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Attualità

Un appello per Gaza.

riceviamo e pubblichiamo

Il 9 maggio è la Giornata dell’Europa: ma è anche l’ultimo giorno di Gaza. Perché il tempo sta finendo, per questa terra nostra. Questa terra del Mediterraneo, il mare che ci unisce.

Per questo, in quella giornata in cui ci chiediamo chi siamo, vi chiediamo di parlare di Gaza, di farlo ovunque vorrete. E di farlo, tutte e tutti, sulla rete: su siti, canali video, social. E sempre con l’hashtag #GazaLastDay#UltimogiornodiGaza.

Senza il mondo Gaza muore. Ed è altrettanto vero che senza Gaza siamo noi a morire. Noi, italiani, europei, umani.

Per rompere il silenzio colpevole useremo la rete, che è il solo mezzo attraverso cui possiamo vedere Gaza, ascoltare Gaza, piangere Gaza. Perché possano partecipare tutte e tutti, anche solo per pochi minuti. Anche chi è prigioniero della sua casa, e della sua condizione: come i palestinesi, i palestinesi di Gaza lo sono. Perché almeno stavolta nessuna autorità e nessun commentatore allineato possa inventarsi violenze che occultino la violenza: quella fatta a Gaza.

Sulla rete, e non solo. Per chi vuole mettere in rete ciò che succede nelle piazze e nelle comunità che si interrogano, assieme, su come fermare la strage.

Con la consapevolezza che noi siamo loro. E che a noi – italiani ed europei – verrà chiesto conto della loro morte. Perché a compiere la strage è un nostro alleato, Israele. Per ripudiare l’Europa delle guerre antiche e contemporanee, per proteggere l’Europa di pace nata da un conflitto mondiale, esiste un solo modo: proteggere le regole, il diritto, e la giustizia internazionale. E soprattutto guardarci negli occhi, e guardarci come la sola cosa che siamo. Umani.

Aggiungiamo tutte le parole che vorremo usare all’hashtag #ultimogiornodigaza#gazalastday.

Senza scomunicarne nessuna, senza renderne obbligatoria nessuna. Per chiamare le cose con il loro nome.

Ora è il momento di costruire una rete di senza-potere determinati a prendere la parola. E il 9 maggio è la prima tappa di una strada assieme.

Perché la strage, perché il genocidio, abbiano fine. Ora.

Paola Caridi, Claudia Durastanti, Micaela Frulli, Giuseppe Mazza, Tomaso Montanari, Francesco Pallante, Evelina Santangelo

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Attualità

4 morti di lavoro nel primo weekend di maggio.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Paolo Straulino, 50enne di Sutrio (Udine), dove viveva con il fratello gemello, è morto sabato 3 maggio poco dopo essere entrato in servizio per il turno di notte alla cartiera Reno de Medici di Ovaro (Udine).

Erano circa le 22,30 quando Straulino è sceso dal muletto che guidava per spostare una rotoballa di carta da macero e proprio in quel momento è stato investito e ucciso da un’altra macchina operatrice.

Il conducente di quest’ultima, sotto shock, si è allontanato dalla fabbrica ed è stato ritrovato solo dopo un’ora di ricerche. La cartiera ha fermato la lavorazione in segno di lutto.

Bonfiglio Scagnelli, 70enne di Rivergaro (Piacenza), è annegato sabato 3 maggio in un laghetto artificiale dopo essere caduto in acqua con un trattorino tagliaerba, sul quale stava ripulendo le sponde del bacino.

I sommozzatori dei vigli del fuoco hanno recuperato il corpo a una profondità di circa 3 metri.

Francesco Masi, 76enne di Castelgrande (Potenza), è morto nella mattina di sabato 3 maggio dopo essere rimasto impigliato nelle lame della motozappa che stava utilizzando per lavorare un suo terreno. 

L’allarme è stato dato dai famigliari, che non lo vedevano rientrare a casa.

Sebastiano Di Mango, 49enne di Castelnuovo del Garda, è morto intorno alle 2,30 di domenica 4 maggio in un incidente di moto mentre tornava a casa dal lavoro.

Di Mango era quasi giunto a destinazione quando ha perso il controllo della moto ed è caduto, riportando ferite letali.

#paolostraulino#bonfiglioscagnelli#francescomasi#sebastianodimango#mortidilavoro

Maggio 2025: 8 morti (sul lavoro 6; in itinere 2; media giorno 2)

Anno 2025: 347 morti (sul lavoro 284; in itinere 63; media giorno 2,8)

48 Lombardia (sul lavoro 37, in itinere 11)

39 Veneto (32 – 7)

29 Campania (23 – 6)

28 Sicilia (19 – 9)

27 Puglia (23 – 4); Emilia Romagna (20 – 7)

23 Lazio (20 – 3)

21 Toscana (16 – 5)

20 Abruzzo (18 – 2)

18 Piemonte (17 – 1)

11 Calabria (11 – 0)

10 Liguria (7 – 3)

9 Marche (8 – 1)

8 Umbria (8 – 0)

7 Basilicata (7 – 0)

6 Friuli Venezia Giulia (5 – 1)

5 Trentino, Alto Adige (5 – 0)

4 Trentino (4 – 0)

3 Sardegna (2 – 1)

2 Molise (1 – 1)

1 Valle d’Aosta, Estero (1 – 0)

Gennaio 2025: 87 morti (sul lavoro 72; in itinere 15; media giorno 2,8)

Febbraio 2025: 75 morti (sul lavoro 63; in itinere 12; media giorno 2,7)

Marzo 2025: 99 morti (sul lavoro 79; in itinere 20; media giorno 3,2)

Aprile 2025: 78 morti (sul lavoro 64; in itinere 14; media giorno 2,6)

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Attualità

Andy Warhol al Cinema Farnese di Roma.

Martedì 6 maggio, 17.15, ultimo appuntamento della stagione al Cinema Farnese con LA GRANDE ARTE AL CINEMA e con il Professore Giuseppe Di Giacomo su ANDY WARHOL, AMERICAN DREAM. 

La lectio è a fine film alle 18.45. Seconda proiezione alle ore 20.

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Attualità

6 vittime allungano il tragico elenco dei morti di lavoro nel 2025.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Delle 6 vittime che si aggiungono ai morti di lavoro del 2025, 4 erano immigrati: provenivano da Costa d’Avorio, Pakistan, Senegal e Ucraina.

Umer Maqbool aveva 21 anni e viveva a Reggio Emilia, dove era arrivato un paio d’anni fa dal Pakistan.

Quando è morto, martedì 29 aprile, stava per iniziare il suo primo giorno di lavoro con un contratto regolare, offertogli da connazionali che gestivano un’officina, dopo un’infinità di lavoretti saltuari e precari.

Sabato 26 aprile aveva firmato il contratto, martedì 29 alle 7 ha preso il suo monopattino e si è avviato verso un futuro che immaginava luminoso. Talmente luminoso da non voler più alcuna distrazione: si era cancellato da tutti i social, per concentrarsi su una patente da prendere, sulle sorelle da far arrivare dal Pakistan e su altri grandi progetti.

Quel futuro non è mai iniziato: Umer Maqbool si è schiantato contro un autobus di linea che svoltava a sinistra ed è morto sul colpo.

Shiella Claudia Kouassi Ouphuet veniva dalla Costa d’Avorio, aveva 27 anni, una figlia e un compagno e viveva a Imperia.

Per andare e tornare dal lavoro ad Andora (Savona), usava il trasporto pubblico. Mercoledì 30 aprile temeva di perdere il bus e arrivare tardi in cooperativa, perciò ha rincorso il mezzo di Riviera Trasporti appena partito dal capolinea, l’ha raggiunto ma poi è stata urtata dal bus ed è caduta sotto le ruote posteriori.

È morta sul colpo, sotto gli occhi del compagno.

Lamine Barro aveva 28 anni e veniva dal Senegal, dove aveva lasciato la moglie e il figlio.

Regolare, viveva a Mesagne (Brindisi), con altri connazionali, sommando il lavoro nei campi a quello in un ristorante nel centro della cittadina pugliese.

Giovedì 1° maggio intorno alle 23,30 stava tornando a casa in bicicletta quando è stato investito e ucciso da un pirata della strada. Era impossibile non vederlo: la strada era illuminata, la bici a norma e Barro indossava anche il giubbotto catarifrangente.

È rimasto lì, agonizzante, per diverso tempo. Quando un automobilista si è fermato era troppo tardi. Il pirata si è costituito venerdì 2 maggio: è stato denunciato a piede libero.

Non conosciamo ancora il nome del 46enne operaio ucraino morto venerdì 2 maggio in un cantiere di San Lorenzo, a Roma.

L’uomo si è sentito male intorno alle 15 ed è stato accompagnato in strada, a via dei Sabelli dai compagni di lavoro, ma la situazione è precipitata prima dell’arrivo dei soccorsi.

Ancora non diffuse le generalità dell’operaio agricolo morto venerdì 2 maggio intorno alle 12,30 mentre era al lavoro nelle campagne di Apricena (Foggia), stroncato da un malore.

Per Apricena si tratta della seconda vittima del lavoro in 10 giorni.

Pierpaolo Nerone, 54enne di Silvi Marina (Teramo), gestore dello stabilimento balneare Copacabana, sposato, 4 figli, è morto giovedì 1° maggio colpito da un malore intorno alle 12, mentre era al lavoro.

I soccorritori nulla hanno potuto.

#umermaqbool#shiellaclaudiakouassi#LamineBarro#pierpaolonerone#mortidilavoro

Maggio 2025: 4 morti (sul lavoro 3; in itinere 1; media giorno 2)

Anno 2025: 343 morti (sul lavoro 281; in itinere 62; media giorno 2,8)

48 Lombardia (sul lavoro 37, in itinere 11)

38 Veneto (32 – 6)

29 Campania (23 – 6)

28 Sicilia (19 – 9)

27 Puglia (23 – 4)

26 Emilia Romagna (19 – 7)

23 Lazio (20 – 3)

21 Toscana (16 – 5)

20 Abruzzo (18 – 2)

18 Piemonte (17 – 1)

11 Calabria (11 – 0)

10 Liguria (7 – 3)

9 Marche (8 – 1)

8 Umbria (8 – 0)

6 Basilicata (6 – 0)

5 Trentino, Alto Adige (5 – 0); Friuli Venezia Giulia (4 – 1)

4 Trentino (4 – 0)

3 Sardegna (2 – 1)

2 Molise (1 – 1)

1 Valle d’Aosta, Estero (1 – 0)

Gennaio 2025: 87 morti (sul lavoro 72; in itinere 15; media giorno 2,8)

Febbraio 2025: 75 morti (sul lavoro 63; in itinere 12; media giorno 2,7)

Marzo 2025: 99 morti (sul lavoro 79; in itinere 20; media giorno 3,2)

Aprile 2025: 78 morti (sul lavoro 64; in itinere 14; media giorno 2,6)

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Attualità

In Italia si confonde il lavoro a qualunque costo con la buona occupazione. E chi muore di lavoro non fa più notizia.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Il Primo Maggio è passato, portandosi via un mare di chiacchiere sulla sicurezza dei lavoratori, molte lacrime di coccodrillo e i soliti ipocriti annunci a base di “faremo”, “stanzieremo”, “controlleremo”.

Nel frattempo si aggiungono sei nuove vittime all’elenco dei morti del 2025. Due ricadono nel mese di aprile, per via della lentezza con la quale circolano le notizie dai posti di lavoro.

Se ne sono accorti anche al Gruppo Cronisti Lombardi, che in collaborazione con la Fnsi ha lanciato un appello con l’hashtag #nonsipuòmorireinbreve:

Le notizie che riguardano la morte di lavoratori sono sempre meno importanti e posizionate sempre più ‘in basso’, sui media: i lanci di agenzia non hanno più le crocette, i giornali non fanno aperture a meno che a morire non siano più lavoratori insieme o nello stesso giorno, le tv non mandano più troupe (anche perché ne hanno sempre di meno) – viene sottolineato in una nota -. Insomma, come informazione ci stiamo assuefacendo al terribile e inaccettabile fenomeno delle morti sul lavoro? Arriveremo a metterle in una ‘breve’ di cronaca?“.

Purtroppo in Italia il lavoro non fa più notizia – sottolinea Alessandra Costante, segretaria della Fnsi -. Si confonde il lavoro a qualunque costo con la buona occupazione. La necessità di portare il pane a casa con l’esigenza della sicurezza quando si lavora. Ottimo l’appello del Gruppo Cronisti della Lombardia al quale Fnsi si aggiunge. Parliamo di lavoro, parliamone di più, rendiamolo giusto“. 

La piaga delle morti sul lavoro va affrontata indubbiamente sul piano legislativo, ispettivo, salariale, contrattuale e anche culturale, ma anche noi giornalisti possiamo e dobbiamo fare la nostra parte. Teniamo alte le notizie di morti sul lavoro. Pretendiamo che non vengano relegate in secondo piano. È una battaglia di civiltà in cui l’informazione può fare la differenza“, afferma Fabrizio Cassinelli presidente del Gruppo Cronisti lombardi.

All’appello aderiscono, fra gli altri, Articolo 21, Ossigeno per l’informazione, Sindacato cronisti romani, Gruppo cronisti liguri, Professione Reporter e Giornalisti italiani su facebook .

#mortidilavoro#nonsipuòmorireinbreve#primomaggio

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Attualità

Quattro morti sul lavoro alla vigilia del Primo Maggio.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Nelle ultime 48 ore le vittime sono state 9, portando il totale del mese a 76. Sono 29 in meno rispetto ad aprile 2024 (-27%), per una media quotidiana del mese crollata dai 3,5 morti dell’anno scorso ai 2,5 di quest’anno.

Un autotrasportatore romeno di 53 anni, residente in provincia di Venezia, è morto mercoledì 30 aprile in un incidente stradale al chilometro 66 della A13 in direzione nord, nel territorio del comune di Costa di Rovigo.

Alla guida di un furgone per il trasporto carni, ha tamponato un’autocisterna ed è rimasto incastrato sotto il mezzo pesante. Lunghe e complicate le operazioni dei vigili del fuoco per liberare il furgone e recuperare il corpo della vittima.

Giulio Clavarezza, 76enne di Sant’Olcese (Genova), è morto mercoledì 30 aprile nella frazione di Arvigo, mentre guidava un trattore in retromarcia. Il mezzo si è improvvisamente ribaltato, schiacciando il conducente contro gli alberi. Clavarezza è morto sul colpo.

Un agricoltore 82enne di Bettola (Piacenza) è morto mercoledì 30 aprile in zona Costa di Groppo Ducale mentre era ai comandi di un trattore. Per ragioni da appurare, il mezzo agricolo è scivolato in un pendio boschivo, ribaltandosi più volte e schiacciando il conducente.

Mario Masi, 57enne di Ceccano (Frosinone), è morto mercoledì 30 novembre in un’azienda dell’area industriale del capoluogo ciociaro. Dipendente di una ditta esterna, Masi ha accusato un malore e si è accasciato sotto gli occhi dei compagni di lavoro.

Nonostante la rapidità dei soccorsi, per Masi non c’è stato nulla da fare.

#giulioclavarezza#mariomasi#mortidilavoro

Aprile 2025: 76 morti (sul lavoro 64; in itinere 12; media giorno 2,5)

Anno 2025: 337 morti (sul lavoro 278; in itinere 59; media giorno 2,8)

48 Lombardia (sul lavoro 37, in itinere 11)

38 Veneto (32 – 6)

29 Campania (23 – 6)

28 Sicilia (19 – 9)

25 Puglia (22 – 3); Emilia Romagna (19 – 6)

22 Lazio (19 – 3)

21 Toscana (16 – 5)

19 Abruzzo (17 – 2)

18 Piemonte (17 – 1)

11 Calabria (11 – 0)

9 Marche (8 – 1); Liguria (7 – 2)

8 Umbria (8 – 0)

6 Basilicata (6 – 0)

5 Trentino, Alto Adige (5 – 0); Friuli Venezia Giulia (4 – 1)

4 Trentino (4 – 0)

3 Sardegna (2 – 1)

2 Molise (1 – 1)

1 Valle d’Aosta, Estero (1 – 0)

Gennaio 2025: 87 morti (sul lavoro 72; in itinere 15; media giorno 2,8)

Febbraio 2025: 75 morti (sul lavoro 63; in itinere 12; media giorno 2,7)

Marzo 2025: 99 morti (sul lavoro 79; in itinere 20; media giorno 3,2)

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Attualità

Sicurezza e salari? Al governo sono sordi.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Come previsto, gli annunciati provvedimenti del governo in tema di sicurezza sul lavoro non esistono. Giorgia Meloni si è limitata a un videino per annunciare l’arrivo di 650 milioni per i bandi Inail e dare torto al presidente Mattarella sui salari: secondo la presidente del Consiglio sono cresciuti. Di tutto il resto si parlerà l’8 maggio nell’incontro con le parti sociali.d

Niente decreto legge, dunque, ma l’impalpabile ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, non rinuncia a suonare la grancassa della propaganda: “Nell’arco degli ultimi due anni abbiamo adottato il maggior numero di interventi, sia legislativi che amministrativi, rispetto a quanto fatto nei cinque, sei, dieci anni precedenti“. Incommentabile.

Le uniche parole sensate arrivano dal presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Matteo Zuppi, che così risponde alle insistenti domande dei giornalisti sul prossimo conclave: “Buon lavoro a voi e buon primo maggio, occupiamoci del lavoro e delle vittime del lavoro. Di questo dobbiamo preoccuparci”.

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Attualità

Nell’indifferenza, altri 5 morti di lavoro.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Nel giorno in cui il presidente Mattarella denuncia l’indifferenza generale verso le vittime del lavoro, aggiungiamo 5 morti al conteggio dell’anno: il totale del 2025 sale a 333 infortuni mortali.

Moamen Khairy Salim Osman, 35eenne operaio egiziano residente a Coccaglio (Brescia), dipendente di una ditta milanese, è morto martedì 29 aprile a Soresina (Cremona), durante i lavori di rifacimento del parcheggio di un supermercato.

Osman stava manovrando un bobcat, è sceso lasciando il motore acceso, poi è tornato sui suoi passi per recuperare qualcosa e in quel momento è stato colpito alla testa dalla benna della macchina, forse per aver toccato inavvertitamente qualche comando. Un colpo devastante, che ne ha provocato la morte immediata.

Andrea Buosi, meccanico 27enne di Gorgo al Monticano (Treviso), da un anno aveva aperto una propria officina di assistenza alle moto.

Nel pomeriggio di martedì 29 aprile, durante un giro di prova dopo l’intervento su una motocicletta, si è schiantato contro un trattore che ha svoltato a sinistra mentre Buosi era in fase di sorpasso. Il meccanico è morto nel violentissimo impatto.

Pasquale Cicatiello, 40enne di San Prisco (Caserta), è morto per un malore intorno alle 14 di martedì 29 aprile, nella sede di Carinaro (Caserta) della Comifar Distribuzione, branca logistica di Phoenix Pharma Italia, filiale dell’omonimo colosso farmaceutico tedesco, 48mila dipendenti in Europa.

Cicatiello ha iniziato a sentirsi male e ha chiamato la moglie perché lo riportasse a casa, ma poco dopo è crollato esanime al suolo ed è morto. La magistratura ha disposto l’autopsia.

Un pensionato 73enne di San Giorgio Albanese (Cosenza), ex carabiniere, è morto martedì 29 aprile in località Pantanello, schiacciato da una cisterna che aveva agganciato al trattore. Da ricostruire la dinamica e le cause del fatto.

Giuseppe Travaglini, 72enne meccanico in pensione di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno), è morto lunedì 28 aprile, affogato nella darsena turistica della cittadina.

Travaglini, che forniva assistenza alle imbarcazioni, stava lavorando sulla barca di un socio del Circolo Nautico quando è caduto in acqua. Il corpo è stato avvistato poco dopo, quando però era già tardi.

#moamenosman#andreabuosi#pasqualecicatiello#giuseppetravaglini#mortidilavoro

Aprile 2025: 72 morti (sul lavoro 60; in itinere 12; media giorno 2,5)

Anno 2025: 333 morti (sul lavoro 274; in itinere 59; media giorno 2,8)

48 Lombardia (sul lavoro 37, in itinere 11)

37 Veneto (31 – 6)

29 Campania (23 – 6)

28 Sicilia (19 – 9)

25 Puglia (22 – 3)

24 Emilia Romagna (18 – 6)

21 Lazio (18 – 3); Toscana (16 – 5)

19 Abruzzo (17 – 2)

18 Piemonte (17 – 1)

11 Calabria (11 – 0)

9 Marche (8 – 1)

8 Umbria (8 – 0); Liguria (6 – 2)

6 Basilicata (6 – 0)

5 Trentino, Alto Adige (5 – 0); Friuli Venezia Giulia (4 – 1)

4 Trentino (4 – 0)

3 Sardegna (2 – 1)

2 Molise (1 – 1)

1 Valle d’Aosta, Estero (1 – 0)

Gennaio 2025: 87 morti (sul lavoro 72; in itinere 15; media giorno 2,8)

Febbraio 2025: 75 morti (sul lavoro 63; in itinere 12; media giorno 2,7)

Marzo 2025: 99 morti (sul lavoro 79; in itinere 20; media giorno 3,2)

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Attualità

L’Italia celebra la giornata mondiale sulla sicurezza sul lavoro con 326 morti (più uno che si è appena sfracellato nelle cave di Carrara).

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Alla vigilia della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, aggiorniamo il dato italiano delle vittime con tre nuovi morti, che portano il totale del 2025 a 326.

Un camionista polacco di 48 anni è morto intorno alle 8 di domenica 27 aprile nell’area di sosta Rovereto Sud della A22, soffocato dai fumi di un piccolo incendio scoppiato nella cabina di guida. A dare l’allarme altri camionisti, che hanno visto il fumo uscire dal mezzo. I vigili del fuoco hanno trovato l’uomo senza vita nella cabina invasa dal fumo.

Le fiamme sono probabilmente partite da un fornelletto portatile e si sono fortunatamente estinte da sole, dal momento che il camion trasportava magnesio e un incendio (tossico, in questo caso di classe D) sarebbe stato controllabile solo con l’uso di polveri speciali.

Un lavoratore agricolo indiano di 46 anni, sposato, 3 figli, è morto nel pomeriggio di sabato 26 aprile in un’azienda di Colombaia Secchia, frazione di Carpineti (Reggio Emilia), stroncato da un malore mentre lavorava in una stalla. I soccorritori hanno potuto solo certificare il decesso.

Marino Zaltron, 58enne pensionato di Santorso (Vicenza), è morto sabato 26 aprile cadendo dal tetto di un capannone adiacente alla sua abitazione. L’uomo stava verificando delle infiltrazioni e pianificando i lavori da fare quando ha perso l’equilibrio ed è caduto da un’altezza di circa 6 metri. L’allarme, purtroppo inutile, è stato lanciato dal figlio.

#marinozaltron#mortidilavoro

Aprile 2025: 65 morti (sul lavoro 54; in itinere 11; media giorno 2,4)

Anno 2025: 326 morti (sul lavoro 268; in itinere 58; media giorno 2,8)

47 Lombardia (sul lavoro 36, in itinere 11)

36 Veneto (30 – 6)

28 Campania (22 – 6); Sicilia (19 – 9)

24 Puglia (22 – 2); Emilia Romagna (18 – 6)

21 Lazio (18 – 3)

20 Toscana (15 – 5)

19 Abruzzo (17 – 2)

18 Piemonte (17 – 1)

10 Calabria (10 – 0)

8 Umbria (8 – 0); Marche (7 – 1); Liguria (6 – 2)

6 Basilicata (6 – 0)

5 Trentino, Alto Adige (5 – 0); Friuli Venezia Giulia (4 – 1)

4 Trentino (4 – 0)

3 Sardegna (2 – 1)

2 Molise (1 – 1)

1 Valle d’Aosta, Estero (1 – 0)

Gennaio 2025: 87 morti (sul lavoro 72; in itinere 15; media giorno 2,8)

Febbraio 2025: 75 morti (sul lavoro 63; in itinere 12; media giorno 2,7)

Marzo 2025: 99 morti (sul lavoro 79; in itinere 20; media giorno 3,2)

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Attualità

I cantieri edili sono sempre scene del crimine.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Le ultime tre vittime del lavoro erano tutte legate al settore dell’edilizia e tutte sono morte per gravi traumi cranici. Due avevano 59 anni, una 65.

Nicola Marino aveva 59 anni e un figlio. Dal 2023 stava scontando una condanna per reati minori con una misura alternativa alla detenzione, l’affidamento al lavoro come guardiano in un’azienda per la lavorazione del marmo di Apricena (Foggia), dove viveva in un’area a lui riservata.

Il contratto sarebbe scaduto tra un anno e mezzo, sancendo così la fine del percorso di riabilitazione. Martedì 22 aprile è morto precipitando da un ponteggio posto a 7 metri di altezza, una caduta nella quale ha riportato fratture craniche letali.

Antonio Rapisarda, 65 anni e due figli, viveva a Belpasso (Catania) e lavorava per la romana Donati spa, gigante delle costruzioni che per conto di Anas realizza l’ammodernamento della statale 284 Occidentale Etnea tra Adrano e Paternò, in provincia di Catania, con uno stanziamento di oltre 180 milioni di euro.

Il cantiere base è ad Adrano e lì è morto Rapisarda mercoledì 23 aprile: durante le operazioni di scarico materiali è stato travolto da un fascio d’acciaio che gli ha provocato un trauma cranico devastante, tale da portarlo alla morte in pochi minuti. L’operaio, che era Rsa della Fillea Cgil, sarebbe andato in pensione tra un mese.

Stefano Vitali, 59 anni e una figlia, stava costruendo una villa per sé a Zogno (Bergamo). Il grosso, mura e tetti, era fatto, ma c’era ancora molto da lavorare. Mercoledì 23 aprile, da solo nel cantiere, stava procedendo al disarmo delle casseforme quando è stato travolto da un pannello di 150 chili, riportando gravi traumi alla testa che ne hanno causato la morte.

#nicolamarino#antoniorapisarda#stefanovitali#mortidilavoro

Aprile 2025: 56 morti (sul lavoro 46; in itinere 10; media giorno 2,4)

Anno 2025: 317 morti (sul lavoro 260; in itinere 57; media giorno 2,8)

45 Lombardia (sul lavoro 34, in itinere 11)

35 Veneto (29 – 6)

28 Campania (22 – 6)

27 Sicilia (18 – 9)

24 Puglia (22 – 2)

23 Emilia Romagna (17 – 6)

21 Lazio (18 – 3)

19 Toscana (15 – 4)

18 Abruzzo (16 – 2)

17 Piemonte (16 – 1)

10 Calabria (10 – 0)

8 Umbria (8 – 0); Marche (7 – 1); Liguria (6 – 2)

6 Basilicata (6 – 0)

5 Alto Adige (5 – 0); Friuli Venezia Giulia (4 – 1)

4 Trentino (4 – 0)

3 Sardegna (2 – 1)

2 Molise (1 – 1)

1 Valle d’Aosta, Estero (1 – 0)

Gennaio 2025: 87 morti (sul lavoro 72; in itinere 15; media giorno 2,8)

Febbraio 2025: 75 morti (sul lavoro 63; in itinere 12; media giorno 2,7)

Marzo 2025: 99 morti (sul lavoro 79; in itinere 20; media giorno 3,2)

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Attualità

Troppi suicidi sul lavoro.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Continuano i suicidi in divisa, così come continua la loro rimozione. Domenica 20 aprile, Pasqua, nella stazione dei carabinieri di Acerra si è ucciso con la pistola di ordinanza il sottufficiale Pasquale Taddeo, 42enne di Cervinara (Avellino).

Nell’Arma è il quarto suicidio del 2025. Tra gli uomini e le donne in divisa (tutte le divise) il tasso suicidario è all’incirca il doppio di quello generale: quasi 10 casi ogni 100.000 lavoratori, mentre la media italiana è di poco superiore ai 5 ogni 100.000 abitanti.

Burnout, carichi di lavoro pesanti, vessazioni: sono tanti i fattori che incidono sulla questione, ma stanno lì, accantonati, senza alcuna reale volontà di affrontare il fenomeno, né da parte delle catene di comando né da parte della politica.

La linea di condotta continua a essere la rimozione, il “troncare, sopire” di manzoniana memoria. Taddeo lascia due figli in tenera età.

Ferdinando Rossi, 62enne di San Giovanni Lipioni (Chieti), è morto martedì 22 aprile alla periferia del piccolo centro abitato, travolto dal ribaltamento del trattore con il quale stava facendo alcuni lavori.

Non ancora chiara la dinamica dell’accaduto. Ai soccorritori non è rimasto altro che la constatazione di morte.

Gianfranco Valiforti, 81enne di Brescia, è morto martedì 22 aprile mentre lavorava in un bosco di proprietà a Lozio (Brescia).

È caduto da un albero mentre cercava di far ripartire la motosega che si era bloccata. Nella caduta ha battuto con violenza la testa contro un masso ed è morto all’istante.

Bruno Zanolli, 59enne barista di Val di Zoldo (Belluno), è morto sabato 19 aprile nel bar Pelmo di Zoppè di Cadore, sempre nel Bellunese, stroncato da un malore mentre spillava birre per i clienti del locale. Zanolli è deceduto praticamente sul colpo.

#pasqualetaddeo#ferdinandorossi#gianfrancovaliforti#brunozanolli#mortidilavoro

Aprile 2025: 53 morti (sul lavoro 43; in itinere 10; media giorno 2,4)

Anno 2025: 314 morti (sul lavoro 257; in itinere 57; media giorno 2,8)

44 Lombardia (sul lavoro 33, in itinere 11)

35 Veneto (29 – 6)

28 Campania (22 – 6)

26 Sicilia (17 – 9)

23 Puglia (21 – 2); Emilia Romagna (17 – 6)

21 Lazio (18 – 3)

19 Toscana (15 – 4)

18 Abruzzo (16 – 2)

17 Piemonte (16 – 1)

10 Calabria (10 – 0)

8 Umbria (8 – 0); Marche (7 – 1); Liguria (6 – 2)

6 Basilicata (6 – 0)

5 Alto Adige (5 – 0); Friuli Venezia Giulia (4 – 1)

4 Trentino (4 – 0)

3 Sardegna (2 – 1)

2 Molise (1 – 1)

1 Valle d’Aosta, Estero (1 – 0)

Gennaio 2025: 87 morti (sul lavoro 72; in itinere 15; media giorno 2,8)

Febbraio 2025: 75 morti (sul lavoro 63; in itinere 12; media giorno 2,7)

Marzo 2025: 99 morti (sul lavoro 79; in itinere 20; media giorno 3,2)

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Attualità

La lista dei morti di lavoro si allunga di altre quattro vittime.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Simone Marolla, 46enne di Sumirago (Varese) è morto nella notte tra venerdì 18 e sabato 19 aprile nell’Ospedale di Circolo di Varese: troppo gravi le ferite riportate nel pomeriggio di venerdì precipitando da un’altezza di circa 7 metri mentre sistemava le tegole sul tetto di un’abitazione privata a Besnate (Varese).

Nella caduta si è procurato lesioni contro una grondaia e poi ha colpito un’auto di passaggio. Secondo le prime risultanze non sarebbero state osservate le disposizioni per i lavori in quota, cioè indossare un’imbragatura ed essere assicurati a una linea vita.

Eugenio Candi, 75enne di Monteveglio (Bologna), dove possedeva la tenuta Torre di Gazone, è morto domenica 20 aprile nel ribaltamento del trattore con il quale, assistito dal figlio, stava cercando di sradicare un albero.

Il tronco ha retto alle varie trazioni, fino a causare il rovesciamento del mezzo agricolo. L’uomo è morto sul colpo.

Angelito Acob Manansala, 61enne lavoratore domestico filippino, è stato ucciso domenica 20 aprile durante un tentativo di rapina nella casa in cui prestava servizio, a Milano.

Assente il proprietario, è uscito in tarda mattinata per una passeggiata con il cane e quando è rientrato ha sorpreso un 28enne gambiano che si era introdotto nell’appartamento. Ne è nata una colluttazione durante la quale il ladro è riuscito a strangolare il lavoratore.

Il proprietario dell’abitazione, rientrato nel pomeriggio, ha scoperto il cadavere e si è accorto che il ladro era ancora sul posto. Ha chiuso dentro l’omicida e ha atteso la polizia, che lo ha arrestato.

Angelo Martignetti, 67enne agricoltore di San Severo (Foggia), è morto venerdì 18 aprile nel reparto grandi ustionati dell’ospedale Perrino di Brindisi. Vi era stato ricoverato due giorni prima per ustioni di secondo e terzo grado.

Mercoledì 16 aprile aveva dato fuoco alle stoppie di un suo terreno quando un improvviso salto di vento lo ha imprigionato tra le fiamme, causandogli le gravi lesioni.

#simonemarolla#eugeniocandi#angelitomanansala#angelomartignetti#mortidilavoro

Aprile 2025: 49 morti (sul lavoro 39; in itinere 10; media giorno 2,3)

Anno 2025: 310 morti (sul lavoro 253; in itinere 57; media giorno 2,8)

43 Lombardia (sul lavoro 32, in itinere 11)

34 Veneto (28 – 6)

27 Campania (21 – 6)

26 Sicilia (17 – 9)

23 Puglia (21 – 2); Emilia Romagna (17 – 6)

21 Lazio (18 – 3)

19 Toscana (15 – 4)

17 Piemonte (16 – 1); Abruzzo (15 – 2)

10 Calabria (10 – 0)

8 Umbria (8 – 0); Marche (7 – 1); Liguria (6 – 2)

6 Basilicata (6 – 0)

5 Alto Adige (5 – 0); Friuli Venezia Giulia (4 – 1)

4 Trentino (4 – 0)

3 Sardegna (2 – 1)

2 Molise (1 – 1)

1 Valle d’Aosta, Estero (1 – 0)

Gennaio 2025: 87 morti (sul lavoro 72; in itinere 15; media giorno 2,8)

Febbraio 2025: 75 morti (sul lavoro 63; in itinere 12; media giorno 2,7)

Marzo 2025: 99 morti (sul lavoro 79; in itinere 20; media giorno 3,2)

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Attualità

Quei poveri cristi che muoiono di lavoro.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Massimo Caliciuri, 53enne di Varazze (Savona), moglie e 4 figli, è morto venerdì 18 aprile alla vigilia del suo compleanno. Faceva il corriere per conto di SCL, dopo aver gestito In passato un bar nel centro della cittadina ligure.

Nel primo pomeriggio di venerdì il lavoro lo aveva portato a Garlenda (Savona), dove aveva parcheggiato in una strada in salita, a Borgata Fuenza. Mentre effettuava la consegna il furgone si è mosso lungo la discesa e Caliciuri, probabilmente nel tentativo di fermarlo, è stato travolto e ucciso.

Il mezzo ha poi continuato la sua corsa fino alla strada principale, dove si è fermato dopo aver sfondato una recinzione e frantumato un palo telefonico. Da appurare i motivi per i quali il furgone si è messo in movimento.

Nunzio Mazzone, 65enne contitolare di una piccola impresa edile a Scordia (Catania), è morto venerdì 18 aprile precipitando dai ponteggi di un edificio in ristrutturazione.

Mazzone è caduto da un’altezza di circa 6 metri e la situazione è apparsa subito gravissima. Quando è atterrato l’elisoccorso non c’era già più nulla da fare.

Stefano Giannino, 61enne funzionario della Città Metropolitana di Napoli, è morto venerdì 18 aprile mentre andava al lavoro.

Un taxi lo ha investito intorno alle 7,30 del mattino, mentre attraversava la strada. Trasportato d’urgenza al CTO, vi è arrivato privo di vita.

#massimocaliciuri#nunziomazzone#stefanogiannino

Aprile 2025: 45 morti (sul lavoro 35; in itinere 10; media giorno 2,5)

Anno 2025: 306 morti (sul lavoro 249; in itinere 57; media giorno 2,8)

41 Lombardia (sul lavoro 30, in itinere 11)

34 Veneto (28 – 6)

27 Campania (21 – 6)

26 Sicilia (17 – 9)

22 Puglia (20 – 2); Emilia Romagna (16 – 6)

21 Lazio (18 – 3)

19 Toscana (15 – 4)

17 Piemonte (16 – 1); Abruzzo (15 – 2)

10 Calabria (10 – 0)

8 Umbria (8 – 0); Marche (7 – 1); Liguria (6 – 2)

6 Basilicata (6 – 0)

5 Alto Adige (5 – 0); Friuli Venezia Giulia (4 – 1)

4 Trentino (4 – 0)

3 Sardegna (2 – 1)

2 Molise (1 – 1)

1 Valle d’Aosta, Estero (1 – 0)

Gennaio 2025: 87 morti (sul lavoro 72; in itinere 15; media giorno 2,8)

Febbraio 2025: 75 morti (sul lavoro 63; in itinere 12; media giorno 2,7)

Marzo 2025: 99 morti (sul lavoro 79; in itinere 20; media giorno 3,2)

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Attualità

Il 25 Aprile è pleonastico, disse l’ossimoro.

Il sindaco di Trieste non vuole dare il patrocinio per le iniziative di celebrazione del 25 Aprile. Che siccome è festa nazionale, dice sarebbe “pleonastico”.

Pleonastico si dice, secondo la Treccani, “di tutto ciò che è inutile, ovvio, superfluo”.

Forse ha usato un aggettivo solo per sentito dire, o per vile compiacenza, tuttavia se questo è quello che dovesse pensare davvero della Liberazione il sindaco di una città importante come Trieste, -città che ha vissuto momenti drammatici proprio in quei frangenti storici -, vorrebbe dire che il primo cittadino non sa conciliare il linguaggio consono a una carica istituzionale con il gergo delle chiacchiere tra compari.

La qualcosa ci autorizzerebbe a coniare un nuovo ossimoro: “sindaco da bar”.

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Attualità

Perché il freno della cabina non ha funzionato?

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

C’è una vittima del lavoro tra i quattro morti per il crollo, giovedì 17 aprile, della funivia del Monte Faito, a Castellammare di Stabia (Napoli).

Si tratta del manovratore Carmine Parlato, 59 anni, dipendente EAV, che era ai comandi della cabina precipitata per la rottura del cavo di trazione dell’impianto.

Un impianto entrato in esercizio da dieci giorni dopo la pausa invernale e revisionato un mese fa. Resta da capire perché abbia funzionato il freno d’emergenza della cabina a valle, consentendo di salvare gli occupanti, mentre lo stesso non sia accaduto per la cabina a monte, che stava per raggiungere la stazione di arrivo con a bordo 4 turisti e l’operatore.

Parlato, iscritto alla Filt Cgil, lascia la moglie e un figlio 22enne. Lavorava inizialmente nel settore su gomma di EAV, poi aveva scelto di spostarsi sulla funivia. La procura di Torre Annunziata ha aperto un fascicolo per disastro colposo e omicidio plurimo colposo.

Vittorio Moretta, agricoltore 72enne di Casalbordino (Chieti), è morto giovedì 17 aprile nel ribaltamento del trattore gommato con il quale stava lavorando un terreno a Villalfonsina (Chieti). I soccorsi sono scattati immediati, ma l’agricoltore era deceduto sul colpo.

#carmineparlato#vittoriomoretta#mortidilavoro

Aprile 2025: 42 morti (sul lavoro 33; in itinere 9; media giorno 2,5)

Anno 2025: 303 morti (sul lavoro 247; in itinere 56; media giorno 2,8)

41 Lombardia (sul lavoro 30, in itinere 11)

34 Veneto (28 – 6)

26 Campania (21 – 5)

25 Sicilia (16 – 9)

22 Puglia (20 – 2); Emilia Romagna (16 – 6)

21 Lazio (18 – 3)

19 Toscana (15 – 4)

17 Piemonte (16 – 1); Abruzzo (15 – 2)

10 Calabria (10 – 0)

8 Umbria (8 – 0); Marche (7 – 1)

7 Liguria (5 – 2)

6 Basilicata (6 – 0)

5 Alto Adige (5 – 0); Friuli Venezia Giulia (4 – 1)

4 Trentino (4 – 0)

3 Sardegna (2 – 1)

2 Molise (1 – 1)

1 Valle d’Aosta, Estero (1 – 0)

Gennaio 2025: 87 morti (sul lavoro 72; in itinere 15; media giorno 2,8)

Febbraio 2025: 75 morti (sul lavoro 63; in itinere 12; media giorno 2,7)

Marzo 2025: 99 morti (sul lavoro 79; in itinere 20; media giorno 3,2)

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Attualità

In bianco.

È andata in bianco alla Casa Bianca. È tornata in bianco a casa. È stato un grande successo perché è successo un bel niente. Possiamo metterlo nero su bianco.

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Attualità

A che gioco stanno giocando?

Inutile girarci intorno: per i redditi da lavoro e da pensione, tassi e dazi hanno lo stesso significato di “cazzi e mazzi”.

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Attualità

Trump e il fallimento della Reaganomics.

Thomas Piketty, intervistato da Anais Ginori per Repubblica (stralcio).

Emerge una contraddizione tra la potenza americana e il suo livello di indebitamento?

«Sì, ed è un punto centrale. Il debito verso l’estero degli Stati Uniti è enorme e finora è costato poco, grazie a tassi d’interesse storicamente bassi. Ma ora le cose stanno cambiando. Con tassi al 4 o 5%, gli Stati Uniti dovranno cominciare a pagare pesantemente il resto del mondo. È una situazione inedita per una potenza dominante.

Anche le potenze coloniali europee avevano deficit commerciali, ma possedevano attivi in tutto il mondo che fruttavano molto più di quanto spendessero». 

Vede una logica neocolonialista?

«Trump sogna di tornare a quella logica, appropriandosi in modo brutale di risorse strategiche. Non è fondamentalmente peggiore delle potenze coloniali europee prima del 1914. Semplicemente, sbaglia epoca.

Vorrebbe che quella che lui considera la pax americana — il ruolo di bene pubblico globale che gli Stati Uniti garantiscono dalla Seconda guerra mondiale, soprattutto in termini di sicurezza — fosse finalmente retribuita.

Pensa che questo debba permettere agli Stati Uniti di finanziare i propri deficit eternamente. Si è già cominciato a vedere con le sue posizioni su Groenlandia, Panama o sulle terre rare in Ucraina». 

È solo una reazione alla perdita di potenza al livello economico e finanziario?

«C’è anche una spinta ideologica. Il trumpismo è prima di tutto una reazione al fallimento del reaganismo. Reagan aveva promesso che la liberalizzazione globale avrebbe arricchito tutti.

Quarant’anni dopo, la classe media americana non ha visto alcun beneficio. Da qui, la fuga in avanti verso il nazionalismo, una postura classica a destra.

Ma il discorso protezionista è anche contraddittorio: oggi gli Stati Uniti sono in piena occupazione. Dicono di aver perso posti di lavoro, ma se davvero volessero crearne dieci milioni in più, dovrebbero far arrivare lavoratori messicani e molti più immigrati.

Ciò che motiva davvero Trump, J.D.Vance e i miliardari che li sostengono non è tanto la difesa dell’occupazione quanto la perpetuazione di un modello inegualitario e autoritario». 

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Attualità

300 MORTI.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Mercoledì 16 aprile l’Italia ha raggiunto i 300 morti di lavoro nell’anno. Nel 2024 la cifra fu toccata il 9 aprile (e l’anno era bisestile). Proprio ad aprile si è registrato un forte calo delle vittime, con una media di 2,4 al giorno nel mese e 2,8 nell’anno.

Nel 2024 il mese di aprile ebbe l’altissima media di 3,5 morti al giorno, mentre per l’intero anno la media fu di 3,1 vittime ogni 24 ore.

Pasquale Mastrototaro, 55enne di Corato (Bari), moglie e due figli, è morto mercoledì 16 aprile cadendo da un’altezza di circa 3 metri mentre montava una tenda esterna in una villa del paese.

Dipendente della ditta Gerardo Rosito, specializzata in tappezzerie e tendaggi, Mastrototaro è morto sul colpo. La magistratura di Trani ha indagato per il reato di omicidio colposo il titolare dell’azienda.

Dopo una settimana di agonia, mercoledì 16 aprile è morto all’ospedale San Camillo di Roma un operaio indiano di 34 anni. Era arrivato in elicottero mercoledì 9 aprile da Borgo Santa Maria, frazione di Latina, dopo essere caduto da oltre 5 metri d’altezza dal tetto di un capannone della cantina sociale Santa Maria.

Stava lavorando alla rimozione dell’amianto quando la copertura in vetroresina ha ceduto, facendolo precipitare; nella caduta aveva riportato trauma cranico, fratture e lesioni. A Roma era stato operato ma non si è più ripreso. Secondo alcune testimonianze l’operaio indossava i dispositivi previsti per il lavoro in quota.

#pasqualemastrototaro#mortidilavoro

Aprile 2025: 39 morti (sul lavoro 31; in itinere 8; media giorno 2,4)

Anno 2025: 300 morti (sul lavoro 245; in itinere 55; media giorno 2,8)

41 Lombardia (sul lavoro 30, in itinere 11)

34 Veneto (28 – 6)

25 Campania (20 – 5); Sicilia (16 – 9)

22 Puglia (20 – 2); Emilia Romagna (16 – 6)

21 Lazio (18 – 3)

19 Toscana (15 – 4)

17 Piemonte (16 – 1)

16 Abruzzo (14 – 2)

10 Calabria (10 – 0)

8 Umbria (8 – 0); Marche (7 – 1)

6 Basilicata (6 – 0); Liguria (5 – 1)

5 Alto Adige (5 – 0); Friuli Venezia Giulia (4 – 1)

4 Trentino (4 – 0)

3 Sardegna (2 – 1)

2 Molise (1 – 1)

1 Valle d’Aosta, Estero (1 – 0)

Gennaio 2025: 87 morti (sul lavoro 72; in itinere 15; media giorno 2,8)

Febbraio 2025: 75 morti (sul lavoro 63; in itinere 12; media giorno 2,7)

Marzo 2025: 99 morti (sul lavoro 79; in itinere 20; media giorno 3,2)

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Attualità

A metà aprile già 37 morti di lavoro.

di Piero Santonastaso | Facebook.com/Mortidilavoro

Sergio Di Nardo, 58enne di Montemarciano (Ancona), tecnico della Possanzini Oleodinamica di Jesi, per quasi un mese ha lottato per la vita all’ospedale Torrette di Ancona ma martedì 15 aprile si è arreso alla gravità delle ferite subite in un incidente stradale sulla A14.

Il 20 marzo Di Nardo e il collega Gabriele Ramazzotti stavano facendo il consueto giro di assistenza con un furgone aziendale. Effettuato un primo intervento avevano imboccato l’autostrada per passare a quello successivo.

Proprio nel territorio di Montemarciano il furgone ha tamponato un tir, incastrandosi sotto il mezzo pesante. Ramazzotti è morto sul colpo mentre Di Nardo, che era al volante, aveva riportato ferite gravissime. Martedì 15 aprile l’epilogo. Moglie e figlia hanno autorizzato la donazione degli organi.

Marika Tulini, 34enne panificatrice e pasticcera di Teramo, 3 figli, è morta martedì 15 aprile nel forno Granaio Antico di Case Molino, a Castellalto (Teramo).

Una collega che iniziava il turno alle 6 del mattino l’ha trovata esanime in uno dei locali dell’esercizio, vittima probabilmente di un malore. Il personale del 118 ha potuto solo constatarne la morte.

#sergiodinardo#gabrieleramazzotti#marikatulini#mortidilavoro

Aprile 2025: 37 morti (sul lavoro 29; in itinere 8; media giorno 2,5)

Anno 2025: 298 morti (sul lavoro 243; in itinere 55; media giorno 2,9)

41 Lombardia (sul lavoro 30, in itinere 11)

34 Veneto (28 – 6)

25 Campania (20 – 5); Sicilia (16 – 9)

22 Emilia Romagna (16 – 6)

21 Puglia (19 – 2)

20 Lazio (17 – 3)

19 Toscana (15 – 4)

17 Piemonte (16 – 1)

16 Abruzzo (14 – 2)

10 Calabria (10 – 0)

8 Umbria (8 – 0); Marche (7 – 1)

6 Basilicata (6 – 0); Liguria (5 – 1)

5 Alto Adige (5 – 0); Friuli Venezia Giulia (4 – 1)

4 Trentino (4 – 0)

3 Sardegna (2 – 1)

2 Molise (1 – 1)

1 Valle d’Aosta, Estero (1 – 0)

Gennaio 2025: 87 morti (sul lavoro 72; in itinere 15; media giorno 2,8)

Febbraio 2025: 75 morti (sul lavoro 63; in itinere 12; media giorno 2,7)

Marzo 2025: 99 morti (sul lavoro 79; in itinere 20; media giorno 3,2)

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