“Può darsi che ora non abbiamo più tanto tempo da dedicare alla contemplazione delle immagini che ci stanno di fronte, ma la gente un tempo lo aveva e traduceva la contemplazione in un che di utile, di terapeutico, di edificante, di consolatorio e di terrificante.
Si comportava così per raggiungere uno stato di empatia; e quando si esamina il modo in cui si agiva, si getta una vivida luce non solo sulla funzione delle immagini, ma su un potenziale che per molti di noi resta da attivare”. (“Il potere delle immagini”, David Freedberg, Einaudi.)