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Eccesso colposo di opinionismo.

Chiede il conduttore al giornalista ospite della trasmissione: “Che idea ti sei fatto?”

E a noi che cosa dovrebbe importare delle sue idee?

Ci racconti i fatti, visto che è un giornalista, che l’idea ce la sappiamo fare da soli.

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Attualità

Riflettendo su quello che ci sta succedendo.

“Ecco una storia. allora: è un errore definire i nostri tempi neoliberisti, perché le loro politiche non sono né neoliberiste.

La politica del presente potrebbe benissimo essere descritta con il termine di alt-fascista (1), dato che il suo scopo principale è salvaguardare il potere della classe dominante attraverso la manipolazione dei pregiudizi razziali e l’uso della sorveglianza e della violenza per reprimere il dissenso.

Come ci ricorda Angela Devis, è un sistema che verte principalmente sul complesso carcerario-industrale, oggi ampliato su scala globale.

Cioè che è nuovo non è affatto la politica, che è un doppio farsesco della sovrastrutture del vecchio, ma piuttosto il modo di produzione sottostante.

Si potrebbe dire che nemmeno l’economia è liberista, e che è questo a renderla nuova.

Le forze di produzione organizzate intorno all’informazione cambiano la forma della mere.” (Il capitale è morto”, Mackanzie Wars, Nero.)

(1) “Dai fascismi ai populismi. Storia, politica e demagogia del mondo attuale”, Federico Finchelstein, Donzelli 2019.

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Quel furto di profumi puzza forte di cleptomania.

On. Piero Fassino, smettila, devi prendere atto che hai un problema, una vera e propria patologia.

Si cura, se ti impegni.

Per il resto, ammetti il furto, risarcisci il danno e chiedi scusa.

Comportati come si comporterebbe un comunista, cazzo! O neanche ti ricordi più come si fa?

Lo sai, vero, che tuo padre, Eugenio, nome di battaglia, “Geni Bocia”, comandante della 41^ Brigata Garibaldi come minimo ti prenderebbe a schiaffoni?

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Finora si contano 363 morti di lavoro. In Italia, il 1° maggio 2024 non è la festa, ma il funerale del lavoro.

Il mese di aprile è il più sanguinoso del 2024: si chiude infatti con un dato (provvisorio) a tre cifre, prima volta nell’anno.

I morti di lavoro sono stati 103 morti (83 sul lavoro, 20 in itinere), con una media quotidiana di 3,4 vittime.

Accade alla vigilia del 1° maggio, mentre Sergio Mattarella alza una volta di più la voce contro la strage di lavoratori: “Non possiamo accettare lo stillicidio continuo delle morti, provocate da incurie, da imprudenze, da rischi che non si dovevano correre.

Mille morti sul lavoro in un anno rappresentano una tragedia inimmaginabile. Ciascuna di esse è inaccettabile”.

Il governo Meloni, ovviamente, farà finta di nulla.

Ivo Bellotto, 68 anni, autotrasportatore trevigiano in pensione, è morto martedì 30 aprile nel cantiere di un allevamento di Fiume Veneto (Pordenone), colpito dal carrello a forbice della gru con la quale stava movimentando materiale.

Il lavoratore è caduto da circa tre metri di altezza ed è morto all’istante.

Un lavoratore 59enne della diga di Presenzano (Caserta), di cui ancora non si conoscono le generalità, è stato colto da malore durante il turno, martedì 30, ed è stato trasportato al pronto soccorso di Piedimonte Matese, dove è spirato.

Sergio Tommasi, farmacista 55enne, è stato trovato senza vita domenica 28 aprile nella farmacia di Rocchetta di Cairo Montenotte (Savona).

L’allarme è scattato perché Tommasi, che era di turno, non rispondeva alle chiamate.

Sono stati i vigili del fuoco a forzare la porta chiusa dall’interno, ma per il farmacista non c’era più nulla da fare.

Tomasi era anche un volontario della Croce Rossa, nonché istruttore per il soccorso in acqua.

Martedì 30 è giunta la notizia della morte nello Zimbabwe, il 17 aprile, del 57enne Antonio Pozzer, tecnico montatore della Laser di Santa Maria di Zevio (Verona), che produce macchine per dolci e panificazione.

Pozzer il 17 aprile era giunto in fabbrica ad Harare, aveva indossato la tuta e si preparava ad affrontare la giornata, quando è stato colto da un malore che non gli ha dato scampo.

La salma non è ancora rientrata in Italia.

#ivobellotto#sergiotommasi#antoniopozzer#mortidilavoro

(Courtesy by Piero Santonasato/Morti di lavoro),

Aprile 2024: 103 morti (sul lavoro 83; in itinere 20; media giorno 3,4)

Anno 2024: 363 morti (sul lavoro 282; in itinere 81; media giorno 3)

51 Lombardia (33 sul lavoro – 18 in itinere)

40 Campania (29-11)

34 Emilia Romagna (28-8)

32 Veneto (23-9)

26 Toscana (24-2)

22 Puglia (18-4), Sicilia (14-8)

21 Lazio (15-6)

19 Piemonte (15-4)

15 Abruzzo (12-3)

12 Calabria (10-2)

10 Liguria (8-2), Marche (8-2)

9 Estero (8-1)

8 Sardegna (7-1)

7 Trentino (5-2), Alto Adige (7-0)

5 Friuli V.G. (5-0), Umbria (5-0)

4 Valle d’Aosta (4-0)

3 Basilicata (3-0)

1 Molise (1-0).

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L’inflazione ci ha sottratto 3.600 euro in un anno. Festeggiamo un Primo Maggio più povero.

Le stime dicono che l’inflazione è allo 0,9%. Però i costi dei trasporti delle merci sono al +4,5%. Perché se i costi dell’energia sono scesi da -13,9% a -10,3%?

Il risultato è che il carrello della spesa batte +2,4%.

Secondo il presidente delle Coop Marco Pedroni, “nonostante i dati di oggi confermino un rallentamento dell’inflazione e una timida accelerazione della crescita del Pil, gli italiani fanno fatica a percepire un miglioramento delle condizioni economiche del Paese”.

L’Ufficio studi Coop calcola infatti che il delta tra “l’inflazione percepita e quella misurata, nel 2024 potrebbe aggirarsi intorno ai 9 punti percentuali (+1,3% quella prevista nelle misurazioni statistiche e +10,3% quella percepita), come se gli italiani avessero perso in un anno circa 3600 euro a famiglia”.

In Italia c’è troppo lavoro povero, troppa miseria, i rinnovi dei contratti sono bloccati, il governo lascia fare all’inflazione, non vuole nemmeno il salario minimo.

Questa è la realtà, altro che “fatica a percepire un miglioramento delle condizioni economiche”.

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