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Secondo i criteri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel mese di maggio 2024 sarebbero morti finora 27 lavoratori anziani. Secondo i criteri italiani i morti di lavoro anziani sono stati 6. Due di loro, ultrasessantenni, sono morti ieri.

Eusanio De Amicis, morto di lavoro ieri all’età di 64 anni.

Giovedì 16 maggio 2024 hanno perso la vita due lavoratori di 62 e 64 anni.

Secondo la normativa italiana non si tratta di lavoratori anziani, come specifica l’articolo 2 del Decreto legislativo 15 marzo 2024 n.29: «persona anziana» è chi ha compiuto 65 anni.

Una scelta che va in direzione ostinatamente contraria rispetto all’Organizzazione Mondiale della Sanità.

L’OMS definisce «lavoratore anziano» (aged) chi ha compiuto 55 anni e introduce addirittura la categoria del «lavoratore che invecchia» (aged o ageing), cioè chi supera i 45 anni.

Distinzioni apparentemente sottili, ma che producono effetti a cascata capaci di segnare lo spartiacque tra la sicurezza e il pericolo.

Lo dice a chiare lettere anche l’articolo 5 del decreto legislativo 29, in cui si sottolinea che il datore di lavoro garantisce la promozione della salute e la cultura della prevenzione.

E, guarda il caso, richiama il Workplace Health Promotion (WHP) raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanita ai datori di lavoro per «l’attivazione di processi e interventi tesi a rendere il luogo di lavoro un ambiente adatto anche alle persone anziane attraverso idonei cambiamenti organizzativi».

È di lapalissiana evidenza che se l’OMS fissa un limite a 55 anni e la Repubblica Italiana lo innalza a 65, ballano 10 anni di obblighi e prescrizioni che i datori di lavoro non sono tenuti a osservare.

Una facile dimostrazione: seguendo i criteri OMS nel mese di maggio 2024 sono morti finora 27 lavoratori anziani; secondo i criteri italiani i morti di lavoro anziani sono stati 6.

A Raffaele Boemio, 62enne di Afragola (Napoli), moglie e 3 figli, mancavano pochi mesi alla pensione.

Dipendente della Dap impianti di Nola, giovedì 16 maggio ha perso la vita “risucchiato” (è il verbo usato dai compagni di lavoro), da una benna miscelatrice di cemento a Cancello ed Arnone (Caserta), durante le operazioni di copertura degli scavi per la posa della fibra ottica. Boemio ha riportato ferite profonde ed è morto sul posto per dissanguamento.

Eusanio De Amicis, 64enne di San Salvo (Chieti), moglie e 2 figli, è morto invece nel ribaltamento del trattore cingolato sul quale era al lavoro in un terreno di proprietà, a Fresagrandinaria (Chieti). Inutili i soccorsi.

#raffaeleboemio#eusaniodeamicis#mortidilavoro

Maggio 2024: 46 morti (sul lavoro 41; in itinere 5; media giorno 2,9)

(Courtesy by Piero Santonastaso/Morti di lavoro).

Anno 2024: 411 morti (sul lavoro 325; in itinere 86; media giorno 3)

57 Lombardia (37 sul lavoro – 20 in itinere)

46 Campania (35-11)

39 Emilia Romagna (31-8)

34 Veneto (25-9)

31 Toscana (28-3)

30 Sicilia (22-8)

24 Puglia (20-4)

23 Lazio (16-7)

22 Piemonte (18-4)

17 Abruzzo (14-3)

13 Calabria (10-3)

12 Sardegna (11-1)

11 Marche (9-2)

10 Liguria (8-2)

9 Estero (8-1)

8 Trentino (6-2), Alto Adige (8-0)

5 Friuli V.G. (5-0), Umbria (5-0)

4 Valle d’Aosta (4-0), Basilicata (4-0)

1 Molise (1-0).

Aprile 2024: 105 morti (sul lavoro 85; in itinere 20; media giorno 3,5)

Marzo 2024: 84 morti (sul lavoro 68; in itinere 16; media giorno 2,7)

Febbraio 2024: 95 morti (sul lavoro 75; in itinere 20; media giorno 3,2)

Gennaio 2024: 81 morti (sul lavoro 55; in itinere 26; media 2,6)

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Di Marco Ferri

Marco Ferri è copywriter, autore e saggista, si occupa di comunicazione commerciale, istituzionale e politica.

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