nel registro degli indagati due persone per omicidio colposo e la vicenda viene ora inquadrata sotto una luce diversa. I due sotto inchiesta sono uno dei figli della vittima, subappaltatore nel cantiere comunale per il rifacimento di una piazza, e il titolare dell’appalto.

Secondo le testimonianze Bitetti era al lavoro per piccoli interventi di riparazione, quando ha preso una scossa che sulle prime non sembrava aver causato danni gravi.

L’anziano è salito in macchina ma subito dopo si è accasciato; i soccorsi, intervenuti rapidamente, non hanno potuto nulla. Bitetti, che viveva a Ginosa (Taranto) con la moglie e i quattro figli, è il terzo ultrasettantenne morto a novembre in Puglia nel settore edile.

Aveva toccato gli 80 anni e operava nell’edilizia anche Fernando Casciaroli, morto giovedì 28 novembre nell’ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno.

Vi era stato ricoverato il 29 settembre dopo un incidente con il furgone di lavoro in una galleria della Ascoli-Mare in cui era morto un giovane motociclista. Casciaroli viveva a Roccafluvione con la famiglia.

Lavorava ancora a 70 anni come artigiano edile l’ecuadoriano Carlos Heriberto Flores Ponce, che giovedì 28 novembre è morto cadendo dal terzo piano di una casa di Sestri Ponente (Genova) dove stata lavorando al montaggio di alcune finestre. L’uomo è morto sul colpo.

Aveva invece appena 30 anni Ilaria Santomassimo, ingegnere a Todi (Perugia), morta nella serata di venerdì 29 novembre in un incidente stradale tornando a casa a Trevi, dove si era trasferita da poco tempo da Piedimonte Matese (Caserta).

La Citroen della professionista si è scontrata frontalmente con un’Alfa Romeo che ha invaso la sua corsia sulla Flaminia Vecchia, nella frazione di Pigge. Morto anche il 36enne alla guida dell’altra vettura.

Sabato 30 novembre Fabio Trentinaglia, 48 anni, è morto a Novaledo (Trento), mentre revisionava un camion nel capannone della ditta di autotrasporto della famiglia.

L’uomo stava controllando il motore dopo aver sollevato la cabina di guida, quando questa si è abbattuta su di lui, per il cedimento di un supporto o per un errore di bloccaggio. Quando è stato trovato da un suo dipendente era ormai troppo tardi.

#tittinobitetti#fernandocasciaroli#carlosfloresponce#ilariasantomassimo#fabiotrentinaglia#mortidilavoro

Novembre 2024: 102 morti (sul lavoro 77; in itinere 25; media giorno 3,4)

Anno 2024: 1065 morti (sul lavoro 803; in itinere 262; media giorno 3,1)

152 Lombardia (105 sul lavoro – 47 in itinere)

108 Campania (91 – 17)

97 Veneto (68 – 29)

87 Sicilia (62 – 25)

83 Emilia Romagna (62 – 21)

80 Lazio (52 – 28)

69 Puglia (45 – 24)

67 Toscana (54 – 13)

63 Piemonte (49 – 14)

34 Sardegna (29 – 5)

32 Marche (22 – 10 )

27 Abruzzo (22 – 5),

25 Calabria (20 – 5)

21 Liguria (18- 3), Trentino (17 – 4)

20 Estero (17 – 3)

18 Friuli V.G. (15 – 3), Umbria (14 – 4)

13 Alto Adige (12 – 1), Basilicata (13 – 0)

7 Valle d’Aosta (7 – 0)

4 Molise (4 – 0).

Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)

Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)

Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)

Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)

Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)

Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6)

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Attualità

Altri sei morti di lavoro, la strage continua.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Eleonora Dolci aveva 33 anni e viveva con il marito e i due figli a Montecosaro (Macerata).

È morta in un incidente stradale alle 9 di venerdì 29 novembre, sulla provinciale Valdete alle porte di Fermo, dove lavorava in un McDonald’s da poco inaugurato.

L’auto che guidava, carica di materiale per il lavoro, si è scontrata con un tir della raccolta rifiuti. La donna è morta sul colpo, mentre la compagna di lavoro che viaggiava con lei è ricoverata all’ospedale Torrette di Ancona. Ignote per ora le cause dell’incidente.

Giuseppe Schettino, 51enne di San Pietro in Casale (Bologna), dove viveva con la moglie e la figlia, è morto venerdì 29 novembre all’ospedale Maggiore di Bologna, dove era stato appena ricoverato per una caduta da un traliccio a Sasso Marconi, sempre nel Bolognese.

Non ci sono testimoni dell’accaduto ma si ipotizza che l’uomo, che stava facendo dei cablaggi, abbia perso l’equilibrio e sia caduto da un’altezza di due metri circa, riportando traumi fatali.

Dal Bolognese arriva anche la notizia della morte, alle 2 di notte di mercoledì 27 novembre, del 55enne Elia Bisetti, che con la moglie e i due figli viveva a Casalecchio di Reno.

Nel mondo della musica Bisetti era conosciuto come Gallelia, dal nome della ditta con la quale forniva strumenti e attrezzature per i concerti.

Tornava appunto da un evento musicale quando, a Zola Predosa, ha perso il controllo dell’auto e si è fermato contro un guardrail, probabilmente a causa di un malore. Nulla da fare per i soccorritori.

Nel pomeriggio di venerdì 29 novembre due camionisti lituani di cui non conosciamo i nomi sono morti sulla A4 nei pressi di San Stino di Livenza (Venezia), in uno dei tratti peggiori di un’autostrada con mille problemi.

Il tir carico di verdure condotto da un 60enne si è schiantato contro due altri mezzi pesanti in rallentamento a causa di un incidente precedente. L’uomo alla guida è morto sul colpo, mentre il secondo autista è stato ricoverato in codice rosso all’ospedale di Treviso, dove è morto poco dopo.

#eleonoradolci#giuseppeschettino#eliabisetti#gallelia#mortidilavoro

Novembre 2024: 96 morti (sul lavoro 72; in itinere 24; media giorno 3,3)

Anno 2024: 1060 morti (sul lavoro 799; in itinere 261; media giorno 3,1)

152 Lombardia (105 sul lavoro – 47 in itinere)

108 Campania (91 – 17)

97 Veneto (68 – 29)

87 Sicilia (62 – 25)

83 Emilia Romagna (62 – 21)

80 Lazio (52 – 28)

67 Toscana (54 – 13)

63 Piemonte (49 – 14)

34 Sardegna (29 – 5)

31 Marche (21 – 10 )

27 Abruzzo (22 – 5),

25 Calabria (20 – 5)

20 Liguria (17- 3), Trentino (16 – 4), Estero (17 – 3)

18 Friuli V.G. (15 – 3)

17 Umbria (14 – 3)

13 Alto Adige (12 – 1), Basilicata (13 – 0)

7 Valle d’Aosta (7 – 0)

4 Molise (4 – 0).

Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)

Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)

Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)

Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)

Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)

Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6)

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Importanti, incisive e affollate manifestazioni di piazza contro le guerre, il governo, contro la povertà del lavoro. Non tutto è perduto. Solo molto. Dunque, c’è ancora tanto da fare.

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Torna in scena a Roma “Dannazione donna” piéce di Marco Ferri: otto donne interpretate da un’unica protagonista.

La condizione della donna lavoratrice in una grande azienda è il background di “Dannazione donna”, scritto e diretto da Marco Ferri, in scena al Teatro San Giustino il 30 novembre e il 1° dicembre. Monica Ferri interpreta otto donne,  in una commedia dai ritmi incalzanti, piena di colpi di scena con un finale impareggiabile.

“Dannazione donna “sarà di nuovo in scena a Bracciano il prossimo 7 e 8 dicembre, nell’ambito della rassegna “La cruna del Lago”.

Dicono dello spettacolo:

(Da Il Messaggero)
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Attualità

Se Landini fa rima con Salvini.

“Non è il nostro sciopero”, ha detto Landini. Quindi che venga amputato uno sciopero e quindi un diritto sindacale è uno scandalo solo se tocca le confederazioni, il sindacalismo di base può anche crepare. Perché io so io, e i vostri diritti non sono un cazzo.

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Attualità

Addio ad Annina Rabolini.

È improvvisamente mancata Annina Rebolini, donna colta, impegnata nella cultura a Milano, nota per l’acume, il sense of humor, il savoir vivre, l’attitudine alla gestalt.

Al suo compagno di vita, Fritz Tschirren, arrivino le più genuine e condivise condoglianze.

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Attualità

VERITÀ E GIUSTIZIA PER ELENA

Elena Nadirashvili

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Elena Nadirashvili, georgiana di Tbilisi, aveva 55 anni ed era una brava badante, come testimoniano le famiglie per le quali aveva lavorato. L’ultimo rapporto di lavoro le è stato fatale.

Dopo aver concluso un incarico a Napoli il 23 luglio 2024, ne aveva iniziato uno nuovo il 1° agosto, per assistere una signora anziana in una famiglia di Torre del Greco che ha una casa al mare a Palinuro.

Le viene chiesto di raggiungere l’abitazione estiva con il treno da Salerno. Le fanno subito un contratto, cosa che raramente capita alle georgiane: vengono infatti da una realtà difficile e di solito accettano i lavori più umili e meno garantiti.

Il lavoro non sembra male, lo testimonia un video realizzato l’11 agosto da Elena, in cui si vedono l’anziana e un suo famigliare, nella cucina di Palinuro. Una serenità che durerà ancora per poco.

Il 14 agosto l’anziana tenta di accendere un barbecue a gas e viene avvolta da una fiammata improvvisa. Urla, la badante accorre e le fiamme investono anche lei, causandole gravi ustioni.

Intervengono i vicini, che chiamano i soccorsi: la situazione è grave ed Elena viene trasportata con l’elisoccorso al Cardarelli di Napoli dove la ricoverano nel reparto grandi ustionati. È cosciente, soffre moltissimo ma riesce a parlare, anche se a fatica.

Dopo un paio di settimane contatta i datori di lavoro per chiedere sostegno e aiuto, ma trova un muro di gomma. Arrivano a dirle di prendere un interprete “perché non si capisce cosa dici”, eppure dalle sue chat si evince che parla italiano discretamente e tra i suoi documenti conserva i quaderni usati per studiare la nostra lingua.

Ottiene soltanto che qualcuno le porti i suoi indumenti in ospedale, lasciandoli fuori dal reparto: niente contatti. Elena non si arrende e a ogni suo risveglio dalla sedazione prova nuovamente a contattare la famiglia: le interessano soprattutto i documenti per rinnovare il permesso di soggiorno.

Elena resiste per quattro mesi in terapia intensiva poi, sabato 16 novembre, finisce di soffrire.

Senza un gesto dai suoi datori di lavoro, senza aver ricevuto un euro, tanto meno i documenti richiesti. Per lei parla il contratto, che risulta ancora in essere. Di lei nessuno si interessa, le poche notizie circolate sui media parlano addirittura di un incidente occorso a una turista.

Poco prima di morire ha ricevuto un po’ di sollievo dall’arrivo dei fratelli: volevano trasferirla in Germania per tentare di salvarla, ma era troppo tard

i. La Rete nazionale dei lavoratori domestici si è messa subito a disposizione dei familiari di Elena Nadirashvili, perché la morte della badante venga riconosciuta come esito di un infortunio sul lavoro.

Il corpo è pronto per il ritorno in patria, in una bara di zinco saldata per rallentare la decomposizione. Il rito ortodosso è già stato celebrato. Elena attende verità e giustizia.

#elenanadirashvili#LavoroDomestico

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Attualità

Omicidio volontario plurimo con dolo eventuale in concorso, detenzione e fabbricazione di materiale esplodente non convenzionale e caporalato, in concorso.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Con queste accuse lunedì sera, 25 novembre, è stato arrestato su ordine della Procura di Napoli il 38enne Pasquale Punzo, proprietario di fatto della casa di Ercolano trasformata in fabbrica clandestina di fuochi d’artificio, saltata in aria il 18 novembre uccidendo il 18enne Samuel Tafciu, padre di una bimba di pochi mesi, e le gemelle 26enni Sara e Aurora Esposito, quest’ultima madre di una bimba di 4 anni.

I sostituti procuratori Stella Castaldo e Vincenzo Toscano hanno ordinato l’arresto di Punzo per il concreto pericolo di fuga dell’uomo.

Soltanto indagata Giulia Eboli, ex compagna dell’arrestato e madre della 13enne cui era formalmente intestata la casa.

Nell’indagine è emerso che l’esplosione è stata provocata da 5-10 chili di miscela di polvere flash, altamente instabile, usata per confezionare i “botti”.

Nell’abitazione erano presenti altri 350 chili di sostanze ancora da miscelare.

Il reato di caporalato è legato alle condizioni in cui le tre vittime lavoravano, oltre che alla totale mancanza di formazione.

Samuel, che fisicamente confezionava gli ordigni, veniva pagato 250 euro a settimana, le gemelle 150 ciascuna, approfittando del loro stato di necessità.

Se Samuel viveva con la compagna 17enne e la suocera, le gemelle abitavano a Napoli con la madre in un’abitazione fatiscente del quartiere Ponticelli procurata da Punzo, che ogni giorno passava per accompagnarle al lavoro.

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Attualità

“30 morti in 7 giorni, nel silenzio dei media e nel disinteresse del governo e della politica in generale”.

di Piero Santonastaso | Facebook.com /Mortidilavoro

Otto vittime del lavoro, tra sabato 23 e domenica 24 novembre, concludono nel peggiore dei modi una delle settimane più sanguinose dell’anno: 30 morti in 7 giorni, nel silenzio dei media e nel disinteresse del governo e della politica in generale.

La ministra contro il Lavoro Elvira Calderone, per dire, non ha nemmeno trovato il tempo per uno di quei comunicatini pelosi di condoglianze: era troppo impegnata a seguire la finale di Coppa Davis sugli spalti di Malaga.

Tre i morti in Campania, due dei quali in itinere, entrambi nel Casertano.

Il 31enne Pasquale Tarantino, residente a Macerata Campania (Caserta) con la moglie e i tre figli, è morto sabato 23 novembre in un incidente stradale a Marcianise, mentre andava al lavoro.

La vettura che guidava è uscita di strada e si è ribaltata, uccidendolo all’istante.

La 29enne Sara Pirone, residente a Marcianise (Caserta) e impiegata in una farmacia a Casanova di Carinola, è morta sabato 23 novembre nell’uscita di strada della sua auto, schiantatasi contro un albero.

È accaduto a Francolise.

Domenica 24 novembre si è spento nell’ospedale di Vallo della Lucania (Salerno), il 58enne Angelo Rosalia, moglie e tre figli.

Era stato ricoverato lunedì 18 novembre, dopo una rovinosa caduta dal camion sul quale stava caricando legname a Futani (Salerno), il paese in cui risiedeva.

Già gravissime, le sue condizioni sono peggiorate con il passare dei giorni, fino all’epilogo di domenica.

Maurizio Scuderi, 55 anni, moglie e due figli, è morto sabato 23 novembre a Paceco (Trapani), per il ribaltamento del trattore con il quale stava lavorando in un terreno di proprietà.

Forestale e sindacalista Flai Cgil, Scuderi è morto sul colpo.

Vincenzo Galasso, 58enne agricoltore di Francavilla al Mare (Chieti), è morto nel tardo pomeriggio di sabato 23 novembre per il ribaltamento del trattore sul quale era al lavoro in un podere di Ripa Teatina (Chieti).

Galasso viveva da solo e nessuno ha dato l’allarme fino a domenica mattina, quando madre e sorella hanno cercato invano di contattarlo. I soccorritori non hanno potuto che recuperarne il corpo.

C’entra il trattore anche nella morte di un 76enne di Alanno (Pescara), di cui per ora ignoriamo il nome.

Domenica 24 novembre l’uomo è stato trovato privo di vita vicino al trattore ancora in moto.

Angelo Soave, autotrasportatore 62enne di Ronco all’Adige (Verona), moglie e un figlio, è morto poco dopo la mezzanotte di sabato 23 novembre sulla A4 a Castegnato (Brescia) all’altezza dello svincolo per la Brebemi.

Era alla guida di un camion carico di polli che si è ribaltato dopo l’urto con un’automobile ed è morto intrappolato nella cabina di guida.

Romeo Rematelli, 65enne ristoratore di Spresiano (Treviso), proprietario del San Martino di Giavera del Montello, è morto domenica 24 novembre intorno alle 10 del mattino, poco dopo il suo arrivo nel locale.

Due settimane fa era stato colpito da un infarto e i medici gli avevano consigliato riposo assoluto, ma di stare lontano dal suo locale non ne aveva voluto sapere.

Domenica, sceso dalla macchina, si è accasciato colpito da un nuovo infarto ed è spirato.

#pasqualetarantino#sarapirone#angelorosalia#maurizioscuderi#vincenzogalasso#angelosoave#romeorematelli#mortidilavoro

Novembre 2024: 83 morti (sul lavoro 64; in itinere 19; media giorno 3,5)

Anno 2024: 1047 morti (sul lavoro 791; in itinere 256; media giorno 3,1)

151 Lombardia (105 sul lavoro – 46 in itinere)

106 Campania (89 – 17)

95 Veneto (66 – 29)

86 Sicilia (61 – 25)

80 Emilia Romagna (61 -19)

79 Lazio (52 – 74)

67 Toscana (54 – 13)

63 Piemonte (49 – 14)

34 Sardegna (29 – 5)

29 Marche (20 – 9)

27 Abruzzo (22 – 5),

25 Calabria (20 – 5)

20 Liguria (17- 3), Trentino (16 – 4), Estero (17 – 3)

18 Friuli V.G. (15 – 3)

17 Umbria (14 – 3)

13 Alto Adige (12 – 1)

12 Basilicata (12 – 0)

7 Valle d’Aosta (7 – 0)

4 Molise (4 – 0).

Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)

Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)

Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)

Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)

Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)

Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6)

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Attualità

Ma quale patente a punti, nei cantieri si muore come e più di prima.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

A 70 anni Silvio Perrone lavorava ancora nei cantieri edili: è lui la sedicesima vittima di novembre nel settore in cui la sicurezza sarebbe migliorata in modo esponenziale grazie alla patente a punti, entrata in vigore il 1° ottobre.

Almeno nei sogni del governo e segnatamente della ministra contro il Lavoro, Elvira Calderone. Naturalmente non è accaduto, trattandosi del solito provvedimento senza capo né coda, applicabile in pochissimi casi e soprattutto privo di conseguenze per le imprese.

Silvio Perrone, che lascia la moglie e una figlia, venerdì 22 novembre era al lavoro in un cantiere privato di Nardò (Lecce), impegnato a caricare i calcinacci su un camion, quando è stato travolto da un crollo.

Due le versioni sull’accaduto: cedimento dei tubi di scivolo dei calcinacci, che avrebbero provocato il crollo parziale di una parete; oppure distacco di alcuni conci dalla facciata dell’edificio. Perrone è stato colpito ed è morto sul colpo. È la settima vittima del lavoro questo mese in Puglia.

Stefano Priolo, 56enne responsabile di ragioneria e demanio nel Comune di Portofino (Genova), è morto giovedì 21 novembre all’ospedale San Martino di Genova, dove era giunto in condizioni gravissime il giorno prima per un incidente stradale accaduto a Rapallo, dove risiedeva.

Alle 7 del mattino, andando al lavoro in moto, l’impiegato comunale si è scontrato con una vettura, riportando lesioni gravi. Dopo poco più di 24 ore ne è stata dichiarata la morte e sono iniziate le procedure di espianto degli organi.

Francesco Tridico, 54 anni, appuntato dei carabinieri in servizio a Firenze, è morto giovedì 21 novembre mentre, finito il servizio, andava in bicicletta alla stazione di Campo di Marte per prendere il treno che l’avrebbe riportato a casa ad Arezzo.

Durante il tragitto è stato colto da malore, è caduto a terra ed è spirato, nonostante la velocità dei soccorsi.

#silvioperrone#stefanopriolo#francescotridico#mortidilavoro

Novembre 2024: 74 morti (sul lavoro 58; in itinere 16; media giorno 3,4)

Anno 2024: 1038 morti (sul lavoro 785; in itinere 253; media giorno 3,1)

150 Lombardia (104 sul lavoro – 46 in itinere)

103 Campania (88 – 15)

94 Veneto (65 – 29)

85 Sicilia (60 – 25)

80 Emilia Romagna (61 -19)

78 Lazio (52 – 26)

68 Puglia (44 – 24)

67 Toscana (54 – 13)

63 Piemonte (49 – 14)

34 Sardegna (29 – 5)

29 Marche (20 – 9)

25 Abruzzo (20 – 5), Calabria (20 – 5)

20 Liguria (17- 3), Trentino (16 – 4), Estero (17 – 3)

18 Friuli V.G. (15 – 3)

17 Umbria (14 – 3)

13 Alto Adige (12 – 1)

12 Basilicata (12 – 0)

7 Valle d’Aosta (7 – 0)

4 Molise (4 – 0).

Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)

Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)

Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)

Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)

Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)

Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6)

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Attualità

Tra l’indifferenza generale e il menefreghismo governativo si continua a morire di lavoro.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Cosimo Bello, 28enne di Castrignano del Capo (Lecce), era stato assunto da poche settimane alla Bianco Igiene Ambientale di Nardò, ditta che con 270 dipendenti ha in appalto il servizio rifiuti di diversi comuni del Leccese.

Alle 4,50 di giovedì 21 novembre il compattatore Isuzu sul quale con un collega provvedeva alla raccolta quotidiana, è stato centrato da un suv con due ventenni a bordo, lungo la statale 275 a San Dana, frazione di Gagliano del Capo.

Lo scontro ha provocato il ribaltamento del compattatore su un fianco e la morte sul colpo di Bello. Feriti il collega e i due ventenni.

Al Policlinico di Palermo giovedì 21 novembre si è spento l’operaio 48enne Alessandro Glaneo, residente con la moglie e i due figli a Casagiove (Caserta).

Una settimana prima vi era stato ricoverato dopo che un’automobile aveva tamponato il ponteggio sul quale si trovava, provocando la caduta del lavoratore, che aveva riportato gravi lesioni alla testa.

Il 56enne ecuadoregno Richard Cesar Jimenez Herrera intorno alle 7 di giovedì 21 novembre stava andando al lavoro percorrendo la Milano-Meda, quando la sua automobile ha cominciato ad avere problemi.

L’uomo si è fermato in banchina a Cesano Maderno, ha allertato i soccorsi e li ha attesi in piedi tra lo sportello destro semiaperto e la vettura.

Dopo poco la macchina è stata tamponata da un furgone, con una violenza tale da far rimanere Jimenez Herrera incastrato tra le lamiere, morto sul colpo. Per recuperare il corpo i vigili del fuoco hanno dovuto usare divaricatori e cesoie.

Il boscaiolo Antonio Comiotto, 65 anni, è morto giovedì 21 novembre travolto da un albero che stava tagliando a Carve di Mel, nel comune di Borgo Valbelluna (Belluno).

Schiacciato dal tronco, l’uomo ha avuto la forza di telefonare alla sorella per chiedere aiuto, ma quando i soccorritori sono giunti sul posto Comiotto era spirato.

#cosimobello#alessandroglaneo#richardcesarjimenezherrera#antoniocomiotto#mortidilavoro

Novembre 2024: 71 morti (sul lavoro 57; in itinere 14; media giorno 3,4)

Anno 2024: 1035 morti (sul lavoro 784; in itinere 251; media giorno 3,1)

150 Lombardia (104 sul lavoro – 46 in itinere)

103 Campania (88 – 15)

94 Veneto (65 – 29)

85 Sicilia (60 – 25)

80 Emilia Romagna (61 -19)

78 Lazio (52 – 26)

67 Puglia (43 – 24)

66 Toscana (54 – 12)

63 Piemonte (49 – 14)

34 Sardegna (29 – 5)

29 Marche (20 – 9)

25 Abruzzo (20 – 5), Calabria (20 – 5)

20 Trentino (16 – 4), Estero (17 – 3)

19 Liguria (17- 2)

18 Friuli V.G. (15 – 3)

17 Umbria (14 – 3)

13 Alto Adige (12 – 1)

12 Basilicata (12 – 0)

7 Valle d’Aosta (7 – 0)

4 Molise (4 – 0).

Ottobre 2024: 100 morti (sul lavoro 74; in itinere 26; media giorno 3,2)

Settembre 2024: 93 morti (sul lavoro 67; in itinere 26; media giorno 3,1)

Agosto 2024: 97 morti (sul lavoro 67; in itinere 30; media giorno 3,1)

Luglio 2024: 104 morti (sul lavoro 83; in itinere 21; media giorno 3,3)

Giugno 2024: 105 morti (sul lavoro 72; in itinere 33; media giorno 3,5)

Maggio 2024: 101 morti (sul lavoro 79; in itinere 22; media giorno 3,1)

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 96 morti (sul lavoro 76; in itinere 20; media giorno 3,3)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6)

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Attualità

Hanno un nome i due autotrasportatori della provincia di Salerno morti martedì 19 novembre.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Hanno un nome i due autotrasportatori della provincia di Salerno morti nello scontro frontale tra mezzi pesanti avvenuto nel pomeriggio di martedì 19 novembre sulla famigerata statale 655, Bradanica, nel territorio di Venosa (Potenza).

Sono il 56enne Angelo Dragone, residente a Giffoni Sei Casali, e il 26enne nigeriano Kelvin Okiri, residente a Polla.

Un terzo camionista, un 37enne ghanese che viaggiava con Okiri, è ricoverato in codice rosso al San Carlo di Potenza. Salgono così a 7 le vittime di novembre 2024 nel settore dell’autotrasporto.

Il sito Ondanews.it racconta la storia di Kelvin Okiri, arrivato in Italia su un barcone quando aveva 14 anni. Trasferito proprio a Polla, con caparbietà aveva imparato la lingua e si era iscritto all’I.I.S. Marco Tullio Cicerone di Sala Consilina, dove si era diplomato nel 2019.

Nel frattempo, grazie alla padronanza dell’italiano, si era dedicato alla mediazione culturale, attività che aveva concluso un paio di anni fa, perché deciso a coronare il suo sogno: fare il camionista. Racimolati i suoi risparmi e ottenuta la patente CQC, aveva così iniziato a lavorare per una ditta di Polla, dove ora in molti lo piangono.

#angelodragone#kelvinokiri#mortidilavoro#autotrasporto#camionisti#camionista

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